Il Museo di Oropa: Uno scrigno di storia

di Alessandro Mella

Il Santuario di Oropa, complesso monumentale che sorge nel biellese in un magnifico contesto montano, si presenta davvero come uno dei luoghi storici più importanti del Piemonte.

Negli spazi enormi che caratterizzano questo luogo di pace, contemplazione e riposo spirituale si trovano anche magnifiche occasioni per arricchire il proprio bagaglio culturale.

Lungo due lunghi e spaziosi corridoi, è disposta la galleria degli “ex voto” nella quale è possibile scorgere i ricordi di vita quotidiana, guerre, paure, epidemie, sventure e difficoltà delle genti d’un tempo. Tutto questo attraverso le delicate pennellate di tanti artisti popolari del passato che fu. Molti di questi quadretti potrebbero offrire, singolarmente, lo spunto per uno scritto od uno studio dedicato.

Da una porticina sobria ed umile, quasi nascosta, si accede poi al Museo del Tesoro del Santuario ed agli appartamenti della Real Casa di Savoia.

Nelle prime sale il visitatore ha modo di scoprire importanti reperti archeologici che, dal II sec. a. c. in poi, narrano le vicende del territorio e degli insediamenti antichi che qui sorsero.

Personalmente, trovo sempre molto importante ed interessante poter prendere visione dei ritrovamenti archeologici fatti in un ambito territoriale oggetto di una visita o di un approfondimento. Credo sia un approccio di un certo valore anche emozionale.

Seguono, poi, opere di pregevole fattura come la pala cinquecentesca del pittore Bernardino Lanino, ritratti, dipinti, documenti, progetti e disegni del complesso.

Proseguendo nella terza sala si incontrano le esposizioni dei paramenti sacri, tra i quali capi che percorrono il periodo che va dal XVII al XIX secolo. Tra loro uno realizzato, secondo la leggenda, con il manto del Beato Amedeo IX Duca di Savoia ed alcuni provenienti da donazioni dei sovrani italiani o di famiglie nobili e notabili.

La quarta sala si mostra subito come un trionfo di bellezza che fa davvero onore all’arte orafa del passato. Corone, ostensori, gioielli e infinite meraviglie raccolte nel “tesoro del santuario” e che nel tempo hanno adornato anche la celeberrima statua della Madonna Nera cara al cuore dei piemontesi e non solo.

Accedendo, poi, agli Appartamenti Reali si incontra una vera “capsula del tempo” poiché essi raccontano, con sobrietà sabauda, i lunghi e storici legami tra la Casa di Savoia ed Oropa (legami documentati anche dalle targhe presenti nel Santuario e documentanti le visite dei Savoia Carignano ed Aosta). Vi si trova anche un magnifico mobilio adornato di cimeli di pregio, tra i quali un busto da scrivania di Re Carlo Alberto che ha molto colpito lo scrivente per la sua bellezza.

Alle pareti, distribuiti nel percorso, i ritratti dei Re di Sardegna e d’Italia di pregevole fattura e di grande bellezza con una rara particolarità. Quasi sempre, nei musei o regge sabaude, i ritratti si fermano a Vittorio Emanuele III poiché il Re Umberto II lasciò l’Italia già il 13 giugno 1946 ed ai più mancò il tempo di aggiungere i riferimenti al nuovo sovrano. Riferimenti che poi, il più delle volte, non furono mai realizzati in seguito alla svolta repubblicana.

Ad Oropa, invece, si nota anche un bellissimo ritratto di Umberto ispirato dalla melanconica e celeberrima foto di Cascais. Si tratta di una rara ed incantevole delicatezza.

Difficile, in poche parole, riassumere la bellezza, il fascino, il senso di arricchimento che il piccolo ma ricchissimo museo può offrire. Si tratta a tutti gli effetti di una delle perle rare che nasconde il nostro caro e vecchio Piemonte e la cui visita, di cuore, mi sento di consigliare.

Alessandro Mella

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Articolo pubblicato il 26/05/2021