La Cina diverrà proprietaria del Montenegro?

Lasciato solo dall'Europa, lo Stato del Montenegro, col suo enorme debito, rischia di diventare di proprietà cinese.

 

Con oltre un miliardo di dollari chiesti alla Cina per la costruzione di un’autostrada, ora lo Stato del Montenegro fatica a pagare il suo debito. L'Unione Europea appare indifferente, e l'egemonia cinese rischia di "affacciarsi" sulla sponda adriatica di fronte a "casa nostra".
Era dal 1978 che nei balcani non avevamo una nazione filo-cinese. L'ultimo stato ad essere definito tale era la Repubblica Popolare d'Albania.
Ora rischiamo di assistere ad un brusco salto indietro nel tempo, avendo vicino alla "porta di casa" una nazione completamente dipendente da Pechino.

Ma facciamo un passo indietro. Come siamo arrivati a questo punto?

Nel 2014 il Montenegro si indebitò con la Cina per un miliardo di dollari (809 milioni di euro al momento della firma del contratto) per costruire una lunga autostrada che avrebbe attraversato il paese (ad opera della China Road and Bridge Corporation) . Sei anni dopo, l’autostrada non è ancora stata completata e il governo di Podgorica non è in grado di ripagare i suoi debiti.

La prima sezione di autostrada, 41 chilometri (un quarto della lunghezza totale) è costata ad oggi 20 milioni di euro al chilometro; rendendola una delle autostrade più care al mondo, secondo quanto ha spiegato al Financial Times il ministro delle Finanze, Milojko Spajic.

Da parte cinese, si fa sapere che le grandi spese autostradali dipendono dalle molte infrastrutture necessarie a causa della conformazione del luogo: sono necessari soprattutto ponti, e tunnel che attraversino le montagne.

Nel frattempo, il governo montenegrino ha chiesto aiuto all’Unione Europea, sperando di convincerla a intervenire per limitare la possibilità che uno stato molto vicino all’Unione, e candidato ad entrarvi, sia finanziariamente dipendente dal regime cinese. Con un'economia già fortemente provata (con la pandemia il Pil montenegrino è crollato del 15%), il piccolo Paese balcanico necessita di poter uscire dal cappio di Pechino, il quale rischia di scattare già a partire da luglio.

Lunedì, l’Unione Europea, con estrema miopia e superficialità, ha fatto sapere che non contribuirà a rifinanziare i debiti del Montenegro. 

Il contratto tra Montenegro e Cina potrebbe avere conseguenze molto rilevanti: se il debito non dovesse essere ripagato, secondo il Financial Times la Cina acquisirebbe il controllo su alcune porzioni del territorio del Montenegro, e potrebbe quindi ottenere un importante sbocco sul Mediterraneo. Gli esperti chiamano questo genere di accordi “trappole del debito”, in cui paesi con economie fragili si affidano alla Cina per enormi prestiti che non riescono a ripagare, e finiscono per cedere parte della loro sovranità. Qualche anno fa lo Sri Lanka si trovò in una situazione simile, e fu costretto a cedere alla Cina il controllo di un porto strategico sull’oceano Indiano.

Pechino, ad oggi, controllerebbe un quarto del debito pubblico del piccolo stato dei Balcani.

Da tempo la Cina sta cercando di ampliare la propria influenza sulla zona orientale dell’Europa, soprattutto attraverso i Balcani occidentali (Montenegro, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Albania e Macedonia del Nord), che non fanno parte dell’Unione Europea e sono quindi più vulnerabili. In generale negli ultimi anni la Cina ha iniziato una nuova fase di espansione della sua economia, dichiarata all’interno del progetto "Betl and Road Initiative" – spesso chiamato in Italia “la nuova via della seta” – che prevede grandi investimenti infrastrutturali in Asia centrale e in parte dell’Europa. 

Insomma, per l'Italia l'affaccio sull'Adriatico non si prospetta proprio un "bel vedere". Mentre la nostra storica alleata Albania sta finendo in mani turche, il vicino Montenegro potrebbe farci assistere all'indecoroso spettacolo di navi militari cinesi naviganti presso la baia di Kotor. 

 

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Articolo pubblicato il 08/06/2021