Il museo archeologico di Alba

di Alessandro Mella

Il Piemonte vanta una storia millenaria che ha regalato migliaia di reperti, reminiscenze, bellezze ed opere alle sue genti.

Proprio nel cuore della sua pianura sorge, magnifica e con un grazioso centro storico, Alba la “città delle cento torri”.

Città dal passato glorioso, consolidatosi sotto l’Impero Romano a cui quella comunità diede anche un imperatore. Il celebre Pertinace che, purtroppo, ebbe vita breve sul trono di Roma.

Quei millenni lontani sono oggi rievocati nel Museo Civico Archeologico e di Scienze Naturali fondato da Federico Eusebio nel 1897.

Già professore di letteratura latina a Genova, egli divenne un virtuoso storico ed archeologo ed il primo ad ottenere, nel 1894, la cattedra in Archeologia.

Nato come collezione prettamente archeologica, dopo il trasferimento del 1976, a questo aspetto fondamentale, arricchito con numerosi reperti riemersi negli scavi più recenti, furono associati anche gli spazi dedicati alla storia naturale dell’albese, delle Langhe e del Roero.

Nel 2000 il museo fu riallestito con un ammodernamento generale delle aree espositive per dar loro un tocco di modernità e migliorarne la fruizione da parte del pubblico. Pubblico che può agevolmente affacciarvisi nel corso di una passeggiata nel centro storico trovandosi, l’area museale, nel complesso dell’antica chiesa della Maddalena.

Attraverso le sale si ripercorrono le vicende di Alba dalle origini, prima villaggio preistorico e poi comunità organizzata a partire dal VI millennio a. c. circa, passando per la lunga fase romana di “Alba Pompeia” e poi attraverso il suo status di comune libero nel Medioevo prima dell’assoggettamento ad una dinastia secolare il cui potere andava consolidandosi e crescendo sempre più: i Savoia!

La parte archeologica è costituita dalle collezioni del prof. Eusebio cui sono stati aggiunti migliaia di reperti ritrovati sul territorio ed in città negli scavi degli ultimi decenni.

Questo è un aspetto molto interessante e, a modesto avviso di chi scrive, è la caratteristica che maggiormente fa assumere valore a questi musei solo apparentemente locali.

I materiali, gli stili, il genere dei reperti spesso confermano l’omogeneità del vivere e della società della Roma imperiale ma anche le vie commerciali, i lunghi viaggi fatti da materiali e manufatti, i rapporti tra le provincie dell’impero ed i popoli vicini.

Nel caso del museo di Alba la varietà dei reperti costituisce un valore aggiunto dal momento che il visitatore non vi troverà solo le consuete anfore, sempre piacevoli da studiare, ma anche materiali di vita quotidiana, fibule, monetazione, opere d’arte antica, lucerne, marmi e cippi.

Non meno interessante è, indubbiamente, la parte naturalistica con fossili e altri reperti di primaria importanza per scoprire i cambiamenti e l’evoluzione del territorio nei millenni passati attraverso un percorso coinvolgente la zoologia, la geologia e la botanica.

Insomma, un piccolo scrigno, questo museo, da visitare ed apprezzare per capire meglio le nostre terre e la lunga storia dei nostri popoli. Questi musei sono preziosi, preziosa l’opera di chi ne ha cura e li conserva, prezioso è quanto essi possono trasmetterci e raccontarci.

Perché la bellezza dell’Italia è proprio la sua ricchezza culturale e sociale. Tante memorie, tante genti, per una lunga storia unitaria che ci affratella tutti e tutte.

Alessandro Mella

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Articolo pubblicato il 09/06/2021