Il potere nefasto degli influencer

I Guru dei nostri tempi: dai consigli per gli acquisti al finto coraggio di Fedez

Mala tempora currunt. Viviamo nell'Era dei tuttologi del web. I nuovi guru digitali infatti utilizzano le piattaforme social per proferir parola su ogni cosa. Pur non avendo nessun titolo accademico nè alcuna esperienza in merito, questi nuovi "magister del nulla" pontificano su tutto.

Dal lucidalabbra ai prodotti per la casa, dal tipo di scarpa al nuovo brand di ultimo grido. Ma capita che alcuni di loro si spingano oltre, parlando anche di costumi sociali e di politica. Ma, fra i tanti nuovi "sociologi" e "politologi" della Rete, salta all'occhio il discorso fatto dal rapper Fedez durante il Concerto del Primo Maggio.

Lo pseudocantante milanese ha iniziato ad inveire sulla Lega, a favore del DDL Zan. Denunciando anche una presunta censura ai suoi danni. Rea la terza Rete della Rai; colpevole di voler "censurare" una tematica di cui, a detta di Fedez, non se ne discuterebbe da nessuna parte. Come se la propaganda LGBT hollywoodiana e pubblicitaria di questi ultimi anni non fosse mai esistita. Come se vivessimo in un regime teocratico o di "apartheid" in cui occorre fare appelli controcorrente per risvegliare le coscienze bigotte. Come se la Bill Gates e la Soros Foundation non finanziassero alcuna campagna arcobaleno o "gender fluid".

Insomma, neppure il Covid è riuscito ad intaccare uno dei "must" del concerto del Primo maggio, la polemica politica. Un tempo occasione per rappresentare le istanze dei più deboli, oggi megafono per diffondere il pensiero unico dei potenti.

Ma il prode "rivoluzionario di LOL e di X factor" si è guardato bene dal ricordare i diritti del lavoratori negati dalla multinazionale di cui è testimonial (Amazon).

Fedez ha diverse proprietà e una società, la Zedef Srl, che è l'unica proprietaria dell'etichetta discografica Newtopia. In questi ultimi anni avrebbe totalizzato un patrimonio netto di 3,1 milioni di euro. Ma il "compagno" col superattico meneghino nel Bosco Verticale non ha fatto alcun accenno ai lavoratori precari di Amazon. Molto meglio conformarsi al politicamente corretto e alla (loro) tematica del momento, la lotta alla omotransfobia.

Resta il fatto che la Lega, e tutto il centro destra, tra Fedez e Rai 3 non c'entra proprio nulla. 

Ma quello che potrebbe sembrare un problema tutto interno alla sinistra, in realtà, ha il cattivo odore della propaganda politica fatta con i soldi degli italiani. Già, perchè oltre che le tematiche politiche in questione, l'aspetto che molti sembrano ignorare è che questa bieca propaganda è stata fatta con i soldi pubblici(compresi i canoni pagati da quelli contrari al DDL Zan). 

Quindi capita che nel nostro disperato Paese, nel bel mezzo di una crisi pandemica ed economica senza precedenti, la Tv Pubblica utilizzi i soldi degli italiani (500mila euro) per fare propaganda a favore dei partiti di sinistra, pagando un rapper multimilionario, il quale utilizza uno spazio pagato da tutti per rappresentare solo una parte dell'opinione pubblica.

Questa la grande portata "rivoluzionaria", "coraggiosa" e "controcorrente" dei nuovi Idola del momento.

Marx li avrebbe definiti feticci del capitale. La sinistra Socialista di un tempo avrebbe definito il DDL Zan come una tematica da solittino borghese. Oggi, i tempi cambiano si sà, sembra essere divenuta la sola battaglia degna di essere combattuta. Forse, in assenza di un reale potere contrattuale, alla sinistra e ai sindacati non rimane che questo, tematiche di cui non importa nulla a nessuno, se non a multimilionari annoiati.

Ad ogni modo ammettiamolo, Fedez ha capito tutto!

Lui rappresenta tutto quello che vi è di tossico al giorno d'oggi. Il modo in cui un influencer sfrutta i suoi seguaci, cavalcando magistralmente e commercialmente l'indignazione del momento.

Fedez è uno dei tanti nuovi "apostoli" di quello che si definisce il "pensiero unico dominante".  Rappresenta una delle miriadi di propaggini, tutte uguali, dell'assolutismo liberal-progressista. Ogni sua presa di posizione, ogni suo intervento, ogni sua diretta, ogni cosa partorita da lui e dalla sua compagna è perfettamente in linea con l'ordine del giorno(o Nuovo Ordine Mondiale se preferite).

Non sentiremo mai fuoriuscire dalla bocca di Fedez un concetto che non coincida perfettamente con i dogmi attuali. Che si parli di immigrazione, mondo LGBT o Europa, non cambia nulla. Dietro il tripudio di tatuaggi vi è la più allineata mentalità e il più disarmante convezionalismo che si possano immaginare. Un conformismo totale, nascosto da una patina di glitter, perfetto per essere venduto ad una platea di giovani che vogliono sentirsi "fuori dagli schemi", ma senza poi esserlo davvero. Diversi sì, ma come tutti gli altri.

E così eccolo il nostro "martire della libertà di pensiero", che si batte contro la cattiva Rai oscurantista per poter parlare del DDL ZAN, attaccando una precisa forza politica (la Lega, "ça va sans dire"). Ecco il nostro "guerriero" che piange, grida e si infervora. E intanto, tra un'espressione sconvolta e un'altra, ci ficca lo spot per la nuova linea di smalti.

Nel frattempo, migliaia di utenti, pagine, profili e canali vengono realmente censurati e ostracizzati su tutti i media. Perché? Perché non la pensano come Google, come Netflix, come Amazon, come Davos, come la Silicon Valley, come Hollywood, come la stragrande maggioranza delle multinazionali, delle Banche, delle tv, dei giornali e delle radio. Ma di questo nessun artista ne parla. Troppo poco allineato, troppo politicamente scorretto. Meglio parlare, anzi straparlare, della tematica dei "diritti civili". 

Insomma: "Due più due uguale cinque."  Così è stato detto dai telegiornali. Così è stato ordinato.

 

 

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Articolo pubblicato il 03/05/2021