
Lo specchio della realtà
Una riflessione metafisica può portare a tradurre un tragico evento, come una funzione funebre valdese, nella rilessione sulla propria presenza nella vita quotidiana come pure ad accantonarla nella dimensione che si vuol celare, ma che è destinata, prima o poi, ad emergere.
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Riflessione
di
Massimo Calleri
Doveva essere un bel funerale
a giudicare dal brusio della folla
e dal suono della banda.
Anche il tempo era in perfetta armonia:
un dolce canto d’uccelli
rendeva meno triste
il tragico evento.
Il volto dei parenti
era l’unica stonatura
in quell’ambiente quasi celestiale
dove tutto sembrava far cornice
ad una manifestazione di gala.
Poi d’improvviso,
nel mormorio sempre più insistente,
una voce emerse su tutte le altre:
una voce intensa, profonda,
quasi extraterrena.
Un rumore non ben definibile
forse di pietre, forse di sabbia,
forse di pietre e di sabbia
coprì in parte le parole
sì da non farmele
ben intendere.
La cosa non durò molto;
passi frettolosi di gente
che si allontana
ed il successivo sublime silenzio
diedero fine a quell’insieme imprecisato di sensazioni.
Solo allora mi accorsi che
il morto ero io.
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Articolo pubblicato il 09/05/2021