
di Giancarlo Guerreri
Note d'amore
Cantai l’amor di Paolo e di Francesca,
che volan nelli turbini d’averno,
avvolti nel vigor dell’aria fresca
che trovasi laggiù nel buio ‘nferno.
Cantammo poi di Circe e Odisseo
l’amor che scald’il cor, anche d’inverno.
Ma quell’amor convenni che fu reo,
e sorte li portò nel mondo basso.
E ora canto noi ch’ all’apogeo,
di questa vita che, ci mostr’il passo,
uniti da un pensier di vero amore,
voliam nel mare blu, si come svasso.
Ma tutta l’attenzion rivolt’al core,
che giovani ricordi si disperde,
e nudi di quell’ultimo pudore,
che tace ancor nell’epoca più verde,
insieme noi portiam pel mondo novo,
vessillo che l’oblio poi ci disperde.
Amor che ratto fuggi entro il rovo,
in questa scheggia di, Liguria bella,
ciò che risplende quì, or ti rinnovo,
di rinnovato Amor, lucente stella.
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Articolo pubblicato il 20/07/2021