Il Senatore Lucio Malan spiega perché non è serio l'obbligo del "Green Pass"

Obbligare la popolazione ad aderire ad un piano vaccinale dietro minacce e restrizioni non è proprio di un Paese che si dice democratico.

Continuano le incessanti polemiche dopo le vergognose e minatorie parole pronunciate dal Presidente del Consiglio Mario Draghi.

Il suo: “L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore” è rimasto sullo stomaco a molti italiani che non ci stanno proprio ad essere trattati da “untori”.

Nel panorama politico italiano si è scatenata una caccia all’untore degna delle peggiori guerre civili e i politici moderati che parlano in modo pacato e tranquillo della questione “green pass” si contano sulle dita di una mano. Tra loro vi è il senatore Lucio Malan, “Fratelli d’Italia”, che alle parole dure e livorose di Draghi preferisce contrapporre dialogo, ragionamento e riflessione.

In questi giorni il senatore Malan ha invitato alla prudenza e alla serietà degli slogan. Sul suo profilo Twitter ha scritto: “Il #GreenPass chiede l’impossibile: 24 milioni di italiani sopra i 12 anni dovrebbero vaccinarsi in 13 giorni! E ci sono solo 4 milioni di dosi disponibili. Che senso ha la data del 6 agosto?”.

Al di la delle date, poi, vi è da dire che una cosa se la imponi la imponi bene altrimenti diventa assurda ed impossibile da applicare. E bisogna considerare anche che – sempre citando Malan – “45 stati USA su 50 hanno abolito tutte le restrizioni anti #Covid. Negli altri 5 al massimo c’è obbligo di mascherina al chiuso. Gli USA hanno meno vaccinati dell’Italia (56% a 61%) e meno morti. Nessun #GreenpassObbligatorio”.

Le cose sono due. O negli altri Paesi sono tutti degli irresponsabili o nel nostro Paese i consulenti del ministro Speranza e del plenipotenziario Draghi sono poco inclini allo studio scientifico e alla valutazione della casistica clinica.

Il più acceso ed insolente dei virologi sicuramente è Roberto Burioni che, ogniqualvolta viene intervistato, non perde occasione per offendere chi non la pensa come lui e non vuole fare il vaccino perché magari ha delle patologie autoimmuni o delle preesistenti situazioni patologiche che con il vaccino potrebbero avere regressione o acutizzazione.

Il “Green Pass” obbligatorio non tiene conto di queste categorie rendendo queste persone, di fatto, additabili da una società ormai incline alla caccia alle streghe.

E vogliamo parlare poi – come dice Giorgia Meloni - del “surreale controsenso di un Governo che obbliga i suoi cittadini a munirsi di #greenpass per entrare nelle attività, ma che continua a permettere a chiunque di sbarcare illegalmente – spesso senza nemmeno documenti – passando da un continente all’altro”?

Credo che in un momento di situazione economico-sanitaria come questa la priorità della dialettica politica vada data al buon senso ed alla pacatezza. Non serve a nulla creare schieramenti “si vax” contro “no vax”, “si green pass” contro “no green pass”.

Nel momento in cui il Paese ha bisogno delle forze di tutti per affrontare l’emergenza bisogna avere il coraggio e la determinazione di mettere in campo le proprie forze, le proprie conoscenze e le proprie competenze per far fronte comune ed andare avanti. La lotta intestina tra cittadini della stessa nazione fa solo comodo a chi la nostra Nazione la vuole mettere in ginocchio e far strisciare.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 27/07/2021