Consiglio regionale del Piemonte. Al via la richiesta di sei referendum abrogativi

La dichiarazione di Franco Graglia, vicepresidente del Consiglio Regionale

A maggioranza assoluta e a scrutinio segreto il Consiglio regionale ha approvato nella seduta di ieri, sei proposte di deliberazione per presentare la richiesta di altrettanti referendum abrogativi sui temi della giustizia.

I documenti, illustrati in Aula dal primo firmatario Alberto Preioni (Lega) riguardano, in particolare, i seguenti temi: legge Severino, abusi sulla custodia cautelare, separazione della carriera dei magistrati, valutazione dei magistrati, responsabilità diretta dei magistrati e riforma del Consiglio superiore della Magistratura.

L’Assemblea ha poi designato il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia e il capogruppo della Lega Preioni quali delegati per il deposito delle richieste in Cassazione.  

La richiesta di referendum da parte dell’Assemblea regionale si basa sull’articolo 75 della Costituzione e - in particolare - sulla possibilità che cinque Consigli regionali possano richiedere l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge. Con il Piemonte, hanno approvato la richiesta di referendum abrogativo anche i Consigli regionali di Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Sicilia.

Nel corso del dibattito generale sono intervenuti i consiglieri Alberto Avetta e Diego Sarno (Pd) per sottolineare che i temi riguardanti la riforma della giustizia sono estremamente delicati e meriterebbero di essere affrontati dal Parlamento.  

Queste, in estrema sintesi, le richieste: abolire la legge Severino per garantire maggiori tutele per sindaci e amministratori e restituire ai giudici la facoltà di decidere se applicarne o meno l’interdizione dai pubblici uffici; limitare gli abusi della custodia cautelare nell’ottica di un equo processo; separare la carriera dei magistrati, che a inizio carriera dovranno scegliere la funzione giudicante o requirente; equa valutazione dei magistrati, che non possono essere controllati solo da altri magistrati; responsabilità diretta dei magistrati, introducendo la possibilità di poterli chiamare direttamente in causa per scongiurare abusi, azioni dolose o gravi negligenze; riformare il Consiglio superiore della Magistratura per permettere a chi intenda candidarsi di farlo anche autonomamente e non necessariamente all’interno di una corrente.

Con 23 voti contrari e 20 favorevoli, a scrutinio segreto, l’Assemblea ha invece bocciato la proposta di deliberazione a prima firma Marco Grimaldi (Luv) sulla richiesta di referendum per l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente).

La votazione è arrivata al termine di una lunga discussione cui hanno preso parte molti consiglieri di maggioranza e opposizione, che hanno espresso le posizioni dei gruppi ma anche personali rispetto ad un tema etico fortemente dibattuto come è l’eutanasia.

In merito alla proposta di Marco Grimaldi, poi bocciata,  riportiamo la toccante e personalissima testimonianza del vicepresidente del consiglio regionale Franco Graglia.

"Non posso che esprimere la mia soddisfazione per aver respinto la proposta di delibera che chiedeva alla Regione di aderire al Referendum pro eutanasia. Non ho mai nascosto il mio profondo credo cattolico in questi anni di mandato e quindi non nascondo certo che per me la vita è sacra e l'unica entità che può interromperla è Dio onnipotente. Questo tema mi ha toccato molto da vicino e muove corde importanti. Sono stato molto vicino ad essere costretto a rinunciare alla vita per cui esprimo un concetto che non molti più di me possono comprendere: il significato profondo della vita.

Durante la mia lunga malattia, sette mesi, sono stato più volte vicino coscientemente alla morte ma sono rimasto sempre aggrappato alla vita. Sono riuscito in una battaglia estrema grazie alla forza dei medici e all'intervento della nostra Mamma Celeste. Pur sapendo che non avrei potuto farcela, o che avrei potuto avere conseguenze gravi - che peraltro ho - il mio costante pensiero è stato quella di riuscire a farcela. Avrei accettato di vivere in qualsiasi condizione.

Effettivamente certe situazioni si possono comprendere solo vivendole, capisco che alcuni pensino a percorrere una via più facile, ma quella è una scelta che coinvolge anche altre persone che potrebbero non condividere quella scelta. La cura è vivere, mai morire e Forza Italia difende la vita" conclude Franco Graglia.

Come già evidenziato, questa proposta è stata bocciata dal voto segreto: “23 voti contro i 20 a favore.

 

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Articolo pubblicato il 04/08/2021