Quando la violenza arriva dal mondo LGBT

La libertà di opinione e l'esercizio del dissenso espongono al linciaggio mediatico e alle minacce di morte.

In questi giorni la discussione sul Ddl Zan si è fatta piuttosto rovente.

La sinistra oltranzista ed omosessualista ha preso posizioni dialettiche molto forti nei confronti del leader di “Italia VivaMatteo Renzi che non approva pedissequamente il disegno di legge così come lo ha scritto il deputato Zan. Ancora una volta il “Partito Democratico” e “Liberi e Uguali” stanno dimostrando che la libertà di espressione è sacra ed inviolabile solo quando l’opinione espressa coincide con la loro.

Matteo Renzi, che dell’arte oratoria ha fatto il suo cavallo di battaglia, però, non ci sta e risponde piccato: “Una legge sui diritti civili in questo Paese c’è perché io ho messo la fiducia. L’ho fatta prendendo i voti della destra di Alfano e Verdini, perché senza di loro non ci sarebbero stati i numeri. Di Maio e i Cinque Stelle, infatti, come al solito, all’ultimo minuto si tirarono indietro. Una legge sull’omotransfobia è necessaria. Per farla si possono scegliere due strade: andare al muro contro muro, ma facendo così rischia di saltare [oppure] trovare un compromesso e utilizzare i diritti come occasione di incontro, anziché come bandierine ideologiche per singoli partiti in crisi d’identità”. (Matteo Renzi, Enews 712, mercoledì 7 luglio 2021)

Da cittadino democratico penso che le parole di Renzi denotino buon senso unito ad un desiderio di portare in aula la discussione con il fine di arricchire il confronto e trovare una legge il più possibile condivisa. La sinistra parlamentare non la pensa così ed infatti Renzi prosegue scrivendo: “da quando abbiamo proposto di trovare una soluzione io ricevo email con minacce di morte. Quelli che dovrebbero sostenere una legge contro l’odio, mandano messaggi d’odio che stiamo raccogliendo con certosina pazienza.

Ivan Scalfarotto è stato attaccato da una dirigente del PD di Civitavecchia, con l’espressione “frocione di m”. Lisa Noja ha sottolineato come Marco Travaglio “per parlare dei crimini d’odio, faccia sfottò su chi ha problemi di salute mentale. Dovrebbe imparare che la lotta alle discriminazioni parte dal linguaggio e dal rispetto delle persone che subiscono ogni giorno lo stigma della diversità. E’ che proprio non ci arriva”. Lucia Annibali riceve email con scritto “Sei una bastarda al pari del tuo carnefice”. Questi sono quelli che vogliono approvare una legge contro l’odio. Vi rendete conto?”.

Come mai Enrico Letta, paladino dei diritti e del rispetto, non ha sanzionato ed espulso la dirigente PD di Civitavecchia per aver epitetato l’On. Ivan Scalfarotto come “frocione di merda”? Se la stessa espressione fosse uscita dalla bocca di un cittadino di destra avete idea di come sarebbe andata a finire? Riflettiamoci sopra.

Ma ad attaccare Renzi ed “Italia Viva” non ci sono solo i leoni da tastiera e i paladini del gender. Gli attacchi più irricevibili ed irriverenti arrivano da quelli che prima – quando lui era il Presidente del Consiglio – lo idolatravano. Tra le sue più acerrime nemiche oggi c’è la senatrice Monica Cirinnà, PD, che intervistata dal giornale “La Presse” ha detto: “Se Italia Viva vota, i numeri in Senato ci sono. La prova sta nei numeri del Conte 2 che non è mai stato sfiduciato finché Renzi votava a favore. Lui gioca su questo, gioca sui numeri. Faccio un appello alla coscienza dei 17 parlamentari di Italia Viva che sono stati eletti con i voti del PD, li conosco e sono convinta che non si faranno guidare in un’operazione di pura tattica politica. Renzi sta facendo l’occhiolino alla Lega e a Fratelli d’Italia per trattare sull’elezione del Presidente della Repubblica e sulle future elezioni. Del resto un partitino che ha il 2% ha solo due opzioni: o guardare all’area a lui limitrofa, quella centrodestra oppure buttarsi dal Ponte d’Ariccia. Questo di Renzi è un suicidio politico, la sua posizione sta facendo scivolare l’Italia verso l’Ungheria di Orban. Io fino a ieri pensavo Salvini come Orban, adesso invece sembra Renzi come Orban”.

La Cirinnà non è nuova all’uso di un linguaggio aggressivo verso chi non la pensa come lei ma la cosa che mi fa più specie è che un’atea e nemica della Fede come lei usi espressioni quali “faccio un appello alla coscienza…” rivolgendosi agli ex-colleghi del PD passati a “Italia Viva”. Da quando in qua la “mangia preti” Cirinnà concepisce e tollera che nella dialettica politica si possa parlare di coscienza?

Quando i Parlamentari Cattolici citano la coscienza per motivare il loro voto lei insorge con frasi del tipo: “siamo un Paese laico”, “Dio, Patria, Famiglia: che vita di merda”, ma quando bisogna approvare leggi che la coscienza la fanno finire sotto le scarpe, assieme allo sterco, la signora Cirinnà tira in ballo la coscienza e tutti devono tacere ed approvare. Eh no, cara Monica Cirinnà, il ricorso alla coscienza o vale sempre o non vale mai!

Molto più coerente, a mio avviso, l’intervento del senatore Davide Faraone, “Italia Viva”, che qualche settimana fa, rivolgendosi ai pentastellati, ha detto: “trovo ipocrita l’atteggiamento di chi si fa paladino del DDL Zan e non dice una parola contro Grillo che ha detto quelle cose in quel video scandaloso. E’ un atteggiamento ipocrita. Io credo che questo DDL vada trattato, può essere trovata condivisione tra le forze politiche. Noi di Italia Viva abbiamo proposte di modifiche al provvedimento”.

Quando Faraone parla di Grillo lo fa riferendosi al video - al limite del grottesco – che il “comico” ha fatto in difesa del figlio Ciro accusato di violenza sessuale. Il “Movimento 5 Stelle” in fondo è così: prende posizioni nette e inderogabili quando sono gli altri a sbagliare ma se sbaglia uno di loro tutto diventa relativo e superabile.

Il Ddl Zan il 13 luglio uscirà dalla Commissione Giustizia di Palazzo Madama per approdare in aula ed essere votato. Non sono state apportate modifiche perché il PD non ha voluto in alcun modo confrontarsi e dialogare. Il problema – per i sostenitori di Zan – è che i numeri sono quantomeno claudicanti e si rischia che la legge, così com’è scritta, venga cestinata senza opzioni.

Ovviamente continueremo a seguire le vicende in merito a questo disegno di legge sempre più convinti, ormai, che dietro alla scusa della tutela delle persone vittime di violenza vi sia più che altro una forte componente ideologica e discriminatoria.

Le pesanti parole indirizzare ai politici di “Italia Viva” che non accettano il testo così com’è sono la prova che gli LGBT desiderano passare da vittime per veicolare tutte le loro ideologie ed imporre le loro teorie omosessualiste ad una nazione che – alla prova dei fatti – ha altre priorità rispetto alle loro.

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Articolo pubblicato il 10/07/2021