I sentieri della filosofia - Riempiamo le scuole di tecnologia digitale invece che di letteratura
Umberto Galimberti

"Espellerei i genitori dalle scuole, a loro non interessa quasi mai della formazione dei loro figli, il loro scopo è la promozione del ragazzo a costo di fare un ricorso al Tar, altro istituto che andrebbe eliminato per legge.

E alle superiori i ragazzi vanno lasciati andare a suola senza protezioni, lo scenario è diverso, devono imparare a vedere che cosa sanno fare senza protezione. Se la protezione è prolungata negli anni, come vedo, essa porta a quell’indolenza che vediamo in età adulta.

E la si finisca con l’alternanza scuola lavoro, a scuola si deve diventare uomini, a scuola si deve riportare la letteratura, non portare il lavoro. La letteratura è il luogo in cui impari cose come l’amore, la disperazione, la tragedia, l’ironia, il suicidio.

E noi riempiamo le scuole di tecnologia digitale invece che di letteratura? È folle. Guardiamo sui treni: mentre in altri Paesi i giovani leggono libri, noi giochiamo con il cellulare. Oggi i ragazzi conoscono duecento parole, ma come si può formulare un pensiero se ti mancano le parole? Non si pensa o si pensa poco se non si hanno le parole”,

Umberto Galimberti

 

Nasce a Monza il 2 maggio del 1942. È un filosofo, oltre che psicoanalista e docente molto apprezzato in campo accademico, in ambito sia filosofico che antropologico, per giunta autore di numerose pubblicazioni di divulgazione scientifica, soprattutto in campo filosofico e saggistico.

 

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Articolo pubblicato il 12/06/2021