Suor Maria Domenica Mazzarello, Religiosa, Fondatrice, Santa

Di Andrea Elia Rovera

Meno nota di san Giovanni Bosco ma non meno santa è Maria Domenica Mazzarello, nata a Mornese (Alessandria) il 9 maggio 1837. I suoi genitori, Giuseppe e Teresa Maddalena, sono contadini, lavorano la vigna e crescono la famiglia in modo pio e profondamente cristiano.

Maria Domenica è la prima dei sette pargoli della famiglia Mazzarello. Il suo doppio nome è sin da subito profetico: Maria in onore della Santa Vergine, Domenica in memoria di Domenica e Domenico, genitori del suo papà. Siccome il nome composto è difficile da pronunciare in famiglia la chiamavano tutti semplicemente “Main”.

Fino al 1849 Main cresce nell’ambiente agricolo alessandrino. Nonostante la molta voglia di lavorare e un’instancabilità degna dei bimbi del tempo, Main dimostra di essere molto intelligente, curiosa e interessata alla cultura. Con l’aiuto dei suoi genitori ma soprattutto con la direzione spirituale di don Domenico Pestarino, Parroco di Mornese, inizia ad approfondire i grandi temi della fede. Da sempre è come ossessionata dal voler conoscere di più e meglio il Dio che le ha dato la vita, la famiglia, la salute, gli affetti… La piccola Maria Domenica ha sete di Dio.

Nello stesso anno papà Domenico acquista una bella cascina poco fuori Mornese: la Valponasca. Main quindi vive la sua adolescenza in questa cascina di campagna fra natura, tradizioni e valori profondamente cristiani. Proprio i valori cristiani segnano profondamente la sua vita adolescenziale. Nonostante la Valponasca sia più distante dalla parrocchia rispetto alla casa in cui è nata, Main, ogni mattina, quando ancora non è giorno, corre attraverso le vigne e raggiunge la chiesa per il catechismo e la Santa Messa. Incontrato Gesù nell’Eucarestia può iniziare bene la giornata e corre nelle vigne per lavorare a fianco del suo papà.

Nonostante il duro lavoro Maria Domenica non smette di interrogarsi su ciò che Dio vuole da lei. Lavora sodo, si impegna, cura le vigne e lo fa in modo molto preciso ed accurato. A volte gli operai che lavorano con lei restano stupiti da quanta abilità ella mostri nel lavoro tra le viti. Ciononostante, trova il tempo per ascoltare i problemi, le ansie e le preoccupazioni degli altri operai. Il suo consiglio e le sue buone parole non mancano mai per nessuno.

Durante il tragitto tra la casa e la vigna si abbevera agli insegnamenti di papà Domenico che non è istruito ma è molto saggio e generoso. Una volta a casa, invece, aiuta la mamma nelle faccende domestiche e anche da lei si lascia plasmare ed istruire su come diventare una brava donna.

A questi insegnamenti domestici continua ad affiancare quelli di don Pestarino. Questo sacerdote ha una tempra unica. Predica in chiesa, nella piazza del paese, nelle aie delle cascine, per le strade polverose, in mezzo ai campi. È un sacerdote ricolmo di Dio e Main lo comprende e ne resta edificata. I genitori sono contenti di vedere che la loro figlioletta è piena di sani principi e restano ammirati dai piccoli gesti evangelici che compie nel quotidiano tra le vigne o coi fratellini.

Alla Valponasca la stanza più bella è quella di Maria Domenica. Dalla finestra si vedono chiaramente il campanile della parrocchia e il paese di Mornese. Main – che ha un occhio contemplativo – riunisce lì i fratelli, la mamma ed il papà e - con lo sguardo che esce dalla finestra - fa recitare a tutti il Rosario quando ormai il sole cala e la giornata volge al termine.

Maria Domenica è felice della sua vita ma capisce che le manca qualcosa. Con l’aiuto di don Pestarino e con tanta, tanta preghiera decide di fare voto di verginità a Gesù. Si spende nella vita parrocchiale e partecipa con grande devozione alla Santa Messa. Arriva prima della celebrazione per prepararsi con attenzione e va via dopo aver fatto un lungo ringraziamento in ginocchio e in silenzio. Ormai la sua natura contemplativa è notata da tutti.

Don Pestarino capisce che deve dirigere quest’anima verso vette più alte e nel pieno di un’epidemia di tifo chiede a Main di assistere dei parenti. Nonostante il rischio sia alto e i suoi genitori siano contrari, Maria Domenica accetta e inizia questa avventura di straordinaria carità. Si ammala di tifo e deve passare lunghissimi periodi a letto. La malattia non perdona. Guarisce dopo una lunga convalescenza ma è ancora debole per tornare in vigna. Non si perde d’animo.

Con un’amica del paese, Petronilla, dà vita ad una scuola di sartoria per insegnare alle bambine del paese a cucire e ricamare. Il sarto del paese prende molto a cuore questa iniziativa ed insegna alle due i trucchi del mestiere. Le bambine del paese frequentano la scuola sartoriale dove, oltre all’ago ed al filo, apprendono anche la bellezza della preghiera e del Vangelo. Main anche lì parla di Dio e del suo infinito amore.

Don Pestarino comprende che Maria Domenica ha un’anima da consacrata; ormai non ci sono più dubbi. Parla di questa giovane a don Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani, che rimane ammirato dai racconti del sacerdote di Mornese. Don Bosco capisce che questa giovane potrebbe essere la continuazione della sua opera nell’ambito femminile. Proprio a Mornese nel 1872 nascono – alla sequela di Maria Domenica Mazzarello – le Figlie di Maria Ausiliatrice (Salesiane).

Queste suore ardono di amore per le giovani, si impegnano nella formazione, educazione e correzione delle giovani. Si applicano a tempo pieno per insegnarle un lavoro. In pratica fanno quello che don Bosco fa con i ragazzi. Madre Mazzarello sente dentro di sé un mandato: “A te le affido”. Si sente la mamma di tutte queste ragazze e lo fa con un amore senza fine. Maria Domenica Mazzarello insegna alle sue educande che i sogni che Dio ha sulle sue figlie non sono irrealizzabili se ci si abbandona totalmente a Lui. Proprio per questo era solita dire – e scrivere nelle lettere – “state allegre” perché proprio come don Bosco crede che quando si è pieni di Dio si può solo essere felici.

Il 14 maggio 1881 – a nove anni dalla fondazione dell’Istituto – Madre Mazzarello rende l’anima a Dio all’età di 44 anni. A piangerla ci sono già 165 Figlie di Maria Ausiliatrice, 28 Novizie e tante giovani ospitate in una trentina di case fra Italia, Francia e America.

Viene Canonizzata nel 1951 da Papa Pio XII.

La sua figura è stata sempre apprezzata anche in ambito civile tanto che la Città di Torino le ha intitolato nello stradario cittadino una bella via in località Pozzo Strada. E, sempre a Torino, all’inizio del ‘900 è nata la “Scuola Mazzarello” in Via Cumiana. Qui si formano ragazzi e ragazze dalla Scuola dell’Infanzia fino alla Scuola Superiore con i tre apprezzati indirizzi di Liceo Linguistico, Liceo Economico Sociale e Liceo Scientifico.

La fame di Dio, la sete di educazione, il desiderio di salvare anime di Madre Maria Domenica Mazzarello continua così a vivere nelle sue Suore Salesiane e nelle tante giovani che vivono in allegria la bellezza di essere cristiane.

Ancora una volta tocca constatare che il Piemonte e i Piemontesi non sono secondi a nessuno nella carità. Madre Mazzarello, Madre Morano, Don Rua, Don Albera, … tutti fiori splendidi del grande giardino voluto e fondato da don Giovanni Bosco.

Andrea Elia Rovera

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Articolo pubblicato il 08/05/2021