Dai Catari ai Valdesi: il ruolo della Santa Inquisizione (Parte Terza)

Analisi postuma di una triste pagina storica

L’inizio del primo millennio, come abbiamo visto nei due articoli precedenti, ha visto una Chiesa Cattolica Romana fortemente impegnata nella lotta contro le eresie dei Catari nel sud della Francia.

Qualcuno mi ha chiesto per quale motivo il Papa di Roma abbia una tale preoccupazione per teorie dissimili dalle sue. La risposta è semplice: la Chiesa Cattolica Romana da sempre professa la sua unicità nella rappresentazione della Fede e non ammette scismi e derive da quel che professa da sempre. Quelli che professano false verità (eresie) mettono in discussione il monopolio che il papato ha sulla fede e questo non può essere permesso.

I membri della Santa Inquisizione, infatti, una volta scovato e processato l’eretico lo invitano ad abiurare le sue idee e a riabbracciare quelle dell’unica, vera Chiesa. Se costui si rifiuta di abiurare, allora, lo consegnano alle autorità dello stato per farlo condannare alla pena del rogo. Pertanto possiamo dire che la maggior parte dei roghi di eretici non sono eseguiti materialmente dalla Chiesa che, però, ne è senz’altro la mandante.

Le eresie più diffuse e condannate nei processi della Santa Inquisizione sono legate a delle tematiche specifiche e circoscritte: la più perniciosa è quella secondo cui tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio. Questo il Papa, i vescovi ed i sacerdoti non lo possono accettare perché – se così fosse – verrebbe meno la loro preminente posizione sul popolo dei battezzati.

I Catari, come abbiamo ben sviscerato, entrano a pieno titolo fra i nemici più importanti di Roma proprio per la loro assoluta ripugnanza per la gerarchia in ambito di fede. Ma, come vedremo tra poco, non sono i soli a destare i sospetti e i malumori della Chiesa Cattolica Romana. A loro si aggiungono anche i Valdesi.

I Valdesi prendono il nome dal loro iniziatore Pietro Valdo, agiato mercante francese oriundo di Lione, che nel XII secolo si spoglia delle sue ricchezze, le distribuisce ai non abbienti e inizia a peregrinare di città in città predicando la povertà, la condivisione dei beni e la vita semplice. Molti cristiani iniziano a seguirlo e ad imitarlo nello stile e nei modi. I francesi allora, per identificarli, iniziano a chiamarli “i poveri di Lione”.

Ciò che fa scattare contro di lui una persecuzione prima ideologica e poi fisica – come accadde per i Catari – è il fatto che egli si adopera a tradurre il Vangelo in lingua volgare, ne consiglia la lettura privata senza l’ausilio del sacerdote e affida alle donne il mandato di predicazione e diffusione della buona novella. Detto questo bisogna tener conto del fatto che per i Cattolici Romani, fino al Concilio Vaticano II, leggere la Bibbia ed interpretarla era pressoché sconsigliato se non addirittura vietato. Valdo ha sdoganato questa pratica settecento anni prima.

Papa Innocenzo III, lo stesso che iniziò la persecuzione contro i Catari, li accusa di grave eresia e lesa maestà dell’ortodossia millenaria della Chiesa. Manda contro di loro gli inquisitori. I Valdesi capiscono che la Chiesa di Roma è troppo forte ed organizzata sul suolo francese ed allora passano le Alpi e cercano rifugio in Piemonte, nelle valli Pellice, Chisone e Germanasca, oggi conosciute come “Valli Valdesi”.

Esattamente come per i Catari anche per i Valdesi vengono istituiti i fatidici Tribunali dell’Inquisizione, presieduti da un vescovo che ha il compito di indagare e mettere in piedi un vero e proprio impianto accusatorio nei confronti di chi si discosta dalla fede unica della Chiesa di Roma. In caso di condanna gli inquisitori consegnano i rei alle autorità dello stato che – per non aver problemi con il Papa – spesso li bruciano sul rogo dinanzi alle folle in modo da metterle in guardia da eventuali emulazioni.

La differenza che intercorre fra i Catari e i Valdesi è che i primi, dopo la lunga crociata cattolica, sono stati ridotti al lumicino e sono infine scomparsi; i secondi, invece, sono ben presenti e radicati in Italia dove hanno diverse presenze e gestiscono, fra le altre cose, un ospedale, delle scuole ed altre opere a carattere sociale-assistenziale.

Fare il processo delle questioni storiche a posteriori è sempre difficile ma una cosa sicuramente va detta: si può essere in assoluto disaccordo con una teoria, un modo di vivere o una fede ma non si può mai, per questo, fare ricorso alla violenza. Le mattanze perpetrate per difendere una fede o un ideale - la storia ce lo insegna - finiscono sempre male e rischiano di creare ferite che difficilmente si rimarginano.

Oggi, per esempio, la Chiesa Valdese e la Chiesa Cattolica hanno dei dialoghi e delle occasioni di incontro ma i rapporti fra le due realtà sono sempre molto tesi ed al limite della tolleranza. La speranza che si ha è che piano piano si leniscano le ferite della storia e i cristiani tornino all’unità visibile e tangibile. In fondo è stato Gesù stesso che, prima di tornare al Padre, ha detto: “Fa' che siano tutti una cosa sola: come tu, Padre, sei in me e io sono in te, anch'essi siano in noi. Così il mondo crederà che tu mi hai mandato”. (Vangelo di Giovanni 17:21)

Link dell'articolo precedente: I Catari e l'Inquisizione (Parte seconda)

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Articolo pubblicato il 05/07/2021