1860-1861. L'Unità d'Italia e la Sicilia

Conferenza organizzata dalla Associazione Mazziniana Italiana Torino – Piemonte

Riceviamo e pubblichiamo la comunicazione inviataci dalla Professoressa Cristina Vernizzi, Presidente dell'Associazione dell'Associazione Mazziniana Italiana Torino–Piemonte.

 

Martedì 25 maggio 2021, alle ore 17,30, si terrà la conferenza “1860-1861. L’Unità d’Italia e la Sicilia”, organizzata dalla Associazione Mazziniana Italiana Torino – Piemonte.

Non possiamo ricordare la dichiarazione del Regno d’Italia nel marzo del 1861, senza fare una riflessione sul ruolo fondamentale che ebbe la Sicilia nei mesi precedenti.

Quando Giuseppe Garibaldi sbarcava a Marsala l’11 maggio 1860, iniziava l’impresa che avrebbe condotto alla unificazione quasi completa del territorio, mancavano solo lo Stato Pontificio e parte del Veneto. La marcia vittoriosa dell’eroe fino a Napoli nel settembre di quell’anno, è segnata dalla partecipazione attiva della popolazione dell’isola.

Dal primo giorno dello sbarco, lungo tutto il percorso, furono migliaia i picciotti che si unirono, sostenuti da una rete di patrioti mazziniani che dalla vicina Malta avevano organizzato l’insurrezione di aprile e preparato l’adesione a Garibaldi. Personaggi costretti all’esilio, come Rosolino Pilo, che sarà ucciso nella presa di Palermo, Nicola Fabrizi di Modena, futuro deputato, Francesco Crispi, futuro primo ministro, tenevano i contatti tra l’esule genovese e gli isolani, mentre Cavour tesseva la sua rete diplomatica per evitare incidenti internazionali.

Fu infatti una impresa che vide l’accordo tra forze monarchiche e forze democratiche: per il comune obbiettivo unitario, furono sospese le rispettive pregiudiziali politiche e il re Vittorio Emanuele confidava a Cavour che in caso di insuccesso, la colpa sarebbe stata attribuita solo all’Eroe.

Giuseppe Mazzini era convinto assertore che l’unificazione avrebbe dovuto iniziare dal Sud Italia, e lo convincevano le notizie sul malgoverno e su una opprimente mancanza di libertà. Il debole Francesco II di Napoli, si era deciso troppo tardi a concedere una costituzione e poteva avere l’appoggio della sola Santa Sede, dove riparerà dopo la perdita del Regno.

I numerosi esuli democratici che dal dominio borbonico erano approdati a Torino, considerata la “Mecca” per i diritti costituzionali che vi si respiravano, avevano preparato il terreno per una eventuale annessione al Piemonte. Quindi, la spedizione garibaldina, una volta partita, poteva solo contare sulle capacità dell’eroe e sull’accoglienza della popolazione.

Come sappiamo, dopo soli quattro giorni, a Calatafimi si ebbe una prima clamorosa vittoria: circa 1500 garibaldini sbaragliavano gli oltre 3.000 borbonici: da quel momento l’insurrezione dilagò alimentata dalla notizia che i numerosi fuochi accesi sulle colline diffondevano ovunque.

Contadini, notabili, clero maggiore e minore accolsero e aiutarono Garibaldi: da Salemi a Sciacca a Misilmeri a Catania, non ci fu comune piccolo o grande che non soccorresse con ogni mezzo quello strano esercito. I conventi davano ospitalità, le città equipaggiavano le legioni che si stavano formando, costituite di patrioti e militari ungheresi, polacchi, francesi e inglesi.

Quando Garibaldi consegnò a Vittorio Emanuele il Regno del Sud, nell’ottobre 1860, il suo esercito contava circa 40.000 uomini, dei quali più di 4.000 siciliani.

Le delusioni che poi seguirono, con il mancato riconoscimento dell’esercito meridionale, la forzata applicazione delle leggi piemontesi in un contesto territoriale tanto diverso dal Nord, porteranno negli anni successivi ad una estesa insurrezione che sfocerà nel brigantaggio.

“1860-1861: L’UNITA’ D’ITALIA E LA SICILIA”

Sono previsti i seguenti interventi:

Sulla situazione politico-sociale della Sicilia nel 1860-61” parla il professor Michelangelo Ingrassia dell’Università di Palermo, Direttore del Centro di Documentazione e Studi “Gaetano Pensabene”;

introduce Cristina Vernizzi, Presidente A.M.I. – Torino – Piemonte;

conclude Michele Finelli, Presidente Nazionale A.M.I.

La conferenza può essere ascoltata cliccando sul link: https://us02web.zoom.us/j/87422106284?pwd=eUZoOU1mRCtOOHFRNk1QS1NRT056QT09

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Articolo pubblicato il 21/05/2021