E se parlassimo un po’ di nascite, invece che di morti?

Forse se in mezzo ai numeri dei contagi, dei positivi, dei morti ammazzati e dei decessi per Covid, si inserisse una riflessione sulle nascite, chissà, il quadro della situazione attuale potrebbe apparire un po’ meno drammatico e forse più veritiero.

E’ vero che la bella normalità positiva e discreta, che in Italia esiste, eccome se esiste, non fa notizia; ed è altrettanto vero che le informazioni positive, spesso tenute rigorosamente nascoste, quasi fosse peccaminoso divulgarle, sono subissate dalla pratica dello sport più diffuso nel nostro paese, anche più del calcio, cioè il gusto per la polemica a priori, del lamento sistematico. Tuttavia, considerato che mi pare siamo tutti liberi di esprimere le nostre opinioni, almeno nel rispetto di quelle altrui, non vedo perché non proporre qualcosa di diverso.

Per esempio, nonostante sappiamo tutti che in Italia nascono pochi bambini, ora che la stagione migliora e la temperatura si alza non è così difficile, per fortuna, vedere carrozzine e passeggini guidati da genitori che magari hanno un piccolo nello zaino sulle spalle; o anche giovani (e meno giovani) signore che sfoggiano tondeggianti pancini/pancioni sotto ampie e comode tute.  E sulle spiagge o nei parchi in città i bambini non mancano. Così come in tante zone del paese i nidi e gli asili esistono e funzionano. Cosa c’è di male a segnalarlo? Perché bisogna diffondere solo le negatività?

Mi ha fatto piacere che anche il presidente del consiglio abbia sottolineato la gravità del problema del calo delle nascite; non è un’osservazione particolarmente originale, ma è importante che per una volta la politica abbia abbandonato i toni beceri di una continua e patetica campagna elettorale e si sia invece occupata di ampliare la prospettiva dei problemi e delle soluzioni. Cioè quello che la politica dovrebbe fare per sua natura, ma tant’è. E allora parliamo ancora di bambini e di nascite.


 

Ogni sera siamo subissati da numeri, il più drammatico dei quali è certo quello dei morti. E sarebbe ancora più preoccupante se lo confrontassimo con quello delle nascite. So che ci vuole coraggio a mettere al mondo figli oggi, ma non posso fare a meno di pensare che il problema dei problemi, forse ancora più del Covid e non certo solo da oggi, in Italia, sia proprio questo.

Le giustificazioni davanti alla scelta di non avere figli abbondano e vengono sbandierate dovunque; non c'è lavoro, quando c'è è precario, le donne che lavorano se restano incinte lo perdono o almeno non hanno possibilità di fare carriera, chi accudisce i bambini se entrambi i genitori lavorano e via dicendo. Tutto giusto (forse), ma c'è un ma. Anzi ce ne sarebbero tantissimi.

Fermiamoci su quello più   ovvio, di cui nessuno sembra però tenere in considerazione l’enorme portata. Nel giro di qualche decennio, ho letto da qualche parte, se andiamo avanti così, la popolazione del nostro paese risulterà dimezzata. Se ci informiamo appena un po’ in proposito, non credo avremo difficoltà a crederci. 

E allora cosa ne sarà della nostra bella penisola? Della nostra lingua, della nostra storia, della nostra cultura e della nostra economia? Meglio non pensarci.  Sui problemi legati al calo della natalità credo siano state scritte biblioteche e se ne stiano scrivendo anche oggi. Quindi rimando chi volesse avere dati in proposito a studi, articoli, saggi e statistiche facilmente reperibili ovunque. Diciamo che personalmente ritengo il calo della natalità il problema più grave del nostro paese. E non solo del nostro. Così come in altre parti del mondo il problema è inverso. Ma non andiamo troppo in là e torniamo   alla nostra bella penisola.

Sia chiaro che non voglio convincere nessuno ad avere bambini. Lungi da me l'idea di fare proselitismo. Tuttavia, una proposta ce l'avrei: ogni sera, dopo il numero dei morti, mandiamo in onda anche quello delle nascite. E contestualizziamolo, raccontando qualcosa di bello sulla gioia di un’ostetrica che è riuscita a far nascere un bambino in un maso sperduto tra i monti o di una barca che è riuscita a portare a terra una donna appena in tempo perché partorisse in ospedale.

Succedono, queste cose. Ma soprattutto diciamolo, quanti bambini sono nati; per piccolo che sia, questo numero forse potrebbe aiutarci a stemperare un po' il dramma della pandemia nelle immagini che le parole “nascita” o “bambino” portano con sé e magari anche a ricordare che una nuova vita è l'antidoto migliore contro la morte. 

 

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Articolo pubblicato il 28/05/2021