Quale maschera mi metto stamattina?

Ognuno recita il ruolo che più gli conviene nel teatrino dell’assurdo quotidiano!

 

 

Parte quinta del quattordicesimo incontro dei dialoghi sul senso della vita tenutosi nel pomeriggio del giorno 20 dicembre 2013 presso la biblioteca di San Raffaele Cimena (To) sede dell’UNITRE locale.

 

 

A tutti piacerebbe poter fare tutto quello che ci piace o passa per la testa; tuttavia la durata di un’esistenza ne limita le possibilità e quindi è preferibile stilare una lista delle priorità per evitare di trovarsi alla fine senza aver fatto quelle esperienze veramente essenziali.

 

IDP … Mi sa che sarà proprio così ! … torneremo a zappare la terra!

IDP … torneremo indietro!

IDP … non sappiamo più usare il cervello, non sappiamo più nemmeno fare una divisione

IDP … lo si vede sempre più spesso anche in televisione … hanno intervistato una persona che non era in grado di recitare le tabelline!

IDP … ed era una universitaria!

IDP … beh … anch’io ci devo pensare un momento!

IDP … troppi computer e navigatori satellitari alla lunga inibiscono le capacità personali …

 

… tutto questo è vero, ma non fa perdere definitivamente le facoltà del nostro intero sistema; significa che, volendo fare lo sforzo necessario, possiamo recuperare tranquillamente tutto quanto abbiamo acquisito; quindi nessun alibi, né giustificazione. Solo, più trascuriamo una nostra capacità, più sarà laborioso, faticoso, recuperarla efficacemente.

 

IDP … certo diventiamo pigri! … se infatti posso fare quello che serve attraverso un dispositivo, poi, poco per volta, non avrò più voglia di fare lo sforzo di farlo direttamente.

 

Quello che porto con me è solo un telefonino, omaggio della Stampa agli abbonati, ed è spento. Lo uso se mi serve, per emergenza, altrimenti ci sono altri tempi e modi per comunicare in modo più appropriato. Chi mi cerca si lamenta di trovarlo sempre spento; se però lo tenessi sempre acceso ad essere “spento” al suo posto sarei io. Continue interferenze non sono mai salutari. I propri tempi devono essere rispettati, da noi per primi.

 

Molti si chiedono come fare se succede qualcosa e non possiamo essere raggiunti ed informati perché abbiamo il telefonino spento.

Come diceva un vecchio saggio:

 

“se si può fare ancora qualcosa, perché disperarsi?

e se non si può più fare nulla, perché disperarsi?”

 

Aggiungerei a questo detto una postilla riguardante chi sta sempre connesso temendo di perdersi qualcosa o non poter risolvere qualcosa: perché disperarsi reagendo immediatamente ad ogni cosa inutile che ci viene proposta quando un istante dopo è già passata, o, per lo meno, diversa?

 

Torna utile il vecchio detto della nonna: contare fino a dieci prima di rispondere! Se la cosa è veramente urgente e importante la chiamata sarà prolungata o ripetuta.

 

Altrimenti ci troveremo a rispondere continuamente a qualcuno che ci chiede che tempo fa e dove siamo … A quale fine?

 

IDP … che stress!

IDP … ma è anche un modo per socializzare…

IDP … io lo adopero solo per le emergenze!

 

… socializzare attraverso un apparecchio?

È solo un modello di comportamento indotto e accettato perché non si ha tempo e voglia di socializzare veramente.

 

IDP … certo con l’avvento del telefonino si tende sempre più ad utilizzarlo come strumento di semplificazione …

 

… arrivando a telefonare alla persona che abbiamo di fianco anziché rivolgersi a lei direttamente guardandola negli occhi (che tempo fa si diceva … sono lo specchio dell’anima).

 

IDP … il fenomeno è cominciato nelle fabbriche per agevolare le comunicazioni tra una stanza e l’altra e così è diventato di uso comune anche fuori … tagliando fuori il dialogo personale …

IDP … ma se questa cosa è dilagata è perché ha risposto ad una esigenza …

 

… dipende da cosa noi vogliamo fare della nostra vita!

Se abbiamo solo bisogno di fare delle cose per riempire il tempo che abbiamo a disposizione, certamente va bene tutto! Meglio ancora se possiamo farlo con qualcosa che non ci impegni più di tanto, che non richieda sforzo, mentre sappiamo benissimo che siamo, volenti o nolenti, responsabili di ogni cosa che facciamo anche per scherzo. Infatti è per scherzo che cose futili ed insignificanti diventano così importanti da costringerci ad agire in un certo modo, come se non potessimo farne a meno, come se ne fossimo dominati.

 

Mi ricordo un aneddoto che ben descrive questo meccanismo perverso.

 

Nel 1981 in Francia un funzionario del dipartimento del Bilancio fu incaricato dal governo di stabilire una misura per contenere il tetto delle spese statali. Costui a sua volta incaricò due giovani esperti in materia, i quali messi alle strette e non sapendo che pesci pigliare, senza alcuna base scientifica, decisero di stabilire “a capocchia” che un rapporto debito/prodotto interno lordo del 3 per cento potesse “suonare” bene. La norma, adottata dalla Francia, divenne europea negli anni 90 e ancora oggi, sebbene tutti la ritengano inadeguata, continua ad essere in vigore e a determinare l’andamento economico europeo

Il "padre della regola", che è diventata l'incubo di mezza Europa, oggi ha 62 anni, e assiste agli sviluppi con un certo divertimento constatando che: «Non avremmo mai immaginato che succedesse davvero quello che è avvenuto».

 

Basterebbe farsi alcune domande per renderci conto immediatamente di quante complicazioni possiamo evitare ed evitarci se solo la smettiamo di agire senza coscienza, correndo dietro a tutto quello che si muove e luccica nell’aria come specchietti per le allodole.

 

IDP … abbiamo un cervello! … cerchiamo di usarlo!

 

… basterebbe farsi le due semplici domande:

 

Mi serve?

Davvero?

 

E solo dopo agire.

Scopriremmo che il 99 per cento delle cose che facciamo sono inutili, se non controproducenti. Sarebbe una bella liberazione non essere costretti a farle credendo siano indispensabili o utili.

Pensate che le facciamo tutti i giorni!  Quanta energia sprecata inutilmente!

 

IDP … però risulta essere difficile rispondere no alle persone che ci sono vicine … a volte è più facile dire sì anche se sai quali

conseguenze comporti, che dire no … o almeno … io non ci riesco … quante volte ho fatto qualcosa che non volevo fare solo per compiacere una persona … perché era più comodo

 

… anche per questo possiamo usare un trucco. Un trucco assai efficace e potente. Si tratta di rispondere sempre sì a tutto quello che ci viene chiesto e poi … non farlo! (idp …risate!).

 

IDP … Ecco!

 

Infatti basta lasciar passare pochissimo tempo perché quello che ci era stato chiesto venga dimenticato o risolto diversamente, non serva più o serva altro, o addirittura procuri danno. A meno di essere proprio noi a volerlo fare o ricordare a tutti i costi, al punto che, molte volte, facciamo quello che ci è stato chiesto e ci sentiamo dire dalla stessa persona “ma chi te l’aveva chiesto” o “non era questo che intendevo quando ti ho chiesto quella cosa”, “hai capito male” o “sarebbe stato meglio che ti fossi fatto gli affari tuoi ?!”

 

Funziona così, ma nessuno ci crede, e quindi nessuno ci prova neppure, salvo poi dire che non funziona. Luoghi comuni presi per verità! Questa è la realtà dei fatti. I nostri politici ci dicono delle cose che faranno e non fanno mai, ma gli noi crediamo, gli scienziati ci dicono come funzionano le cose ma poi vengono smentiti puntualmente da altre ricerche, e noi crediamo sia agli uni che alle altre, i religiosi ci dicono di credere a quello che loro hanno solo sentito dire o letto, e noi così facciamo, scontrandoci tra di noi a causa di indicazioni diverse ricevute da religiosi diversi; gli economisti, che sanno fare a malapena i conti in tasca propria, insegnano nelle università come funziona il sistema economico, e noi crediamo loro finendo in bolletta anzitempo, stilisti ed esteti che dicono come dobbiamo vestire e apparire  (ma li avete mai veramente guardati come sono loro ) e noi subito a cambiare abito e faccia. Ricordate Pinocchio, il gatto e la volpe? È una storia che si ripete continuamente.

 

Dovremo far tesoro invece di quanto ci mostrano i nostri figli più svegli che rispondono sempre di sì alle nostre (assurde) richieste e poi fanno quello che vogliono. Almeno compiono i loro errori e non continuano i nostri!

 

Quando prenderemo coscienza che stiamo fingendo di vivere?

Quando prenderemo coscienza del meccanismo perverso che continuiamo a far funzionare?

 

Rispondere sempre sì allo scorrere della vita è altra cosa, non significa assecondare questo o quello, secondo il nostro gusto o giudizio, bensì non sottrarsi a quanto la vita stessa ci propone a dispetto di tutti i presupposti, luoghi comuni, abitudini e buon senso corrente. Significa occuparsi di fare solo quello che serve e lasciar perdere il resto.

 

IDP … Mah, … io non la vedo così: ci sono un sacco di persone che incontro che mi dicono: sì, sì, va bene … poi però mi incavolo perché non fanno quello che mi hanno detto … ma se mi avevi detto così perché non hai fatto ciò che mi aspettavo di conseguenza? È troppo bello fare bella figura dicendo di sì e poi fare diversamente! …

 

… non era questo il senso del sì alle cose che la vita ci chiede.

 

IDP … Ho capito che non era questo, … però all’atto pratico … è quello che dico io …

 

… quello non è l’atto pratico, è la messa in scena che noi recitiamo tutti i giorni, … è la rappresentazione che, da buoni attori di teatro, facciamo di noi stessi, fino a convincerci di essere veramente il personaggio che recitiamo. Ovvero, pur sapendo come si comportano quelle persone, anche noi, che dovremo conoscere come siamo veramente, ci arrabbiamo ancora se non fanno altro che continuare ad agire come ben sappiamo. Un bel teatrino che teniamo in piedi a costo della nostra intera vita.

Un teatrino che teniamo in piedi perché, in fin dei conti, ci piace il ruolo di attore che ci siamo ritagliati; sotto sotto ne siamo così soddisfatti che non intendiamo cambiarlo a nessun costo.  Arlecchino servo vostro, circondato da tutte le maschere carnevalesche che tutti conosciamo; maschere che ben esprimono il senso delle nostre caratteristiche comportamentali abitudinarie e consolidate.

 

Vogliamo restare nel teatrino come attori e non come pubblico, come osservatori. Non ci divertiamo a stare tra il pubblico, vogliamo partecipare allo spettacolo a costo di rinunciare alla nostra vera identità, anzi, preferiamo continuare a nascondercela. È più comodo, così possiamo continuare a fingere rispettati da tutti quelli che fingono insieme a noi. Infatti chi invidiamo? Gli attori e le attrici che hanno avuto successo vendendo la loro immagine fittizia meglio di noi.

 

IDP … Se chiedono qualcosa a me prima ci penso e poi rispondo se posso o non posso farlo! Se lo posso fare rispondo di sì, altrimenti la risposta è no! La maggior parte delle persone risponde con troppa facilità, senza pensarci su. E io mi incavolo con loro.

 

Guardi …  nella mia agenda una volta scrivevo solo gli impegni che ci potevano stare, e per farcele stare dovevo combattere con tutti, cercare di spostare questo o quell’impegno, impegnarmi per mettere d’accordo le varie possibilità … insomma una faticaccia! E alcune persone si arrabbiavano perché dicevo loro di non avere tempo e spazio a causa di precedenti impegni.

Tentare di mettere ordine e contemporaneamente soddisfare tutti era praticamente impossibile. Fino al momento in cui non potendone più ho cominciato a dire sì a tutti indiscriminatamente.

 

E cosa ho scoperto?

 

Che benché l’agenda si fosse immediatamente riempita di impegni sovrapposti ed incompatibili, e mentre mi slambicavo il cervello per cercare una soluzione a tale ingarbugliata situazione, erano i fatti stessi a mettere ordine in modo che potessero starci solo quelli che dovevano e potevano starci. Incredibilmente uno telefonava per disdire un impegno, un altro per spostarlo, mentre un altro mi chiedeva un impegno laddove si era liberato uno spazio. Ho imparato la lezione, e sono più di venti anni che la cosa funziona. Ho scoperto che la realtà è molto più intelligente e organizzata di quello che penso e credo e quindi non devo essere io a cercare di organizzarla! Che liberazione! A me spetta solo occuparmi di quello che si può e si deve; così è perfino divertente ed istruttivo! Più nessuna guerra con nessuno! Più tempo disponibile e meno tensioni; che medicina!

 

 

Continua nel prossimo articolo.

 

foto e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 04/06/2021