L'Arte Rip…Arte!
Da sin. Antonio Senapo, Stefano Galli, Daniela Bruno, Michele Pecorara

La Vanchigliese al Chiostro dell'Annunziata, a Torino (di Michele Franco)

16-24 giugno 2021, una settimana dal significato importante per la compagine dell'Associazione LA VANCHIGLIESE (Associazione Aderenza Artistica Culturale Vanchigliese ODV) che si presenta con la bella collettiva dal titolo L'ARTE RIP...ARTE!

Sono stati sette giorni di esposizione con cui La Vanchigliese è ritornata al grande pubblico, dopo le sofferenze patite dagli inizi 2020 a causa della pandemia. Molte associazioni culturali sono scomparse in questo ultimo anno e mezzo, molte si sono ridotte drasticamente per numero di iscritti e per programmi.

La Vanchigliese ha accusato il colpo, nessuno di loro, tantomeno la Presidente Daniela Bruno, vuole nascondersi dietro il classico "ditino". Ma l'Associazione ha tenuto argine allo tsunami; si è snellita momentaneamente, tornerà certamente a crescere. Il perché è quasi banale: la "base è solida" ed è costituita da tredici associati con livello tecnico decisamente elevato e con espressività artistiche e tecniche molto variegate, in grado di appagare i gusti di ogni visitatore e di ogni amante dell'arte. Ma anche di attrarre nuove e nuovi artisti con voglia di migliorarsi, piuttosto che già stabilmente operativi e noti.

Mi pare doveroso sottolineare il fatto che il dinamismo dell'associazione offre molte belle occasioni di interazione, di nuove collettive, di interessanti iniziative.

L'ARTE RIP...ARTE! ha presentato al pubblico quattro artisti del gruppo, con una decina di opere accuratamente selezionate per ognuno di loro. La scelta optata è quella di presentare, a rotazione, un numero limitato di soci in modo da offrire al pubblico uno sguardo più significativo e completo sul percorso espressivo di ogni singolo artista. Conosciamo insieme i protagonisti di questa esposizione:

Daniela BRUNO fondatrice e "anima" dell'associazione La Vanchigliese, espone dipinti in cui esplora modalità pittoriche ed espressive differenti. L'artista accetta un confronto ampio con la messa in scena di soggetti diversi, portati su tele e su tavole con tecniche diverse e diversi atteggiamenti pittorici, che passano dal realismo alla impostazione più prettamente grafica. Un caleidoscopio di soggetti molto variegato, affrontati con determinazione, e con opere dall'impatto comunque deciso. Ma c'è un altro versante artistico in cui l'artista mette in campo una delicatezza raffinata, quella stessa che emerge pittoricamente nei suoi cieli quasi eterei. Parlo delle ceramiche, che l'artista riveste di delicatezze cromatiche e floreali, con un tratto nervoso, agile, nel contempo meditato e molto curato. Piatti, teiere, tazze acquistano così una leggerezza e una "forza delicata" che, unite al taglio compositivo di gusto grafico, avvincono offrendo risultati assolutamente gradevoli e interessanti.

Stefano GALLI riesce a catturare lo sguardo in un nanosecondo, con opere apparentemente giocose ma con punta di ironia acida, ricche di cromatismi particolari e coraggiosi, in dinamica tensione futurista e in perfetto equilibrio comunicativo inglobante memorie di fondamentali correnti artistiche.

E il primo sguardo diviene presto osservazione e coinvolgimento nell'articolata narrazione, favorita dal "mood" quasi fumettistico e dalla particolarità che hanno le sue opere, quella cioè di essere viste da ognuno dei quattro lati della tela (cosa che, ovviamente, cambia la narrazione dell'opera).

Da decenni, il complesso, intellettuale, personalissimo resoconto pittorico di GALLI riesce a comunicare con le diverse generazioni. Siamo nell'aura di una pittura descrittiva ma che lascia campo all'immaginazione, come ogni sua tela fosse punto di partenza, impregnato di metafisica e forte di una particolare "sospensione del tempo" che fissa momenti di vita precisi - quelli che noi osserviamo e che il pittore vive e osserva - in un contesto dove invece tutto è in addivenire, e tutto rotea muovendosi attorno alla centralità del soggetto.

Una modernità narrativa apprezzata da galleristi, collezionisti, appassionati cultori e pubblico generico.

Michele PECORARA osservatore acuto della natura vista in tutte le sue espressioni, dal particolare al panorama, in ogni stagione, sotto ogni luce. Partito dalla lavorazione artistica di vetrate e dalle piastre ceramiche, approda ai supporti in tela, legno, pietra conservando un livello qualitativo che resta sempre ad altissimi livelli, senza mai un calo di intensità espressiva e tecnica.

Un "virtuoso", padrone del trattamento della luce, attraverso la quale osserva e propone le sue visioni della natura e degli esseri viventi, sia su superfici grandi quanto su lavori meravigliosamente raccolti in formati minimi, dove esprime una capacità da miniaturista che conserva il dettaglio esaltando nel contempo l'effetto scenico d'insieme. Sempre emozionante, per me rappresenta il prototipo del pittore instancabile che sente la necessità di confrontarsi con la natura, conscio della ricerca continua e dell'affinamento necessari per esprimere ciò che di più grande e stupefacente esiste davanti ai nostri occhi e nel nostro cuore, il miracolo della Vita.

Antonio SENAPO. Grande attenzione agli stilemi di importanti autori del passato e lo studio dei soggetti classici e rinascimentali, unitamente al suo amore per il cinema e la ritrattistica, portano questo valentissimo pittore autodidatta al suo personale linguaggio artistico, frutto del gran lavoro di ricerca da cui ha sviluppato una poetica artistica ricca di affinamenti tecnici e coloristici.

Le sue figure - classiche, mitologiche o contemporanee - vivono immerse in paesaggi reali e fantastici, sovrastati da cieli epici dipinti con potente forza drammatica capace di coinvolgere totalmente chi osserva. Gioia vitale e speranza emergono anche nelle situazioni più severe, e il gioco dei contrasti di situazioni e colori diviene perfetta messa in scena multidimensionale e teatrale dei soggetti e della natura che li circonda. Grande cura nelle velature e nella stesura del colore, una coscienza della luce vista in situazioni "da eclisse" o da esplosione degli elementi, e una rara bravura compositiva e pittorica, offrono opere di grande impatto emotivo: di fronte alle sue opere lo stupore è garantito.

E ora la domanda di rito ad ognuno degli artisti; non potevo non iniziare dalla Presidente della Associazione, e alla domanda: "Che significa per voi essere tornati al pubblico? E quali saranno i prossimi eventi a cui parteciperete come Associazione" ecco la risposta di Daniela BRUNO: «Per noi questo luogo è molto importante! Dopo un anno e mezzo di fermo è bello essere ritornati qui, in Via Po 45, dove ci sentiamo quasi come fossimo "a casa nostra", qui infatti abbiamo iniziato e poi proseguito con tante nostre mostre. In merito ai prossimi programmi, in questo fine settimana, 26-27 giugno, siamo tornati sotto i portici di Via Roma con la compagine soci quasi al gran completo, a dipingere "en plein air", ed è cosa che ripeteremo in luglio; a settembre e ottobre faremo nuove collettive sempre al Chiostro dell'Annunziata, e nel futuro, guardando più avanti, festeggeremo nel 2023 i 40 anni dell'Associazione: ovvio, organizzeremo qualcosa di importante per celebrare degnamente il traguardo!».

A Stefano GALLI dico per provocarlo «Raro vederti in una collettiva, con tutte le personali che so che hai di solito in calendario» ma lui è la personificazione dell'aplomb signorile e non si scompone: «Faccio collettive solo con La Vanchigliese e con l'amica Daniela. Per il resto tutte le mie mostre sono personali, ma con questa associazione c'è una fratellanza, ritrovo colleghi in amicizia. Tutti veniamo qui per lo stesso scopo: cercare di vendere, va bene, ma anche per sentire i commenti e capire cosa vuole la gente; e qui entra tanta gente, quindi si possono sentire tanti giudizi. I giudizi sono importanti, non per correggere quello che fai, ma per continuare ad essere stimolato, cosa che ritengo fondamentale. Per le prossime mostre: sarò a Venezia e alla Fiera di Monaco, ed ho opere permanenti alla Galleria Accorsi Arte sia nella sede di Torino che in quella di Venezia. E ci sono altre belle news in arrivo...».

È il turno del riservatissimo Michele PECORARA, a cui domando «Lei esplora i soggetti naturalistici trasponendoli su diversi tipi di supporto. La pittura è, anche, un bel gioco?».

Con calma, e saggia semplicità, ecco la risposta: «Fin da giovane ho amato ritrarre la natura. Io arrivo dalle vetrate, dove ero legato a stili più rigidi, più geometrici, e avevo necessità di dipingere le morbidezze della natura. Dipingo dal vero quasi sempre, ma vado anche di fantasia, o comunque combino tra loro le due esigenze scenografiche.

A me piace variare i supporti: dipingo su rame per avere i toni caldi del tramonto, sulle pietre intervengo con lo scalpello per le forme, e adoro avere sotto i pennelli la rugosità dura che mi permette di cambiare la pittura, dipingo su tavole lignee perché sento la natura viva del supporto... per me dipingere è un ponte: mi tiene in contatto con la natura e con la vita, sia dentro che fuori di me. Il mio è un inno di ringraziamento e rispetto per ciò che vedo. Un inno dipinto».

Eccomi al bravo Antonio SENAPO «Da dove nascono queste opere ricche di atmosfere dalle luci così particolari?».

La risposta esprime la chiarezza del pensiero del pittore: «Tutto nasce dal mio amore spassionato per il cinema e il fumetto; adoro le luci poco realiste, quelle che offrono atmosfere quasi cinematografiche. Io trasporto i soggetti in un mondo che è il mio personale, un mondo che è al di fuori dalla terra, e che però parla sempre di umanità.

Prendo le mie libertà per avere una pittura definita, ma che non si avvicini alla fotografia, voglio che dalle tele emergano il significato, il calore, l'interpretazione che solo può dare la pittura. Il futuro? Ho diverse gallerie interessate ad esporre le mie opere, e darò informazioni precise appena definiamo bene. Sono contento perché sto ricevendo riscontri sempre più entusiasti, questo mi fa capire che il mio fare arte porta qualcosa alla gente».

Una conclusione ci vuole, e potrebbe essere questa: sono rimasto sorpreso piacevolmente dal livello generale portato al pubblico da questo quartetto di artisti, che mi pare ben rappresenti la ricchezza di questa associazione. La varietà è una forza, specie quando riesce ad agire su comuni obiettivi.

Così, dalla splendida "mano" che da decenni dipinge magistralmente senza mai esporsi troppo al pubblico al pittore affermato e con importantissime personali, dalla fantasiosa e instancabile Daniela, motore dell'associazione al virtuoso paesaggista, dal caleidoscopico visionario al rigoroso informale meditativo... è banale dire che avremo molti modi e molte occasioni per vedere all'opera questo gruppo, e ammirare così le pittrici e i pittori dell'Associazione Vanchigliese godendo della visione delle loro interessantissime opere.

Michele Franco

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Articolo pubblicato il 01/07/2021