Il comm. Antonio Padula alfiere dell'amicizia italo-portoghese

di Alessandro Mella

Il Portogallo e l’Italia sono nazioni legate da rapporti secolari e da una consolidata amicizia di cui spesso ho avuto modo di scrivere. Tra i personaggi che favorirono lo sviluppo ed il consolidamento di questa reciproca simpatia ci fu senz’altro il nob. comm. Antonio Padula.

Egli nacque a Napoli il 13 agosto del 1858 figlio del nobile Enrico e da Maria Carmen Dicaterino. La famiglia è oggi ampliamente descritta nell’Annuario della Nobiltà Italiana diretto da Andrea Borella nella parte II (1).

Di origini spagnole (2), essa fu accolta nel Sovrano Ordine di Malta nel 1703 e nell’Ordine Costantiniano nel 1755 (3).

Tra i suoi esponenti si ricordano il matematico e Senatore del Regno Fortunato Padula, il poeta Vincenzo e il teologo monsignor Giuseppe vescovo di Bovino (4).

Antonio divenne, già in giovane età, ardente ed appassionato scrittore, storico e conferenziere con un vivace e crescente interesse per le lingue latine e particolarmente per il portoghese la cui letteratura iniziò a divulgare fin dal 1895. Passione che lo condusse a fondare, nel 1902, la Società Luigi Camoens per promuovere gli studi portoghesi nel nostro paese.

L’ardore del Padula colpì moltissimo Re Carlo I del Portogallo che lo onorò con la nomina a corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Lisbona nel 1897 e nel 1900 con la patente di “fidalgo cavaleiro” che gli conferì la nobiltà ereditaria portoghese.

Successivamente, gli furono conferite anche le commende del supremo Ordine del Cristo, dell’Ordine di San Giacomo della Spada e del Real Ordine di Nostra Signora di Vila Vicosa (5).

Onorificenze ancor oggi patrimonio dinastico della Real Casa del Portogallo con gran maestro il Capo della Real Casa del Portogallo, Dom Pedro Duca di Braganza e di Loulè, per cancelliere Dom Nuno Cabral da Camara Pereira Marchese di Castel Rodrigo e Connestabile del Portogallo e per rappresentante il Conte Giuseppe Rizzani Delegato degli Ordini Dinastici Portoghesi per l’Italia, la Repubblica di San Marino e la Santa Sede. Ordini che molte volte hanno ornato ed ornano il petto di numerosi italiani.

E proprio agli Ordini Dinastici della Real Casa del Portogallo, cari al suo cuore, egli dedicò un celebre libretto divulgativo che fu tra le prime opere sul tema edite in Italia.

Membro per molti anni della Regia Commissione Araldica Napoletana, il Padula fu anche membro di numerose accademie e società di studio ed ebbe la cittadinanza onoraria di Acri, Cerzeto, San Martino di Finita, e San Benedetto Ullano.

Dalla Real Casa di Savoia non gli mancarono onori e stima concretizzati nella concessione “motu proprio” del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia e poi della Commenda dei Santi Maurizio e Lazzaro e della Medaglia d’Argento al Merito della Pubblica Istruzione (6).

Nel 1893 gli entrò anche a far parte dell’Istituto Araldico Italiano di cui fu fiero ed importante esponente.

Tra le altre onorificenze di cui fu insignito si ricordano anche: Cavaliere di giustizia dell’Ordine Costantiniano, Commendatore dell’Ordine Teutonico, Gran Croce dell’Ordine di Danilo I del Montenegro, Gran Croce di S. Giovanni Battista di Puerto Rico, Commendatore dell’Ordine di Isabella la Cattolica, Commendatore del Sole e del Leone di Persia, Cavaliere dell’Ordine di Alfonso XII, Commendatore di Nichan Iftikhar, Commendatore della Stella di Sarasvati del Nepal e molti altri ordini ed onori ancora (7).

Numerosissimi furono i suoi articoli, saggi, opere, opuscoli ed opere divulgative su molti temi assai disparati.

Scrisse, nel 1901, il Calendario d’Oro – Annuario Nobiliare Diplomatico Araldico:

 

Il Padula col suo ingegno versatile, multiforme, passa con estrema facilità dalla concezione geniale, delicatamente poetica, al lavoro dotto, ponderato, alla discussione filosofica, in cui si trovano larghezza di pensieri, acume profondo, ampia conoscenza delle disparate dottrine dei più celebri pensatori.

 

E così egli fu del resto. Lungo una vita di cultura e studio, storia e divulgazione, scrittura ed impegno, e soprattutto di amore per quel lontano Portogallo che sempre portò del cuore ed agli italiani cercò di far conoscere.

Purtroppo, almeno per ora, non mi è stato possibile individuare con certezza la data in cui pose fine alla sua vita terrena. Certamente egli era ancora vivo ed operoso negli anni ’20 poiché risulta che, non è dato sapere se per convinzione o per necessità, egli si iscrisse al PNF nel 1923 (8). E nel 1928 prese parte ancora ad attività culturali nella sua città.

Questo dato mancante, tuttavia, non impedisce di ricordarne la figura e l’opera perché la memoria dei suoi sogni non si dispersa nel grande calderone della Storia.

Alessandro Mella

(1) Annuario della Nobiltà Italiana, A. Borella a cura di, 2015, ed. XXXII, parte II, tomo II, p. 964.

(2) Ordine Gerosolimitano del Santo Sepolcro Cenni Storici, F. F. Pasini, Pisa 188, pp. 63-64.

(3) Rivista di Araldica e Genealogia, anno II, n. 13, gennaio giugno 1934.

(4) Calendario d'Oro Annuario Nobiliare Diplomatico Araldico, ed. anno 1901.

(5) 3500 Ex Libris Italiani, J. Gelli, 1ª ed. Milano, Ulrico Hoepli, 1908, p. 291.

(6) Rivista di Araldica e Genealogia, anno II, n. 13, gennaio giugno 1934.

(7) Annuario della Nobiltà Italiana, A. Borella a cura di, 2015, ed. XXXII, parte II, tomo II, p. 964.

(8) Rivista di Araldica e Genealogia, anno II, n. 13, gennaio giugno 1934.

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Articolo pubblicato il 31/05/2021