La Trappola di Tucidide: Usa e Cina dinanzi ai pericoli della Storia

Nello scenario politico-economico contemporaneo, Cina e Stati Uniti sembrano proiettati verso una guerra inevitabile. Il motivo è la trappola di Tucidide: quando una potenza emergente minaccia di spodestare quella dominante, il risultato più plausibile è la guerra.

L'idea di un ritorno della Trappola di Tucidide è un argomento che accende da sempre il dibattito fra storici e accademici. Ma mai quanto l'effetto che fece il presidente cinese Xi Jinping, quando sostenne nel lontano 2015 che "non esiste la cosiddetta trappola di Tucidide... solo se i principali paesi commettono ripetutamente errori strategici potrebbero allora crearsi da soli tali trappole”.

Tucidide nella sua "Storia della Guerra del Peloponneso" attribuì il casus belli di quel conflitto al fatto che gli Ateniesi, essendo divenuti una grande potenza talassocratica, fecero avvertire tutto il peso e tutte le pressioni economiche della loro egemonia a Sparta, inducendo quest'ultima a muoverle guerra.

Attingendo dallo storico greco, Graham Allison definì la "Trappola di Tucidide" come una serie di pericoli connessi quando una potenza in ascesa rivaleggia con una potenza dominante; come avvenne fra Sparta e Atene nell'antica Grecia, o come ha fatto la Germania con la Gran Bretagna un secolo fa. Per Allison "la guerra tra Stati Uniti e Cina nei prossimi decenni non solo è possibile, ma è inevitabile".

L'attuale crisi del sistema capitalistico euro-americano, aggravato ulteriormente dal Covid-19, ricorda la decadenza che riguarò l'Impero Britannico prima della grande ascesa del Reich tedesco. In maniera simile, ma mai identica, potremmo ritrovarci in una situazione analoga riguardante la Cina di Xi, la quale si sta giocando il tutto per tutto per essere una potenza egemone.

Questa spinta ambiziosa all'egemonia viene accellerata dalla scelleratezza e dalla pochezza dei lib-dem americani, i quali in virtù del novo ordoliberismo arcobaleno intendono provocare la Cina proprio come Atene fece con Sparta.

La strategia Usa è sempre la stessa, ovvero quella di usare i diritti umani come strumento di propaganda per colpire il Soft-power dei paesi a loro non ancora allineati e genuflessi.

Mentre Biden esulta per essersi portato dalla sua il cosiddetto gruppo di Visegrád in funzione antirussa(e con esso alcuni leader sovranisti come Salvini); in verità la situazione potrebbe essere meno rilassata di quello che appare. La Germania, nonostante le ostilità del Pentagono, sembra essere intenzionata ad andare avanti nel gasdotto con la Russia e nell'intensificare i rapporti con la Cina.

Dal canto nostro, l'Italia di Draghi è disposta a creare un asse strategico neolatino con la Francia in funzione anti-austerity, ovvero in chiave anti-tedesca. Insomma, una rinnovata dottrina keynesiana da adottarsi per meglio consolidare l'asse Roma-Parigi. Tuttavia, l'Italia non può fare a meno dei suoi rapporti industriali con la Germania, e idem dicasi delle importanti relazioni con la Russia.

Questo significa che se il soft power italico ne uscirebbe rafforzato da un rinnovato feeling con i suoi cugini d'oltralpe, stessa cosa non si potrebbe dire del suo importante asset strategico-industriale, ancora fortemente dipendente da Berlino quanto da Mosca.

Questa ambiguità italica, dovuta a contingenze strategiche, porterà i paesi europei ancora più nel caos. La Repubblica Popolare Cinese ne approfitterà, insieme alla sua "fedele" alleta Fed.Russa, per ricucire i rapporti con i paesi UE disorientati, sopperendo così al calo di soft power di questi ultimi mesi.

Dal lato Usa, questa "compravendita" sino-russa in Europa vedrà la Nato schierarsi con maggior forza con l'Europa dell'Est; in particolar modo verso il rinnovato accordo militare fra Romania e Polonia(quest'ultimo in funzione sia antirussa che antitedesca).

Ma la Cina oltre che alle minacce esterne, deve guardasi da quelle interne. Oltre al calo di consensi ad Hong Kong e al problema etnico degli Uiguri, l’Impero di Mezzo sta subendo per la prima volta nella sua storia un brusco calo demografico. Le grandi potenze, si sa, necessitano di una popolazione giovane per perseguire i propri obiettivi geopolitici. Non si tratta solo di godere della forza lavoro necessaria a garantire la crescita economica.

C’entra soprattutto la possibilità di disporre di una società pronta a sopportare le sofferenze e a combattere per il proprio paese in caso di conflitto. Una società “anziana”, segnata da un’età media troppo alta, tende a concentrarsi sul perseguimento del benessere e non è disposta a morire per gli interessi di lungo periodo della collettività. Pechino vuole evitare tale scenario, visto che ambisce a conquistare Taiwan (con la forza, se necessario) e si prepara a un eventuale conflitto militare con gli Stati Uniti nel Mar Cinese Meridionale.

Di qui la necessità di invertire il trend demografico. Recentemente la Banca del popolo cinese ha suggerito l’eliminazione completa del vincolo di due figli per nucleo familiare attualmente in vigore e l’introduzione di sussidi alle famiglie per invertire la parabola discendente del tasso di natalità. Anche qualora tali misure venissero adottate, i risultati non sarebbero repentini. Si stima infatti che la popolazione cinese comincerà a decrescere dal 2022. In tal caso si tratterebbe del primo declino demografico da quando negli anni Cinquanta del secolo scorso Mao Zedong promosse il disastroso “Balzo in avanti”.

Gli Usa, nel frattempo, approfittando delle debolezze cinesi, puntano a schiacciare la Repubblica Popolare al suo interno, sempre più lontana dal proprio mare (il Mar Cinese meridionale), cercando così di comprimerla dentro i propri confini per renderla inoffensiva.

La “Terra di mezzo” dal canto suo attuerà tutta la sua confuciana volontà per scongiurare un simile scenario.

Ma i pericoli della storia sono in agguato, Tucidide ci ricorderebbe che quando una potenza emergente minaccia di spodestare quella dominante, il risultato più plausibile è la guerra.

Questa la dinamica che da sempre scandisce la storia.

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Articolo pubblicato il 13/05/2021