Nell'"archiarte" domestica di Guido Persico
Cercando di dar coerenza al calembour polivocalico del titolo, potremmo domandarci: cosa causa caos in casa?
Che questione pone l’interrogativo? Induce a riflettere sulla speculare polarità ordine/disordine, ossia neghentropia/entropia, tra le mura domestiche. Un aspetto che forse la forzata segregazione pandemica ci ha costretto a considerare è giusto quello della “densità esistenziale” della nostra abitazione (abitudine, habitus), spesso sottovalutata, superficialmente trascurata. E proprio nei meandri della dimensione dell’alloggio e dell’allocazione (dal locus latino), virtualmente statica, benché in arrivo dal passato al presente, in connessione al progetto in dinamica tensione verso il futuro (in carattere corsivo quindi), – e si scusi il prossimo scherzoso, becero bisticcio verbale – ci guida Guido Persico, artista-architetto (archiartista, con crasi neologistica), che invece osserva, ascolta e percepisce, in ogni senso, le più sottili vibrazioni spaziali dell’ambiente cronotopico che quotidianamente lo ospita. Considerazione nata per lui già prima dell’emergenza covid, indipendentemente; in seguito, ineludibilmente confrontatasi con essa.
Ecco dunque che la netta cifra stilistica delle sue opere dal minimo impatto climatico, riciclate dalle elaborazioni e rielaborazioni professionali, o da banali incombenze ed esperienze, occupazioni o preoccupazioni personali e familiari, s’esplica nella riorganizzazione dell’accumulo, quasi in sovrimpressione, di schizzi a matita e pastelli, pennarelli e carboncino, prospetti, pezzette, fogli d’appunti, acetati, cellulosa, bitume, cenere, caffè, magari macchiato d’ocra… Lo spirito della materia e dei materiali basilari, di disegni, segni e significati elementari, semplici, talora riprodotti col plotter, in una sorta di coniugazione della serialità tecnica digitale con la manipolazione diretta, faticosa, “sudata”, testimoniano e documentano, descrivono ed esemplificano una filosofia del soggiornare e dell’accogliere, del conoscere e comprendere l’altro, intellettualmente (verstehen) ed empaticamente (erleben), nella relazione individuale e sociale, nell’accettazione delle differenze; nell’ambito euristico ed ermeneutico di una poetica estetica mai apodittica e conclusiva, ma sempre in fase di ideazione progressiva, simboleggia la metafora metafisica dell’estremo tentativo (ripetutamente riuscito e poi nuovamente fallito) di razionalizzazione sintetica (sintaxia) della confusione affastellata del vissuto, inglobata in una mappatura geometrica della forma antropica, delineazione di limiti all’απειρον (àpeiron, interminabile ed indeterminabile, a parole e nei fatti). Costruire strutture. Concretizzare l’astrattezza, realizzare l’irrealizzabile, visualizzare le invisibili città di Calvino. Ri-generare il Cosmo.
E la tavola vola a gambe levate…
In un simile zibaldone leopardiano di sedimenti e fram/men/ti concettuali, ovvero coacervo di conglomerati zanzottiani, dell’edificio (scheletro di calcestruzzo o trama psico-mentale e cerebrale di sinapsi neuronali) dell’originale sperimentazione pratica e teorica dell’autore chierese, le tracce permarrebbero per lungo tempo nei vani, seppure in assenza dell’essenza umana, oltre la scomparsa d’un protagonista in-carne-ed-ossa, ombra che impregna di sé i mattoni, come l’irrequieto sciame di pensieri della lirica di Montale (1932). Sull’onda dei ricordi, rammemoriamo un inedito brano brachigrammatico del misterioso pseudonimo Eliah (o Elahia!):
Devo ridurre l’arredamento,
sgombrare la troppa mobilia
gli ammennicoli i ninnoli
inutili, quadretti, libriccini
e cartacce… finché
verrà il vuoto
a portar via anche me.
(Svuoto, 2020, in Sole spoesiole)
(Articolo redatto in collaborazione con la rivista Juliet e con CSA Farm Gallery)
"Le sudate carte"
Progetto artistico ed espositivo
a cura di Marcello Corazzini e Roberto Mastroianni
Via Vanchiglia, 36 (interno cortile) – Torino
Info: 011-0441264 / 339-7796065
info@csafarmgallery.it - marcello.corazzini@gmail.com
csafarmgallery.wordpress.com - www.mauricrenaissanceart.org
Orario: dal martedì al sabato, dalle 16,00 alle 19,30
(lunedì e festivi, chiuso)
Nell'immagine di apertura, sotto il titolo dell'articolo
e in corso di testo, prima in particolare, poi integrale,
“Campo giallo (Fine a se stesso)”, 2017
tecnica mista su stampa plotter, 32x23x2 cm.
di Guido Persico
© G.Persico/CSA
© CSA Farm Gallery - CosmoShopArt - Mauric Renaissance Art
link al precedente articolo Ai non addetti ai lavori
relativo alla mostra personale Le sudate carte di Guido Persico
presso la CSAFarm Gallery di Torino :
www.civico20news.eu/sito/articolo.ainonaddettiailavori
link all'articolo Totem totale
relativo al progetto installativo di Enzo Bersezio
per la CSAFarm Gallery di Torino :
www.bdtorino.eu/sito/articolo.totemtotale
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Articolo pubblicato il 23/07/2021