Governo. Le liberalizzazioni che non decollano per colpa del PD

L'applicazione della legge è stata rinviata più volte, perché erano in vista le elezioni nazionali (2018) o quelle europee (2019) ed ora?

Anche la nostre sinistra notoriamente illiberale, negli anni, per esigenze governative e sotto la spinta dell’Europa, ha dovuto indossare i panni del pragmatismo ed approvare programmi di liberalizzazione dei  servizi pubblici. Così, almeno formalmente  in Italia, si è sbandierata la decisione di mettere a bando acqua, luce, gas e servizi ambientali (es. rifiuti) con procedure ad evidenza pubblica.

 

E’ la legge sugli appalti, approvata nel 2016, prevede l’obbligo per i concessionari di esternalizzare l’80% di tutte le attività oggetto della concessione. L’applicazione della legge è stata però rinviata più volte, perché erano in vista le elezioni nazionali (2018) o quelle europee (2019). La legge, che deve essere applicata entro il 31 dicembre prossimo, è osteggiata dalle organizzazioni sindacali che temono tagli al personale, anche se, la norma prevede “clausole sociali e per la stabilità del personale e per la salvaguardia delle professionalità.”

 

Assoambiente, l’associazione di imprese che gestisce i servizi ambientali sostiene il contrario, prevedendo un aumento del personale e il miglioramento dei servizi.

I concessionari pubblici sono anche i Comuni e, in autunno, si svolgeranno le elezioni in grandi città (Roma, Milano, Torino, Napoli, ecc.) a procedura di liberalizzazioni in corso. Apriti cielo! Il partito che sostiene le liberalizzazioni verrà additato come colui che vuole i licenziamenti.

 

Così, il Pd è sceso al fianco dei sindacati annunciando una modifica della legge. Un particolare interessante da non trascurare: era stato proprio il Pd a varare la norma nel 2016.

Il miglioramento dei servizi ai cittadini e la riduzione dei costi fissi? Non interessa. Meglio tutelare gli interessi delle corporazioni, aumentare i posti dei CdA  per dare sostegno ai trombati dei partiti, coltivare l’inefficienza ed alimentare  il parassitismo dei sindacati. Poi non lamentiamoci del costo dei nostri servizi, del peso della burocrazia, l’inaccessibilità da parte del cittadino.

 

Si cambiano formalmente le regole, ma il parassitismo continua a trionfare e ovunque. In tema di elezioni amministrative, non siamo ancora stati in grado di accedere ai programmi dei singoli schieramenti, ma sicuramente, dietro i paroloni si nasconderà il nulla per assicurare il quieto vivere di alcuni e non scalfire il menefreghismo nei confronti del cittadino utente.

 

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Articolo pubblicato il 18/07/2021