Per Fmi Pil dell’Italia +4,3% nel 2021 e +4% nel 2022

E' quanto sottolinea il Fondo monetario internazionale con la tradizionale consultazione annuale

Forse le incertezze degli ultimi mesi, dovrebbero lasciare spazio a scenari maggiormente positivi. Le prospettive economiche dell'Italia dipendono ancora dal percorso della pandemia, dall'entità del cambiamento strutturale che introdurrà, nonchè dall'efficacia delle politiche economiche e di salute pubblica.

La ripresa sarà supportata dalla campagna di vaccinazione in corso e da ingenti investimenti nell'ambito del Pnrr pluriennale del Governo, finanziato principalmente dalle risorse dell'UE di nuova generazione, per aumentare le infrastrutture fisiche e sociali e sostenere le riforme strutturali.

E' quanto sottolinea il Fondo monetario internazionale, che ha concluso la tradizionale consultazione annuale sull'economia del nostro Paese. “La politica di bilancio dovrebbe continuare a fare da cuscinetto agli effetti economici della pandemia tramite misure temporanee e mirate, insieme a un credibile piano di riduzione del debito pubblico nel medio termine”, sottolinea il Fmi.

Il Pil dovrebbe rimbalzare al 4,3% nel 2021 e al 4% nel 2022, mentre l'aumento della spesa per investimenti manterrebbe la crescita ben al di sopra della tendenza precedente per i prossimi anni.

Tuttavia - osserva il Fmi -, le cicatrici economiche a lungo termine potrebbero essere considerevoli. I rischi riguardano a breve termine la velocità con cui il virus viene sconfitto e l'entità del prelievo di risparmi e, a lungo termine, il mantenimento di condizioni finanziarie favorevoli, l'adeguatezza dell'attuazione del Pnrr e il mantenimento dello slancio politico per le riforme strutturali.

Il Fmi si attende ora che il rapporto tra deficit e Pil si attesti all'11,8% quest'anno e all'8% il prossimo, mentre il rapporto tra debito e Pil è visto salire al 159,9% nel 2021 prima di calare al 157,9% nel 2022. Sempre che la politica politicante e le diatribe trai partiti non vanifichino la spinta riformatrice del governo, ad iniziare a non porre ostacoli alla riforma della Giustizia.

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Articolo pubblicato il 04/06/2021