Il Piemonte autorizza la riconversione dei Covid – Hospital all’attività ordinaria

Il rischio più alto di ricoveri con la Variante Delta viene considerato?

La notizia era attesa ed invocata, perché anche in Piemonte, oltre alle vittime del Covid, migliaia di Piemontesi, causa la chiusura dei reparti e le limitazioni dell’attività dei clinici, pur in presenza di gravi malattie, non hanno potuto accedere ai reparti ospedalieri e le vittime sono state numerose.

 

Su indicazione dell’Assessorato regionale alla Sanità, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha inviato ieri una circolare ai direttori generali delle Aziende sanitarie regionali per autorizzare la riconversione di tutti i Covid-hospital affinchè possano ritornare alla loro attività ordinaria, con la conseguente riapertura anche di tutti i Pronto soccorso e i Punti di primo intervento ancora chiusi. Tutto ciò garantendo la netta separazione dei percorsi Covid e no-Covid, al pari di quanto è avvenuto negli ospedali regionali che hanno mantenuto per tutto il periodo dell’epidemia entrambe le funzioni.

 

«L’andamento epidemiologico e la sensibile riduzione dei ricoveri Covid – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi - permettono finalmente di tornare alla piena operatività sul fronte dell’offerta sanitaria per le patologie diverse dal coronavirus. Alle singole Asl è stato richiesto di provvedere alla riconversione degli ospedali Covid nei tempi tecnici strettamente necessari, individuando le risorse umane adeguate.

Dobbiamo particolare riconoscenza a quei territori ai quali è stato chiesto un contributo incondizionato nei momenti più drammatici dell’emergenza sanitaria, adeguando le loro strutture sanitarie all’interesse della collettività».

 

Non vorremo  si possa trattare di una normalità apparente o fugace.

 

In merito alla tanto temuta variante Delta Covid, anche in Italia, nuovi dettagli e aggiornamenti emergono da una circolare del ministero della Salute. Sulla base delle ultime evidenze disponibili, la variante Delta (B.1.617.2) è del 40-60% più trasmissibile rispetto alla Alpha (Β.1.1.7) e può essere associata a un rischio più elevato di ospedalizzazione, si legge nella circolare del ministero della Salute, firmata dal direttore generale della prevenzione sanitaria, Gianni Rezza, ad oggetto: "Aggiornamento della classificazione delle nuove varianti SarS-CoV-2, loro diffusione in Italia e rafforzamento del tracciamento, con particolare riferimento alla variante Delta".

 

Nella circolare, indirizzata agli organi competenti, si riporta, appunto, un aggiornamento della classificazione a livello globale delle nuove varianti, ricordando i criteri che caratterizzano le varianti di interesse (Variant of Interest, Voi) e le varianti che destano preoccupazione (Variants of Concern, Voc), in base a quanto definito recentemente dall’Oms. La variante Delta rientra appunto in quelle che destano preoccupazione. “Vi sono evidenze - è scritto nella circolare - che quanti hanno ricevuto solo la prima dose di una vaccinazione che prevede la somministrazione di due dosi per il completamento del ciclo vaccinale anti-Covid, sono meno protetti contro l'infezione con la variante Delta rispetto all’infezione da altre varianti, indipendentemente dal tipo di vaccino somministrato".

 

"Il completamento del ciclo vaccinale - continua la circolare - fornisce invece una protezione contro la variante Delta quasi equivalente a quella osservata contro la variante Alpha".

Secondo le tabelle presenti nella circolare, la probabilità e l'impatto di infezione da variante Delta nella popolazione generale è bassa (sia come probabilità, sia come impatto, sia come rischio totale) in chi ha ricevuto la vaccinazione completa anti Covid. Nelle persone non vaccinate o vaccinate con una sola dose, invece, la probabilità di infezione è 'molto alta' mentre l'impatto è 'alto' e il rischio totale va da 'alto' a 'molto' alto. Nelle popolazioni fragili completamente vaccinate il rischio totale va da 'basso' a 'moderato' e la probabilità è 'moderata'. Per i fragili non vaccinati tutti i rischi sono 'molto alti'.

 

Riguardo alla "probabilità e impatto di infezione con la variante Delta", "si raccomanda di continuare a monitorare con grande attenzione la circolazione delle varianti del virus SarS-CoV-2, di rafforzare le attività di tracciamento dei casi e dei contatti di caso e di applicare tempestivamente e scrupolosamente sia le misure di contenimento della trasmissione previste, che le misure di isolamento e quarantena in caso di Voc Delta sospetta o confermata" si legge nella circolare.

 

Chiudere dove è particolarmente diffusa la variante Delta? "Sì, è la flessibilità del sistema". Franco Locatelli, Coordinatore del Cts e Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, risponde così a un intervistatore. "In questo momento il Paese è zona bianca ma guai ad abbassare la guardia: siamo in una situazione più favorevole e possiamo oggi valutare numeri diversi rispetto al passato. Ma il problema non è superato", dice. Eventuali chiusure rientrano nella "flessibilità del sistema, lo stesso che abbiamo adottato per esempio per le zone dell'Umbria quando c'è stata la variante brasiliana".

 

“E' importante lavorare nella maniera più intensiva sul tracciamento e sugli approcci di genotipizzazione e sequenziamento perché solo in questo modo riusciremo a intercettare in maniera precisa eventuali segnali di diffusione importante della variante indiana", la Delta, di Sars-CoV-2.

 

“Siamo in linea con la media europea" sul sequenziamento, prosegue Locatelli, "ci sono Paesi come il Regno Unito che hanno un'attività più spinta ma è importante che" a questa attività in Italia "conseguano eventuali decisioni. In funzione delle evidenze che avremo, eventualmente si possono prendere decisioni per cercare di contenere il tutto. Perché se non avviene sequenziare diventa un bellissimo esercizio accademico, ma di poco impatto sulla salute pubblica. Dobbiamo tracciare e fare riflessioni dove dovessero crearsi dei cluster".

 

Quale sarà il pronunciamento della Regione Piemonte, nel merito di effettivo rischio per la popolazione, con le misure  preventive e curative conseguenti? In altre regioni si stanno diffondendo notizie preoccupanti. E in Piemonte? 

 

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Articolo pubblicato il 26/06/2021