Dalla rivoluzione francese alla ideologie assassine - Parte 3

Il Settecento è il secolo dei grandi cambiamenti

Continuiamo il nostro sguardo sul percorso culturale filosofico e sociale dell’uomo occidentale che si rende autonomo da Dio, dimenticandosi del peccato originale e del cristianesimo. Naturalmente continuo a utilizzare l’ottimo testo ben scritto, perché sintetico, del professore Giovanni Fighera, “Che cos’è mai l’uomo perché di lui ti ricordi?”, edizioni Ares (2012). Il volumetto riesce a concentrare in poche pagine (227) la complessità e la vastità degli argomenti affrontati, non credo di esagerare ma potrebbe essere utilizzato come lettura critica nei licei italiani.

 

L’illuminista francese all’attacco della tradizione.

 

Il Settecento è il secolo dei grandi cambiamenti, delle trasformazioni, della smisurata fiducia nella scienza, nella tecnica, e nel progresso. Fighera sceglie alcuni aspetti dell’illuminismo francese che riguarda l’aspetto dell’uomo ha di sé. E’ impossibile sintetizzare la complessità delle “sollecitazioni filosofiche e culturali che hanno, poi, influenzato in maniera determinante i secoli successivi”.

L’illuminista francese, “vede nel passato e nella tradizione il nemico principale da sgominare con tutte le sue superstizioni e i suoi falsi credo in nome di una nuova epoca, fondata su un nuovo umanesimo o, se vogliamo, su una nuova umanità”. Attacca e contesta apertamente il cristianesimo, il cattolicesimo e la Chiesa. Con un atteggiamento prometeico, l’illuminista, attraverso la ragione, il nuovo fuoco, “si contrappone al cielo, di cui pensa ormai di poter fare a meno”, cerca di costruire un nuovo mondo, diventando cittadino del mondo. “L’uomo, finalmente liberato dalle catene di una tradizione effimera e menzognera, realizzerà la società nuova,  - scrive Fighera - una umanità felice e perfetta”.

 

Questa mentalità poi arriverà alla fine del secolo alla disastrosa e violenta Rivoluzione francese che imporrà con la violenza un nuovo ordine. Tuttavia, con “la dimenticanza del peccato originale porta alla convinzione che si possa costruire una società perfetta con la ragione e il progresso o con l’esaltazione della buona natura umana”. Tutto questo è evidente in Rousseau, nell’Emilio, dove il filosofo francese considera “buona la natura umana attribuendo la colpa del male allo sviluppo umano, al progresso e alla società”.

I filosofi illuministi per il professore, predicano l’”astrattezza, non la concretezza della realtà in tutta la sua fragilità, i buoni sentimenti e i valori, non la compagnia pur peccatrice della Chiesa…”. In pratica, l’umanità senza la persona, i valori senza Cristo. Attenzione, raccomanda il professore Fighera, occorre sfatare i tanti luoghi comuni che circolano sui libri di scuola o sui tanti saggi che tendono a presentare l’illuminismo come “una fucina, un laboratorio dei valori più importanti della Modernità”.

 

Fighera prende in esame la tolleranza, di cui si fece interprete il settecento rispetto al bieco Medioevo, intollerante e oscurantista. Il corifeo della tolleranza sarebbe Voltaire, ma è falso. Per Voltaire, il più grande servizio che si possa rendere all’umanità, è quello di “schiacciare l’infame”, cioè il cristianesimo, la Chiesa cattolica. E’ noto come il terrore giacobino ha massacrato i cristiani vandeani, compiendo il primo genocidio della Storia, che resistevano al “paradiso” della rivoluzione parigina.

Prima di arrivare all’epoca delle ideologie Fighera prende in esame il periodo romantico e la solitudine del cosiddetto eroe romantico. Viene tratteggiata l’immagine tipica della religiosità dell’eroe romantico, in Jacopo Ortis,“il ribelle e raffinato, sensibile ed elitario”, di Ugo Foscolo. E poi prosegue nella descrizione del Werther, e il Faust di Wolfgang Goethe, tra disperazione, suicidi e solitudine dei protagonisti. Una sorta di titanismo e di vittimismo nello stesso tempo.

 

L’uomo all’epoca delle ideologie.

 

L’ideologia, è un’accezione negativa, si tratta di un sistema di pensiero pregiudiziale, senza fondamento di verifica nella realtà. Forse, per descrivere meglio l’ideologia si può portare come esempio Procuste, quel personaggio della mitologia greca, che usava appostarsi, “lungo la via sacra tra Eleusi e Atene per tendere imboscate ai viandanti, una volta catturati li stendeva sopra un letto di pietra e ne straziava le carni amputando le parti del corpo eccedenti la dimensione del letto o smembrando i malcapitati nel tentativo di fargli coprire tutta la lunghezza del piano”.

Era evidentemente il tentativo utopico di rendere tutti uguali, un’ illusione perseguita nella storia da tanti novelli Procuste, con esiti non meno macabri di quelli del racconto mitologico. Si pensi, ad esempio, ai totalitarismi del XX secolo e ai loro epigoni ancora presenti nel mondo. Ma si pensi anche a quanti, magari con metodi meno cruenti dei regimi totalitari, ancora pretenderebbero di stendere tutti sul letto di Procuste.

 

La madre di tutte le ideologie è la Rivoluzione francese che inizialmente voleva riformare la società, ma in seguito, ha prodotto centinaia e migliaia di morti, una violenza inaudita nei confronti della tradizione cattolica francese con l’eliminazione della libertà di culto e di pensiero. Infatti per Fighera a proposito delle ideologie scrive: “Pur essendo, in parte, espressione di un desiderio buono, quello di realizzare la giustizia già in questa Terra, di trovare una salvezza di fronte all’esperienza del limite della nostra società e del sistema, le ideologie nella storia hanno mostrato l’inanità dello sforzo umano di poter costruire un mondo migliore senza Dio ricorrendo sempre alla violenza e alla sopraffazione”.

 

L’utopia marxista.

 

Allora, appare evidente questa inconsistenza nell’ideologia marxista, che diventerà modello politico imperante in molti Stati del mondo assumendo denominazioni diverse, ma con una costante: abolizione della libertà e l’imposizione con la forza e la violenza di un modello nuovo in cui la persona non conta più”. Peraltro, l’ideologia marxista, in Occidente, non tramonterà neanche quando vennero alla luce i milioni di morti di cui si era macchiato Stalin in Urss e Mao Tse Tung in Cina. Infatti per molti sognatori il vero comunismo non era ancora stato realizzato storicamente.

 

Ma l’uomo contemporanea ha a che fare con altre ideologie, forse più subdole, come il relativismo, l’ecologismo, il progressismo, che “auspica un nuovo mondo fondato sui presunti valori e diritti universali, che sono, in realtà, espressione di mode del tempo e di gruppi di potere”. Si tende a costruire una umanità nuova, basata su una libertà moderna, sull’autonomia da norme morali cristiane, sul permissivismo, sulla creazione di nuove leggi morali, - in pratica secondo Fighera- è un ritorno al passato, pur presentandosi come il futuro più auspicabile. Nomi diversi nascondono velleità libertarie antiche, sempre esistite nella storia”.

 

Per esempio, l’ecologismo: “esaltando la natura fino all’idolatria e colpevolizzando l’uomo, nasconde, in realtà, antichi culti pagani e la supremazia di chi è più ricco e possiede già”. Mentre il relativismo, tradotto in ideologia, intende colpire ed eliminare dal sistema tutti coloro che si fanno ancora portavoce dell’esistenza di una verità, anche perché tutte le verità sono uguali.

 

Possiamo salvare ancora l’uomo? Per Fighera, occorre riscoprire un nuovo umanesimo. Ripartire dallo stupore del bambino e guardare la realtà, senza pregiudizi. Ripartire dalla bellezza del creato, riscoprire che tutti abbiamo un Padre, Dio, che si è rivelato come amore. Bisogna fondare dunque un nuovo umanesimo, “che si riappropri della legge morale universale nel coraggio di guardare di nuovo alla ragione umana”. Del resto, secondo san Tommaso, “la legge naturale è ‘partecipazione alla legge eterna’”. Il testo di Fighera inoltre auspica che soprattutto, noi italiani guardiamo alla “straordinaria fecondità che ha fatto si che l’Italia generasse da sola la metà di tutto il grande patrimonio artistico dell’umanità”. Da che cosa nasce questa fecondità? 

 

Non possiamo andare oltre, per il momento mi fermo.

 

 

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Articolo pubblicato il 09/07/2021