Villa Guala a San Mauro (Torino)
Villa Guala e Superga

Di Ezio Marinoni

Il rio Costa Parigi delimita il confine tra Torino e San Mauro Torinese; il corso d’acqua nasce al di sotto della Basilica di Superga, dal lato collinare sammaurese, e finisce la sua breve corsa confluendo nel Po.

Il suo nome è un mistero della storia, e tale è destinato a rimanere.

Poco sotto la sua sorgente, in una amena posizione con vista meravigliosa su Torino e i suoi monti, ho scoperto un gruppo di case chiamato Villa Guala.

Su una antica mappa arrotolata e ingiallita dal tempo, gentilmente mostratami da Ferruccio Cantamessa, il territorio è disegnato in modo particolareggiato.

Fra i proprietari risultano Don Pietro Ripamonte, il Dottor Cesare Pinacci, il Cavalier Giuseppe Saracco e alcuni membri della famiglia Cantamessa, che acquista l’intera proprietà ex Guala nel 1912 al prezzo convenuto di 12.000 lire.

Nel corso del Novecento sono avvenute diverse successioni, che hanno diviso in parti uguali tra i figli Cantamessa e hanno portato a un notevole frazionamento della proprietà, con passaggi di mano anche ad altre famiglie.

Sul tetto di quella che fu la casa padronale si erge ancora una campana alloggiata; nelle memorie della borgata sovrastava una chiesetta che è stata incorporata nel fabbricato civile. Proprio di fronte, con il fronte rivolto verso la casa, si eleva isolata una cappella, attualmente in cattive condizioni di conservazione perché è proprietà indivisa fra tutti i proprietari.

Il secondo mistero si apre con una domanda: la villa, in origine, è appartenuta alla famiglia Guala, che ha dato noti e nobili personaggi alla città di Torino?

Intorno a Villa Guala si impone la Villa Facelli (ex Viretti).

La Cascina Viretti di oggi è una splendida villa in una conca circondata dal bosco, dipinta di rosa con i riquadri alle finestre bianchi e le persiane verdi, un giardino dove, in un recinto, vi sono alcuni asini; particolare è l’imponente cappella addossata alla residenza la cui sproporzionata dimensione sembra indicare la volontà di un nobile “acquisito” di primeggiare nella gara con i propri vicini. Il Conte Prospero Viretti, morto nel 1798, ebbe importanti incarichi a Corte: fu Segretario del Consiglio Supremo di Sardegna e Segretario Privato del Re.

Ferruccio Cantamessa è un lontano discendente dei compratori del 1912.

Appena raggiunta l’età della pensione ha deciso di cambiare vita e creare l’Apicoltura Costa Parigi. Da sempre affascinato dal mondo delle api e dalla loro operosa esistenza, intraprende studi e corsi di formazione sul mantenimento delle api e degli alveari e si costruisce il laboratorio di smielatura e invasettamento.

Il suo apiario principale è collocato proprio al Guala e raccoglie dai fiori e dai frutti della collina fra San Mauro e Superga.

Durante la stagione della fioritura le arnie vengono da lui spostate per seguire i flussi nettariferi.

Vogliamo sapere dove sono le api in questo momento? Semplice!

La “Anagrafe apistica nazionale” è la banca dati per conoscere la costante ed esatta collocazione di tutti gli apiari.

Nel 2020, ad esempio, con i suoi spostamenti, l’Apicoltura Costa Parigi ha prodotto miele di acacia, tiglio, flora alpina, castagno e millefiori.

Dovremo iniziare a capire quanto le api siano importanti per la nostra sopravvivenza, per il ciclo riproduttivo della natura e per la vita stessa.

Non è un caso che Albert Einstein abbia detto: “Se le api scomparissero dalla terra, per l’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.

Il sistema difensivo delle api è eccellente: se nell’apiario entra un animale estraneo, le api lo attaccano, lo uccidono e lo propolizzano.

Un solo nemico è più forte di loro: la “Varroa distructor”, perché le api non lo riconoscono e si può attaccare al loro corpo fino a indebolirlo e debilitarlo.

Entro con emozione nel laboratorio di Ferruccio (non ne avevo mai visto uno prima d’ora!): i profumi dei mieli si mescolano e mi fanno sentire in armonia con la natura, respiro benessere a pieni polmoni.

Quando usciamo, dopo un giusto assaggio di miele, passeggiare al Guala è come camminare dentro una visione: la Basilica di Superga è appena sopra di noi, sembra di poterla toccare allungando semplicemente una mano.

Torino è ai nostri piedi: la Mole e il nuovo Campus Einaudi in primo piano, poi un susseguirsi di case e strade e corsi regolari, che rafforzano l’immagine regale e romana della città. Fra le montagne sullo sfondo, che incorniciano la capitale sabauda, si staglia la sagoma della Sacra di San Michele, simbolo del nostro Piemonte.

Il Guala e le sue origini misteriose…

Superga e la Sacra…

Il ronzio immaginario delle api che vanno in giro con il loro prezioso carico…

Un filo invisibile unisce tutto questo, con tantissime suggestioni.

 

@ Ezio Marinoni

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Articolo pubblicato il 18/06/2021