
Continua da: ZAN 1 di 4 – IL DISEGNO DI LEGGE e ZAN 2 DI 4 – L’ORIENTAMENTO SESSUALE.
Nell’arcobaleno LGBTIQAPK+, in cui si muove il DDL Zan, si potrebbe facilmente confondere l’orientamento sessuale con la identità di genere, che sono invece due fattispecie solo molto vagamente sovrapponibili.
Il genere della persona è definito dal complesso dei caratteri sessuali biologici propri della persona, in base ai quali può essere considerata maschio, femmina o intersessuale, cioè persona dotata di caratteri sessuali maschili e femminili, secondo combinazioni atipiche degli organi genitali e riproduttivi, ma anche di altri elementi, quali i cromosomi, le produzioni ormonali.
La Natura è bizzarra, talvolta, non solo nella creazione delle componenti biologiche della persona, che ne definiscono il genere sotto il profilo del sesso, ma anche nella percezione che ognuno ha del proprio sesso. Sono presenti in Natura, infatti, casi di persone che possono sentire come proprio un sesso diverso da quello biologico di nascita: è una sensazione che può nascere in ogni momento della vita e che può modificarsi nel tempo.
La identità di genere, che si forma sin dai primi anni di vita, definisce il genere cui la persona ritiene, percepisce, si sente di appartenere. La corrispondenza tra identità di genere e genere sessuale biologico viene data per scontata, come pure, nell’ambito degli orientamenti sessuali, per scontata viene data la eterosessualità, che è la attrazione per il sesso opposto: anche questa può nascere in ogni momento della vita e può modificarsi nel tempo.
Cisgender è chi identifica il proprio genere nel genere sessuale biologico proprio, è chi si riconosce nel sesso con il quale è nato: la sua identità di genere coincide col suo genere sessuale biologico.
Transgender/transessuale è chi identifica il proprio genere in un genere sessuale biologico diverso da quello proprio;
in ambito prettamente medico e legale, transgender è il transessuale non operato ai genitali. La inclinazione a voler vivere come persona di un genere sessuale biologico diverso da quello proprio potrebbe comportare anche uno stato di disagio esistenziale grave, tanto da indurre fino alla disforia di genere, che si caratterizza per una forte e persistente identificazione di sé in un genere sessuale diverso da quello biologico, una identificazione di sé vissuta con irritazione e in modo ansioso fino alla depressione. È una sofferenza psichica, che può manifestarsi in ogni momento della vita e può accompagnare per tutta la vita chi ritiene d’essere nato col sesso sbagliato.
Transfobia è il pregiudizio, la paura e l'ostilità nei confronti di queste persone.
La Legge 164 del 1982 – aggiornata in più riprese per seguire la evoluzione della scienza e dei costumi sociali - consente alla persona transessuale di modificare il proprio sesso biologico e anagrafico, sulla base della propria identità di genere. Il passaggio di genere
da Maschio a Femmina (MtoF) o da Femmina a Maschio (FtoM) viene riconosciuto da una sentenza del Tribunale che riassegna il genere nuovo alla persona al termine di una adeguata procedura di valutazioni e di accertamenti medici e psicologici.
Genere sessuale biologico e identità di genere sono elementi personali che possono in varia maniera contribuire, influenzare o essere determinanti del genere espresso.
Genere espresso è quello definito dalla maniera di rappresentarsi e di essere percepiti e considerati. Il genere può essere espresso col modo di atteggiarsi, ad esempio, di vestire, di muoversi o di parlare, tenuto anche conto di certe prescrizioni ambientali e di certe aspettative sociali, culturali o locali.
Il genere espresso può essere indicativo del proprio orientamento sessuale, ma può essere anche un costrutto comportamentale, elaborato per dare di sé una immagine, finalizzata al conseguimento di un valore, per lo più, nel mondo dello spettacolo o del divertimento: drag king è la femmina che si veste da maschio (king); drag queen è il maschio che si veste da femmina.
Con artifici e in molti casi con sofferenze innanzitutto psicologiche anche notevoli, nella vita di relazione tanti nascondono più o meno completamente il proprio orientamento sessuale, spesso fino al momento in cui trovano le combinazioni per fare “coming out (of the closet)”, per uscire allo scoperto, avendo vinto finalmente l’imbarazzo della denuncia di una verità, che fa parte dell’intimo di ognuno, ma forse non la paura, talvolta tanta, delle aggressioni spesso anche fisiche, da parte di quelli che calpestano senza ritegno alcuno la dignità di chi ha il diritto naturale, ribadito anche da secoli di storia, di essere accettato per quel che è nel mondo civile.
Odioso è pertanto l’outing, la denuncia della omosessualità di una persona da parte di altri senza il consenso della persona interessata.
Si vales, vàleo. armeno.nardini@bno.eu
Segue con ZAN 4 DI 4 – TERMINI RICORRENTI
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Articolo pubblicato il 06/08/2021