TV. Nuovo digitale terrestre.

Ci sarà più tempo per sostituire la tv con il bonus

Ormai gli automobilisti italiani sono già abituati. Sull’altare dell’ecologia o della tecnologia, entrano in produzione nuovi tipi di motori e l’auto che possediamo diventa scomoda ed inservibile. Non troviamo più il carburante, non possiamo accedere ai centri storici o al primo indice di presunto inquinamento, siamo obbligare a tenere l’auto in garage. Per cui, obtorto collo siamo obbligati a cambiare l’auto ed a rimanere  in allerta sui prossimi e certi adeguamenti.

Questa volta, non per problema ambientali, ma tecnologici, la rottamazione toccai nostri televisori e viene così sconvolta la vita (e il portafoglio) delle famiglie.

In ballo arriva il nuovo digitale terrestre, ma, rispetto alle precedenti notizie, per passare dal vecchio al nuovo  ci sarà più tempo.

E più tempo, di conseguenza, ci sarà per cambiare televisore o decoder, ammesso che non si posseggano già in casa modelli compatibili con il nuovo standard di trasmissione dei programmi televisivi.

In 10 domande e risposte i punti chiave dei cambiamenti.

ll passaggio è legato alla necessità di liberare frequenze attualmente occupate dalle emittenti televisive nella banda 700 megahertz per concedere spazio al servizio di telecomunicazione mobile 5G.

Questa operazione in gergo tecnico si chiama “refarming”. La diminuzione di banda per il settore televisivo comporta necessariamente l’adozione di sistemi più efficienti. Il piano prevede prima il passaggio dall’attuale standard di codifica Mpeg2 ad almeno Mpeg4 e poi, a regime, il passaggio dall’attuale standard di trasmissione DVBT-1 al cosiddetto DVBT-2 con standard di codifica HEVC Main 10 sviluppato per incrementare la capacità trasmissiva.

Nel 2019 un primo decreto del ministero dello Sviluppo economico aveva fissato una “road map”, un calendario, con quattro aree territoriali che raggruppano diverse regioni. Prevedendo due fasi: prima il passaggio alla codifica Mpeg4, partire dal mese di settembre 2021, poi l'attivazione dello standard DVBT-2 a livello nazionale, nel periodo tra il 21 giugno 2022 e il 30 giugno 2022.

La lentezza con cui nel frattempo sono stati adeguati televisori e/o decoder, nonostante una prima tornata di incentivi, ha portato a lunghe discussioni tra ministero e operatori. Questa la principale ragione della revisione dei tempi.

Se il dato è attendibile, si partirà dal 15 ottobre 2021, gradualmente, iniziando con alcuni canali (si presuppone quelli meno importanti).

La dismissione generalizzata della codifica Mpeg2 sarebbe poi definita con un successivo provvedimento da emanare entro la fine del 2021. Slitta anche il secondo e definitivo passaggio, allo standard DVBT-2, che richiede una sostituzione molto più estesa di televisori e decoder. Non avverrà più dal 30 giugno 2022 ma a partire (quindi prevedendo un lasso di tempo più o meno lungo) dal 1° gennaio 2023

Per il «refarming» esiste una tagliola europea inderogabile fissata al 30 giugno 2022. A questa data si arriverà gradualmente sul territorio, sempre secondo quattro aree geografiche.

Partenza il 15 novembre 2021 in Sardegna. In pratica ci sarà un arco di tempo in cui le frequenze saranno state trasferite ma non si sarà ancora passati al DVBT-2.

Per alcune emittenti locali, o alcuni canali nazionali, potrebbero esserci conseguenze in termini di minore efficienza del servizio. Perché i broadcaster dovranno trasmettere con il vecchio DVBT-1, in codifica Mpeg4, ma con meno risorse frequenziali a disposizione. Per farlo non ci sono grandi alternative: possono spegnere dei canali “secondari” o accettare di diminuire la qualità dell'immagine a fronte dell'aumento della compressione in Mpeg4.

Le emittenti locali a loro volta dovranno “stringersi”: sono destinate a un unico multiplex che restando nel vecchio standard DVBT-1 avrà meno banda a disposizione.

Niente in termini pratici. Ma ovviamente la “corsa” all’acquisto, sempre che non si abbia già a disposizione un televisore predisposto, avverrà in un tempo più lungo. Dopo una prima campagna di incentivi che non ha fatto registrare grandi numeri, anche perché vincolata a un limite di indicatore Isee fissato in 20mila euro e a un valore di 50 euro, il governo ha ora messo in campo un incentivo più robusto condizionato alla rottamazione di un vecchio modello.

Il decreto è stato firmato dal ministro dello Sviluppo ma non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Il ministero prevede che le nuove misure potranno avere effetto nelle prossime settimane.

Il contributo per l'acquisto di un nuovo apparecchio televisore sarà riconosciuto all’utente finale sotto forma di sconto praticato dal venditore dell’apparecchio sul relativo prezzo di vendita, per un importo pari al 20% del prezzo di vendita, entro l'importo massimo di 100 euro. Non c’è limite Isee. Contributi disponibili fino all’esaurimento di un plafond di 150 milioni.

C’è il vincolo di rottamare un televisore acquistato prima del 22 dicembre 2018 (quindi non in grado di ricevere trasmissioni in codifica HEVC Main 10).

L'avvio a riciclo è effettuato o presso lo stesso rivenditore, contestualmente all'atto di acquisto oppure preventivamente presso un centro comunale di raccolta RAEE, previa consegna di un modulo che sarà reso disponibile con la pubblicazione del decreto.

Modulo con il quale l'utente finale attesta il conferimento del bene, autocertifica la titolarità dell'abbonamento al canone Rai e la non conformità dell'apparecchio ai nuovi standard DVBT-2, in quanto acquistato prima del 22 dicembre 2018. Sempre che nel frattempo tutto venga capovolto od aggiornato.

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 31/07/2021