I Catari e l'Inquisizione (Parte seconda)

Come il popolo cataro venne perseguitato dalla Santa Inquisizione di Roma

Nel precedente articolo sui Catari abbiamo visto come sono nati, in cosa credono e qual è la reazione della Chiesa di Roma nei loro confronti. Ci siamo fermati all’inizio delle persecuzioni volute da Papa Innocenzo III.

La persecuzione e caccia dei Catari è animata da un desiderio di riportare ordine e tradizione in una Francia – a detta di Roma – da loro corrotta. Ciò che gli inquisitori dicono ai soldati incaricati della cattura ed eliminazione dei Catari è: “la carneficina deve spazzare via la lordura eretica che ha corrotto il paese e introdurre dei costumi conformi al culto della religione cristiana”.

La Chiesa di Roma nel frattempo si trova a dover celebrare un conclave per eleggere un nuovo pontefice dopo la morte di Innocenzo III. Sul soglio di Pietro viene posto Gregorio IX.

Papa Gregorio IX viene prontamente informato di ciò che sta accadendo nel sud della Francia e decide di creare degli appositi Tribunali dell’Inquisizione con lo scopo di estirpare il demonio dalla mente delle persone offuscate dalle predicazioni catare. Questi tribunali sono passati alla storia per la loro ferocia e la loro cruenza. Addirittura Papa Innocenzo IV, successore di Gregorio IX dopo il brevissimo pontificato di Celestino IV, nel 1252 legalizza ed autorizza la tortura al fine di redimere le anime di coloro che attraverso l’eresia si sono dannati.

L’Inquisizione fa largo uso di questa pratica. L’obiettivo è ripulire il mondo da quanti – in nome di un differente modo di vivere la fede – diffondono teorie difformi da quelle della Chiesa di Roma. I sacerdoti dell’Inquisizione interrogano interi villaggi, creano clima di paura ed ottengono sovente delazioni da abitanti dei villaggi in cui vivono o sono vissuti dai Catari; creano veri e propri schedari con nomi, date, fatti, legati agli eretici.

Le domande poste dagli inquisitori sono sempre le stesse: “Avete incontrato eretici? Quali? Avete preso parte a qualcuno dei loro riti? Se vi avete partecipato, come si svolgono questi riti? Avete fatto un viaggio con un eretico? Lo avete ospitato in casa vostra? Avete creduto agli errori da loro diffusi?”. In circa cento anni di caccia ai Catari nel territorio occitano vi sono stati più di ottanta inquisitori. Il più conosciuto fra loro è sicuramente Fra Bernardo Gui, Sacerdote dell’Ordine Domenicano, e Vescovo di Tui e Lodève. Costui è passato alla storia per aver emesso 225 condanne a morte in un solo giorno! Nessuno come lui ha emesso condanne e fatto uccidere eretici. Per lui, inquisitore zelante e scrupoloso, chiunque predica senza il permesso della Chiesa di Roma è da considerarsi eretico.

Michel Roquebert, storico ed autore di numerose pubblicazioni sulla storia catara, durante un’intervista ha dichiarato che: “Per molti secoli i Catari sono stati conosciuti solo attraverso gli scritti degli inquisitori e della gente di quel tempo. Si conosceva dunque solo il punto di vista dei persecutori ma non quello dei perseguitati. Ma verso la metà del XX secolo sono stati rinvenuti alcuni testi autenticamente scritti da Catari: due trattati teologici, tre testi descrittivi della liturgia e dei rituali catari”.

Sono dunque solo cinque testi ma da essi si può evincere in profondità l’essenza del catarismo. Da queste poche ma intense pagine si evince che essi si ritenessero cristiani, anzi, profondamente cristiani. La Chiesa di Roma invece, come abbiamo già detto, li ha sempre considerati membri di una religione lontana, estranea dal cuore del cristianesimo originario.

Gli storici che hanno letto, studiato ed analizzato questi libri ci riferiscono che i Catari fondano tutta la loro dottrina sul Nuovo Testamento con particolare attenzione per i Vangeli. Dall’Antico Testamento prendono solo quei testi che – uniti al Nuovo Testamento – danno significato alle loro teorie.

Gli inquisitori, processando i Catari, sono arrivati a dire che dovevano essere condannati perché leggevano i Vangeli alla rovescia in modo da vilipenderne il contenuto. Il fatto che essi rifiutino i dogmi e la liturgia eucaristica non fa di loro, secondo la Chiesa di Roma, dei cristiani anche se gli studiosi dicono che – in quanto adoratori di Gesù Cristo – possono a pieno titolo dirsi tali.

I capi religiosi dei Catari sono monaci e parroci al tempo stesso e non hanno né Vescovi, né Papi. Per loro “la sola vera chiesa non è fatta di pietre o di legno, non è fatta da mani d’uomo” ed è per questo che non hanno mai edificato né abbazie, né monasteri. La vita di fede catara si svolge nelle abitazioni, nelle aie, nelle piazze, ai fontanili, nei campi… ovunque “due o tre sono riuniti nel nome di Gesù”. (Cfr. Matteo 18:20)

I Catari pensano – lo deduciamo dai loro libri – che l’anima e lo spirito siano di origine divina perché sono il seme degli angeli che è racchiuso in ciascun uomo. Il corpo, al contrario, ha origine demoniaca ed è stato creato e plasmato non da Dio “a sua immagine e somiglianza” (Cfr. Genesi 1:26) ma dal diavolo. Il mondo visibile e calpestabile non ha alcun valore ed è assolutamente impensabile, quindi, che la salvezza dell’uomo possa provenire dall’acqua presente sulla terra.

Ecco perché per i Catari esiste un solo sacramento: il Consolament. Esso si contrappone al battesimo cattolico e viene amministrato solo a persone adulte come consegna dello spirito e del fuoco mediante imposizione delle mani. Prima di accedere al Consolament bisogna fare un noviziato di almeno un anno che equivale alla formazione catecumenale delle prime comunità cristiane. Solo una volta ottenuto il Consolament si diviene “Consolati” e si è di fatto membri della chiesa catara perché riconciliati con il proprio spirito celeste.

Gli inquisitori non possono accettare tutte queste differenze dottrinali e quindi fanno di queste dichiarazioni motivo di condanna e persecuzione. Ma le pratiche inquisitorie continuano e in un prossimo articolo vedremo che cos’altro accadde fra i Catari e l’Inquisizione in questo tumultuoso XIII secolo.

Link prima parte: https://www.civico20news.it/sito/articolo.php?id=41695

 

 

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Articolo pubblicato il 30/06/2021