41 anni fa, l’incidente di Franco Gasparri, idolo dei fotoromanzi

Una ricorrenza che riporta alla mente un uomo simbolo di un periodo in bianco e nero, felice e spensierato

Nati in Italia nel dopoguerra, i fotoromanzi, denominati tecnicamente “film statici” conobbero un periodo di costante ascesa, raggiungendo l’apice del successo verso la metà degli anni 70. La prima rivista a pubblicare queste romantiche storie “rosa” raccontate da fotografie a fumetti di attori selezionati per la loro bellezza, fu: “Il Mio Sogno” nel 1947, seguita da “Grand Hotel”, “Bolero”, “Lancio” e molte altre testate più o meno specializzate nel genere.

Il fotoromanzo, amato per lo più dal pubblico femminile, in quegli anni del dopoguerra ebbe il pregio di insegnare a leggere a moltissime donne che si innamoravano dei giovani protagonisti maschili e si rispecchiavano nelle romantiche figure femminili. Le trame erano quelle che da sempre coinvolgono i cuori semplici ed emotivi, anticipazione delle telenovele brasiliane che furono proprio ispirate dai romanzi fotografici italiani.

Il romantico desiderio della gente semplice

Sicuramente il fotoromanzo ha rappresentato un’icona popolare per un’Italia semplice, romantica e ottimista, racchiusa nella forbice di un trentennio che ha visto il Bel Paese evolversi e svilupparsi in un continuo progredire, avvolto da un’aureola di sereno, momentaneo, occidentale benessere. Certo è che a quel tempo in cui anche i fotoromanzi erano in bianco e nero, l’Italia consumava i suoi anni più belli, quelli del miracolo economico e di un certo perbenismo civico rispettoso dell’appartenenza, che pian piano, corroso da altri fenomeni di costume e civiltà, sarebbe venuto meno, incanalandosi verso le forti tensioni ideologiche e sociali degli anni di piombo.

Gli anni 70 e gli anni 80 furono comunque quelli della massima ascesa dei fotoromanzi, prima del progressivo rallentamento fino a scomparire negli anni 2000, soppiantati dai romanzi rosa della tv. Nondimeno, quello degli anni 70 fu un periodo di grandissima popolarità per un gran numero di attori e di attrici dei rotocalchi rosa, molti dei quali avrebbero proseguito la carriera nello spettacolo, nel cinema e nella tv; quali ad esempio: Franco Califano, Barbara De Rossi, Laura Antonelli, Francesca Dellera, Ornella Muti….

Il “bello impossibile” del periodo fu certamente lo sfortunato Franco Gasparri: volto perfetto e tenebroso, ruolo da sciupafemmine che però, piace, idolo di ragazze e di più attempate signore, fortuna della testata “Lancio” e protagonista di alcuni film polizieschi nel ruolo di Mark il poliziotto e di altre pellicole sempre affiancato da bellissime donne, tra cui Zeudi Araya.

Un popolo di fans che di colpo, 41 anni fa, esattamente il 4 giugno del 1980, sperduto e colpito dalla disgrazia, dovette fare a meno del suo amato protagonista.

Il pericoloso fascino delle due ruote

Franco Gasparri, amante delle motociclette di grossa cilindrata, ne conosceva il rischio, ma a volte non è una consapevolezza sufficiente. “Quando un ragazzo con la moto incontra un automobilista distratto, il ragazzo è un uomo morto”. Una forzata citazione per definire lo sfortunato destino che restituì al mondo un Franco Gasparri paralizzato all’età di 32 anni e all’apice della sua carriera. L’attore, che lasciò un vuoto incolmabile tra le storie dei fotoromanzi e non solo, accolse il suo destino con consapevolezza e con forzata serenità, continuando a lavorare pur faticosamente come redattore di fotoromanzi. Morì nel 1999 a causa di un’improvvisa crisi respiratoria.

Oggi, chi scrive vuole ricordarlo così a tutte le sue ammiratrici ormai di una certa età, donne che ancora hanno sospirato alla notizia del 41º anniversario del suo incidente, passata quasi per caso in qualche canale tv.  

Il motivo di questo omaggio è affiancato da una curiosa assonanza del destino. Sei anni dopo la dinamica dell’incidente che stroncava la carriera di Franco Gasparri, probabilmente accucciata in qualche angolo delle mie paure, centrava anche me. Nel 1986 mi ritrovai steso nella strada, paralizzato per la vita da una distratta automobilista.

La prudenza non fu sufficiente neppure a me e credo che il destino esista, scritto nel copione di alcune vite sottoposte a dure prove. Buon anniversario dunque a Franco Gasparri, ricordato da un fratello di sorte, per quel giorno severo, lui ambasciatore di un’Italia felice che ancora vive nei ricordi in bianco e nero di tante, sempre belle signore. Quei tempi sereni e semplici, non torneranno più.

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Articolo pubblicato il 07/06/2021