Biella – Il nuovo numero della Rivista Biellese

La rivista presenta interessanti studi tematici

Il secondo numero trimestrale del 2021  della “Rivista Biellese”(pp.80 ill. € 6.00 – foto copertina) ), accoglie l’attento lettore con una tavola votiva ( eseguita da Luigi Mosca Moro, raffigurante un’ incidente avvenuto nel 1863) e depositata presso il santuario di San Giovanni Battista d’Andorno,   all’interno della rivista, la ritroviamo accompagnata da un’interessante saggio, di Riccardo Dorna, “Due modelli di devozione”: In  un recente censimento dei piloni in Alta Valle del Cervo, ci consentono alcune riflessioni sull’iconografia della Madonna d’Oropa e di san Giovanni Battista.

Lo studio analizza poi,  come i rettori dei santuari pretendevano un accettabile, seppur modesto, livello qualitativo delle opere. Le tavole votive, per essere accettate, erano soggette ad una certa mediazione, un tramite tra le autorità ecclesiastiche, per il lascia passare ad essere appese nelle apposite gallerie per onorare la grazia ricevuta:per una guarigione o uno scapato incidente mortale.  Mentre i  numerosi piloni votivi sparsi per le valli biellesi, ne erano  completamente estranei. Venivano  costruiti dai valligiani e decorati da pittori, magari itineranti.

Un’altra immagine all’interno della patinata rivista (proveniente dalla Fondazione Sella, Biella) mostra in  una fotografia di Federico Maggia -1973-   la ricostruzione del Lanificio Botto dopo la disastrosa alluvione . Matteo Negro  “Autoscatti della natura”,  « grazie all’evoluzione e alla diffusione delle foto trappole. Oggi il monitoraggio non invasivo della fauna che ci circonda e alla portata di tutti. Consigli tecnici e raccomandazioni per un approccio corretto e rispettoso».

Carlo Ottone  “Una lapide per Francisco Ferrer”. «Le  polemiche tra laici e cattolici all’indomani dell’esecuzione dell’anarchico spagnolo avvenuta nel 1909. La querelle si riaccese due anni dopo, in occasione della posa di una lapide a Sagliano».  Carlo Gavazzi,  affronta le  nuove informazioni sulle regole del gioco   effettuati sui tavolieri incisi di Forgnengo, con un saggio:  “Stando alle regole del Gioco”. Massimiliano Franco “La serva e l’acido”,«un caso di avvelenamento di inizio Novecento rivela tra le righe un ambiente  caratterizzato da subalternità e condizioni di vita precarie e marginali». 

“Lo scempio della Garella”,  di Alberto Gallotto, ci parla «nel contrasto all’avanzare delle risaie, a fine Ottocento a Castelletto Cervo le autorità intervengono con mano pesante contro i piccoli proprietari. Ma la situazione di fronte ai grandi possedimenti, l’atteggiamento cambia».

Pier Luigi Perino, nel servizio  “Un bosco che cresce”, affronta l’indice della boschività della provincia di Biella, che attualmente e pari al 50%. Pier Mario Mello Teggio “la banca dello speziale”, « Nel Comune di Veglio a metà Ottocento Giovanni Battista Catella (farmacista) concedeva prestiti in denaro, attività probabilmente ereditata dal padre notaio. I bassi tassi d’interesse applicati lo escludevano che si trattasse di usura».

La rubrica della  cucina curata da Mina Novello, la quale oltre alla ricetta, o ai menù delle varie portate servite in un banchetto, ci erudisce sempre con una bella storia legata ai piatti. La descrizione avviene sempre precisa, introducendo  il lettore all’evento come fosse un ‘ invitato al pranzo. In questa citazione trimestrale,   affronta un menù per   Teresotta Maggia di Pettinengo  che nel 1922, i titolari   del  maglificio  Bellia Bernardo & figlio  offrono un importante pranzo   con  tradizionali piatti a circa centoventi invitati per il conferimento di una medaglia  d’oro  alla signora Teresotta Maggia   da parte della Camera di Commercio di Torino per   i suoi  cinquant’anni di lavoro presso il medesimo stabilimento.

Nell’articolo Mina Novello,  commenta tutte le portate del menù che vennero servite per l’occasione.     

 

 

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Articolo pubblicato il 13/05/2021