«Caty Torta un'artista Libera», a Torino

Presso il Museo dell’Automobile, in mostra fino al 7 Novembre 2021 (di Michele Franco)

Una storia di coraggio, follia, coscienza e lealtà verso sé stessi

"Ero sempre timida, avevo sempre timore nel dipingere" dicevo, e Casorati mi spronava "Ci vuole coraggio, ci vuole coraggio!" - "Aveva ragione lui, perché col coraggio si fanno tante cose, ma bisogna averlo il coraggio... forse si acquista col tempo quando si vede che le cose vanno bene, e allora arriva il coraggio. Infatti poi mi è venuto e nessuno mi ha più fermata".

Questo messaggio senza tempo Caty Torta lo ha ricevuto dal Maestro Casorati. Lottando contro tutte le innumerevoli difficoltà imposte ad una donna della sua epoca, Caty Torta ha fatto suo il significato profondo del termine, e ce lo ha ritrasmesso non solo con le parole, non solo con le sue opere, ma con tutta la sua personalità. Un coraggio palpabile quanto saliva a bordo delle auto da gara, un coraggio riscontrabile nella forza dei movimenti e dei cromatismi nei suoi dipinti, un coraggio verificabile e visibile nelle scelte compiute nell'arco di tutta la sua vita.

Il significato del coraggio resta il messaggio da trasmettere alle giovani generazioni, e da raccogliere per i meno giovani. Perché quest'epoca, sempre più complessa, richiede coscienza, attenzione, consapevolezza. E coraggio. Coraggio nel guardare avanti affrontando le difficoltà, come la nostra complessa contemporaneità richiede, osando per realizzare i nostri sogni. Essere visionari significa essere coraggiosi, e Caty Torta ha sperimentato su sé stessa il costo delle proprie coraggiose scelte di pensiero.

CI VUOLE CORAGGIO - La sfida è stata raccolta dalla dottoressa Mariella Mengozzi, direttrice del Mauto, il prestigioso Museo Nazionale dell'Automobile di Torino, e dalla bravissima curatrice Laura Tota. È un ideale passaggio di testimone: due donne dei nostri tempi hanno raccolto il simbolico slogan arrivato da quella donna coraggiosissima che fu Caty Torta, e lo "sollevano" come segnale di rinascita non solo per il Mauto, ma per l'intero sistema museale e della cultura.

Estendendo il concetto di osare, del non ritrarsi davanti alle sfide, anzi accettando le difficoltà per raggiungere un ideale, ecco delinearsi la direzione, assolutamente nobile, in cui va letta la collaborazione tra il Mauto e la CCIAA di Torino, realtà insieme impegnate per realizzare un progetto di formazione dedicato alle giovani generazioni.

Sotto questa egida, è importante ancor di più il significato che la splendida mostra su Caty Torta rappresenta per il Mauto: un segnale vitale e vivace portato ai visitatori, un elegante segno di rinascita piena di colore e di energia, che trasmette una luce di ottimismo dopo i lunghissimi mesi di chiusura dei musei.

Notissima all'epoca, poco ricordata oggi dagli stessi torinesi - Per questo motivo è ancor di più una sorpresa strepitosa il grande spazio arricchito dal bellissimo allestimento che il Mauto di Torino dedica a Caty Torta.

Sono rimasto stupito, davvero, dal numero di persone di cultura o dell'ambiente pittorico che non sapevano dell'esistenza di questa importante artista e grande donna. Ormai sappiamo bene come la "torinesità" sia un'aura che permea esseri viventi, pensieri, cose. Una sorta di pudore riservato che contiene molti pregi, ma che, troppe volte, ha lasciato scivolare nell'oblio molti dei suoi esponenti culturali importanti.

Vogliamo parlare del silenzio assordante che avvolse il centenario dalla nascita del primo kolossal della storia del cinema, quel "Cabiria" studiato dai più importanti registi del mondo? Un centenario ricordato ovunque, tranne che nel luogo in cui tutta quella gigantesca avventura umana, artistica, tecnica, industriale e culturale nacque.

Vogliamo parlare della morte del mitico Aldo Novarese, il più prolifico disegnatore di caratteri del mondo? Quei caratteri tipografici che leggiamo sui quotidiani, sui libri, sui folder pubblicitari o coi quali scriviamo sui nostri pc. Dagli USA al Giappone ci fu grande ricordo di lui sui più importanti quotidiani, a Torino una trentina di righe a lato pagina cronaca cittadina. Tutto lì.

Sono due esempi di un lunghissimo elenco. Ecco perché ritengo che l'operazione in grande stile fatta dal Mauto per ricordare Caty Torta, donna straordinaria e libera, pittrice, pilota d'auto da gara, sia qualcosa di encomiabile. Stava scendendo su di lei il solito velo torinese, quello che, anche con rispetto della figura, preannuncia però l'immancabile zona grigia del dimenticatoio. 

L'ESPOSIZIONE - Così come nitidi e potenti erano i contrasti cromatici in tanta produzione della pittrice, così è anche il "colpo d'occhio" appena si entra nella sezione del Mauto dedicato a Caty Torta. Vi troverete immersi in un ambiente nero che trasmette una luce tutta sua. Dal nero delle pareti, dei pavimenti, del soffitto, i quadri intensissimi emergono illuminati in modo perfetto, mentre le auto, molto distanziate, occhieggiano sornione appoggiate su grandi superfici arancioni. Tutto è avvolgente, caldo e intenso alla vista e alle emozioni, e mi sono fatto "rapire" dal "mood" dell'ambiente; aggiungo che raramente sono stato catturato in una frazione di secondo da un allestimento museale. Qui mi è successo, così sono ritornato più volte al Mauto per assaporare e gustarmi quelle atmosfere, essendo un grande appassionato dell'arte e dell'automobile, sia per gli aspetti culturali che per quelli puramente estetici.

Ritengo che questa mostra sia una "chicca" da osservare sotto diverse prospettive di lettura, ben sapendo che su tutto aleggia l'aura di quella Donna, grande pittrice e grande pilotessa.

L'operazione Caty Torta non è stata semplice. La curatrice Laura Tota e le energie del Museo si sono concentrate per portare un evento significativo che soddisfacesse i cultori tanto dell'arte quanto dell'automobile. Mission non semplice, che, grazie alla collezione privata dell'amatissimo figlio della pittrice, Giulio Cesare Denoyè, ha portato al Mauto 16 bellissime opere che offrono uno sguardo sul percorso artistico di Caty Torta. Lo spirito curioso di ricerca e sperimentazione di Caty Torta ha toccato correnti pittoriche ed evoluzione molto differenti, andando infine principalmente esprimendo una pittura racchiusa nel grande alveo dell'astrattismo.

Si parte da "I Buoi", olio su tela datato 1932 e realizzato dalla pittrice appena dodicenne. Una vaga atmosfera macchiaiola e un uso della luce semplicemente delizioso fanno restare pensierosi di fronte all'opera, dove intuiamo le capacità intrinseche e le potenzialità di quella bambina "speciale".

Sulle grandi superfici nere le opere, perfettamente illuminate e ambientate, regalano un percorso emozionante e coinvolgente. Le 16 opere sono datate fino al 2004, e toccano il futurismo, gli stimoli dell'avanguardia torinese, le esperienze parigine, l'astrattismo e infine le essenzialità dell'astratto spazialista. Un excursus contenuto nel numero di tele ma non nella estrema qualità, frutto di una scelta accurata da parte della curatrice in sinergia con il figlio della pittrice.

Un enorme striscione con la firma Caty Torta campeggia su un intero lato del piano che accoglie la mostra, uno squillo potente di un rosso acceso che trasmette una sferzata di energia.

Perché tutta la mostra è energia, grazie a ciò che trasmettono le tele di Caty Torta e alle tre splendidamente conservate automobili - una scultorea Lancia Aprilia, una nera Golf GTI e una argentea Porsche 911 - che sono state ambientate in modo che ritengo semplicemente delizioso. Si tratta di tre esemplari di auto che la "pilotessa" guidò o che portò in gara (diverse gare di regolarità, MilleMiglia, Milano-Sanremo, tanto per fare nomi).

Caty Torta ebbe sempre auto significative e dotate di spiccata personalità. Figlia di un capo ingegnere delle ferrovie con la passione per la meccanica, e con buona disponibilità economica, ebbe a diciotto anni la Patente, e poco più avanti anche la Patente sportiva. Dopo il matrimonio, il marito industriale le regalò una Ferrari grigia, poi guidò una gigantesca americana convertibile. Dopo la morte prematura del marito e con un figlio di soli cinque anni, le auto vengono accantonate. Deve dedicarsi al bimbo, e vi si dedica con tale abnegazione da rifiutare, sogno di ogni pittore, la cattedra di disegno alla famosa Accademia Albertina. In seguito, le auto saranno più "modeste": una Lancia Fulvia coupé, una Alfa Romeo GT Junior rossa, una Golf GTI nera e, infine, approda alla Porsche 911 che guiderà, o, meglio, piloterà, fin oltre l'età di ottanta anni, per poi lasciarne le chiavi al figlio, accontentandosi di accomodarsi sul lato passeggero.

CATY TORTA - Liberissima ma non scandalosa, indipendente ma legata ai valori della famiglia. Nella nostra confusa contemporaneità, questi ci paiono apparenti controsensi, che Caty risolse tracciando uno stile di vita tutto suo, in una società che non vedeva di buon occhio le donne come lei.

Nasce da una famiglia borghese agiata, e questo aiuta. Ma ben pochi hanno osato fare ciò che ha fatto lei. Fin da bambina provò per la pittura quel grande amore che non la abbandonerà mai, poi arrivò la passione per la musica e infine l'amore per le automobili e la velocità. Non avrebbe potuto vivere senza queste ossessioni, a loro volta sovrastate dall'amore più grande e incondizionato, quello per Cesare, il suo unico figlio chiamato con lo stesso nome del marito. 

"Il motore in salita che canta.... " dice Caty Torta ultranovantenne con un guizzo di luce in più negli occhi. In lei ardeva ancora lo spirito combattivo e competitivo, quello che la portò a sfidare quel "mondo degli uomini" che ruotava attorno alle gare e ai bolidi da corsa.

Ha superato convenzioni, ostacoli e difficoltà oggi difficilmente intuibili. Mi immagino le mezze frasi, i consigli detti con l'aria da saggi o il sorrisetto di pietismo. "Lascia perdere, non è roba da donne. Ma cosa ti sei messa in testa di fare? La gente chissà cosa dice di te.... Uscirai con le ossa rotte e tutti si faranno beffe di te! Pensa a farti una famiglia e dei figli".

Le avevano ben insegnato ciò che una ragazza di buona famiglia deve sapere per prepararsi alla società e al futuro matrimonio: cucire e rammendare, cucinare e suonare il pianoforte, avere bel portamento e non dare scandalo.

Lei ha ascoltato e fatto suo tutto il decalogo della figlia perfetta e della futura dignitosissima donna di casa.

E nel contempo ha ascoltato le altre vocine che le nascevano dentro, ha ricercato i segreti della pittura e nel contempo ha cercato - e trovato - chi era "l'altra Caty Torta", quella che pulsava dentro e chiedeva di uscire dalle convenzioni del tempo. A qualunque costo, pagando ogni prezzo.

E per una gran bella ragazza, ostacoli e trappole di quell'Italia maschile e maschilista erano ancora più numerosi e difficili da dribblare. Caty non ha mai smarrito la direzione della sua bussola interiore. Ha superato tutte le difficoltà che una giovane bella donna doveva affrontare per poter dire "Esisto per come desidero io e non per come mi volete voi”.

Non è stato facile. Il conflitto tra le esigenze della personalità e quelle della società crea inevitabilmente problemi. Possiamo leggere nelle sue opere molto di lei, delle sue pulsioni, dei suoi conflitti anche irrisolti, dei contrasti che la agitavano. La violenza dei colori, i cromatismi coraggiosi con accostamenti coloristici personalissimi, il dinamismo e il movimento dei piani costruttivi. Ma già lo diceva la sua guida spirituale, Felice Casorati: "Caty Torta ha bisogno di cantare e gridare la sua pittura".

Un canto sempre molto calibrato, mai vociato. Anche nelle opere più "folli" e destabilizzanti vige un impianto pittorico e un ordine del disegno di base assolutamente solidi, così come in quelle apparentemente più pacate e geometriche, più ordinate e stabili, esce lei, Caty. Da ogni sua tela emergono le energie che la agitavano e le forze che l'hanno accompagnata in tutta la sua lunga vita.

UNA FORZA DOLCE - Direbbe oggi lo slogan di uno spot dedicato a qualche auto potente ma controllabile. Caty era così, colma di un'energia vitale misteriosa che lei ha saputo imbrigliare e indirizzare con maestria, tanto dipingendo sulla tela che correndo in gara su asfalti e sterrati. Un'energia che l'ha portata a sperimentare e ricercare la pittura di grandi maestri per poi trovare la sua via espressiva e la sua poetica artistica, quella firmata Caty Torta fin nel più intimo dell'animo.

La stessa energia che le ha permesso di dare, anno dopo anno, sofferenza dopo sofferenza, coraggio dopo coraggio, la spallata scardinante di un mondo "chiuso" alle donne, quello delle gare automobilistiche.

Allora, vogliamo dirlo una buona volta? Che tutti vorremmo essere eroici un po’ come lei, almeno un po’ nella vita di ogni giorno? Che vorremmo sfidare le convenzioni, per prenderci un pezzetto di dignità in più? Conquistandocelo, quel pezzetto. Con tanta fatica, con tanto entusiasmo. Con tanto coraggio.

E pagandolo di persona. Perché la dignità non ha prezzo.

Grazie Caty Torta, grazie Mariella Mengozzi, grazie Laura Tota.

E a tutte e tutti voi che avete letto, l'invito a scoprire un pò di più una grande Donna. Caty Torta al Mauto fino al 7 NOVEMBRE 2021.

Buona, emozionante, sorprendente visita al Mauto.

Michele Franco

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 25/07/2021