Mentre l’Italia brucia, si sommano le richieste per la pena di ergastolo da applicare ai piromani

Inasprimento delle pene per un reato di tentata strage e disastro ambientale premeditato

La calda estate di questo inquieto 2021, nel nostro Paese verrà ricordata anche per i devastanti incendi che hanno cancellato migliaia di ettari boschivi, dalle colline del centro Italia alle isole. I danni sono incalcolabili e i roghi, alimentati dai venti di scirocco, sono ancora in corso. Il 98% dei focolai sono dovuti alla mano dell’uomo e di questi, il 50% è causato dall’incuria e il restante 50% è da attribuirsi a una mano e una mente dolose e criminali.

Quella degli incendi appiccati con metodo è una piaga che affligge il mondo intero. Il nostro Paese è da sempre vittima di incendi per lo più opera di piromani che agiscono per molteplici tipi di interessi, altri sono appiccati da mani irresponsabili che lo fanno per maniacale deviazione mentale, altri ancora, ed è sbagliato non prestar loro attenzione, sono opera di ragazzini incoscienti in cerca di emozioni, spesso prezzolati da adulti interessati.

 

Le contromisure attive sono nelle mani dei vigili del fuoco, della protezione civile, degli elicotteri e dei canadair, interventi che avvengono quando il rogo è in fase acuta. Quasi sempre è troppo tardi.

La prevenzione, l’informazione sulla gravità del gesto e l’appello a una maggiore attenzione nelle attività agricole, non hanno risolto il problema; chi appicca le fiamme, il più delle volte è un criminale, un assassino potenziale, e lo sa. Va perseguito con ogni mezzo, arrestato e condannato senza troppe attenuanti.

Occorre dunque adeguare la pena al delitto, reale e virtuale; andare oltre l’attuale articolo 452 ter. del codice penale che, con severità scarsamente applicata, prevede pene da 5 a 12 anni in caso di morte per delitto di inquinamento ambientale e altrettanto per l’articolo 452 quater, riferito al reato di disastro ambientale, che prevede pene da 5 a 15 anni di in caso di alterazione irreversibile di un ecosistema ed effetti lesivi per le persone.

Il governatore della Sicilia Nello Musumeci, sopraffatto dai roghi che stanno divorando l’isola, ha alzato la posta. Oltre a chiedere il rilancio del Corpo Forestale, e al governo lo studio di misure preventive, si è scagliato duramente contro gli “sciacalli”, proponendo la condanna all’ergastolo per i piromani.

Non si tratta di un provvedimento inadeguato, anzi. Si è fatto un passo avanti per i reati dovuti alla condotta della guida, con l’inserimento dell’omicidio stradale. L’adeguamento di una pena per un delitto volontario potenziale di tipo ambientale, merita ancora più attenzione per i reati sempre più frequenti che riguardano lo smaltimento dei rifiuti tossici in zone agricole, e in eguale misura, anche per gli incendi dolosi, dando ulteriore importanza a un crimine invocato da autorevoli voci ambientaliste. Una fra tutte è la Stop Ecocide Foundation che chiede di vedere riconosciuto il reato di "ecocidio" dalla Corte Penale Internazionale, allo scopo di salvaguardare la natura e garantire il futuro della vita sul pianeta.

Ritornando sulle fiamme che stanno incenerendo i boschi italiani, distruggendo alberi secolari, pascoli, agricoltura e minacciando case, uomini e armenti, a luglio, il movimento Regionale Energie per l'Italia, coordinamento della Sardegna guidato da Tore Piana, nell’ultima riunione di direzione, ha relazionato su quello che prevede la Legge sugli incidenti stradali, dove è previsto l'omicidio stradale con pene “ipoteticamente” pesanti.

Sull’argomento, l’EPI Sardegna ha proposto di approvare una legge che classifichi l'incendio doloso alla stregua di tentata strage e danno ambientale premeditato, con pene severissime, sino anche all’ergastolo per chi venisse accertato essere colpevole di aver appiccato volontariamente l'incendio.

 

Mentre le notizie sull’Italia che brucia continuano a susseguirsi, l’appello è stato esteso a tutti i parlamentari affinché presentino rapide proposte di legge, sia di repressione che di caccia ai piromani. Richiesta più pressante e più calda che mai.

 

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Articolo pubblicato il 03/08/2021