
Gli auspici di Nosiglia, le attestazioni di Giachino e le dichiarazioni di Cirio
Dopo mesi di promesse basate sul nulla e di levatrici importanti che però si dimostrano professionalmente fallaci, è giunta notizia che il governo, per salvare il salvabile, opta per l’assistenza ed ha intenzione di prorogare la Cig per i lavoratori ex Embraco che avrebbero rischiato di perdere ogni sussidio tra pochi giorni.
Apre il coro della speranza il governatore Cirio.
“Il via libera del Consiglio dei Ministri alla norma per prolungare la cassa integrazione per i lavoratori ex Embraco è il segno che un primo passo in avanti c’è stato - commentano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore al Lavoro Elena Chiorino -. Bene che il Governo abbia ascoltato l'appello per la proroga del decreto. Il via libera di oggi consente a più di 400 famiglie di tirare un momentaneo sospiro di sollievo. Ma questo dopo quattro anni di promesse non mantenute non basta. Adesso bisogna correre sul piano industriale”.
Ottime premesse, ma sorge un inquietante interrogativo. Se, in mancanza di imprenditori disposti ad investire, il governo non è stato in grado di intervenire, qual è stata la progettualità della Regione?
Ad infoltire il coro degli osanna , anche l’arcivescovo Nosiglia, che ha trascorso lunghi momenti negli ultimi mesi, ai cancelli della fabbrica, dimostra la sua speranza, e riferendosi in modo specifico, alla sopravvivenza delle famiglie dei lavoratori Embraco, precisa: “ma occorre fin da domani dare il via alla ricerca di nuove imprese disponibili ad assumersi il compito di programmare un progetto di ripresa del lavoro che dia sicurezza e continuità. Io ritorno a chiedere al ministero e al governo di ascoltare questi operai e coinvolgerli nei vari passi che si intende compiere per raggiungere questo traguardo”.
Propositi logici e condivisibili ,ma se sino ad ora, solo il Ministro Giorgetti ha parlato chiaro ed escluso ogni fattibilità di soluzioni industriali, perché si continua ad illudere i lavoratori e non ad avviarli ad un progetto serio di riqualificazione per poter poi consentire loro di ricoprire i posti di lavoro vacanti nella provincia di Torino od accedere ai piani di sostegno a favore dell’artigianato ed della piccola imprenditoria?
A completare il quadretto ci pensa Mino Giachino, un politico che nella propria lista per il rinnovo del consiglio comunale di Torino, ha inserito in epoca non sospetta il motto “SI Lavoro”. Giachino, in questo contesto , non si riferisce direttamente alla vicenda Embraco, molto probabilmente perchè ben comprende che soluzioni senza contenuti siano illusorie e prive di seguito, ma rende solidarietà a Nosiglia “ con cui ci siamo sempre trovati in grande sintonia con il suo impegno a favore della Metà della Città che sta male attraverso l’impegno per il Lavoro”.
Si unisce al coro, seppur all’ultimo minuto, il candidato sindaco PD, Lo Russo, che ha rilasciato qualche dichiarazione.
Il rinnovo della Cassa integrazione per sei mesi che sarà ufficialmente confermato dal governo entro domani, dovrebbe rappresentare una boccata di ossigeno per i lavoratori ex Embraco, dimenticando le solite passerelle elettorali e le liturgie ecclesiastiche e politiche.
Poi, sarebbe opportuno alzare il livello di attenzione contro il rischio di giochetti sulle spalle del lavoratori.
Proprio a Torino, come in altre parti d’Italia, per intervenire e risolvere casi analoghi, imprenditori spregiudicati, con qualche aderenza politica, in passato, hanno imbarcato fior di contributi statali, europei e regionali, per menare aria fritta per un paio d’anni e poi a fondi esauriti, gettare la spugna, lasciando i lavoratori sul lastrico.
Il caso emblematico capitò allo sprovveduto Roberto Cota, allora presidente della regione.
Protagonisti Gian Mario Rossignolo e figlio, poi condannati per la vicenda De Tomaso, ove polverizzarono i fondi pubblici ricevuti e si appropriarono anche dei contributi pensionistici dei lavoratori.
Quindi ognuno faccia la sua parte con intelligenza e con brio. Altrimenti sarebbe più onesto ed opportuno abbandonare le stomachevoli marchette elettorali o istituzionali e prendere atto che si è sbagliato mestiere.
Non si dovrebbe dimenticare che i lavoratori ex Embraco, appena dopo la notizia ufficiosa del rinnovo della CIG, tenendo il fiato sospeso, temono che il loro dramma passi in cavalleria.
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Articolo pubblicato il 19/07/2021