Unicredit - MPS: nessun conflitto di interessi?

Tutto tace, a parte qualche migliaio di dipendenti del MPS che verranno licenziati

In questi mesi di profonda crisi economica e sociale determinata dalla pandemia esplosa l’anno scorso chi proprio non sembra attraversare difficoltà è il mondo dell’alta finanza; è tutto un fermento di acquisizioni e fusioni nel mondo bancario italiano, operazioni del valore di svariati miliardi spesso pagate a suon di chiusure di sportelli nei piccoli centri e riduzioni drastiche del personale; ma tutto ciò sembra non toccare i grandi banchieri nostrani.

Tra queste operazioni di cui parlano praticamente tutti i giornali alla pagina economica ce n’è una che solleva molti dubbi, non tanto dal lato della legittimità quanto su quello dell’opportunità.

Il Monte dei Paschi di Siena, banca senese storica roccaforte “rossa” controllata saldamente dal PCI prima e dai PD con annessi e connessi poi, alcuni anni fa stava per scoppiare per la mala gestione; una storia come tante altre, prestiti concessi a caso senza garanzie né rimborsi agli amici degli amici ( sempre riconducibili alla galassia della Sinistra) e negati agli onesti imprenditori e alle famiglie che desideravano comprare casa.

L’allora Ministro dell’Economia, il prof. Padoan, ha provveduto al salvataggio pubblico della banca, considerata giustamente tra le banche “troppo grandi per fallire”.

Si potrà obiettare che un governo di Sinistra  abbia salvato ad una banca “vicina”, ma non ci sono molti dubbi sul fatto che il salvataggio pubblico, come in altre situazioni, sia stata la scelta migliore.

Padoan, tra l’altro, è il tipico esempio di giovane economista marxista che lotta contro il capitale per diventarne, in età matura, diretto controllore al Fondo Monetario Internazionale prima e all’OCSE poi con alti incarichi direttivi; è una storia lunga…. Si scrive su riviste marxiste a vent’anni contro il capitale e si diventa controllori del grande capitale internazionale qualche anno dopo…. Ma questa è un’altra storia.

Per la sua competenza, comunque incontestabile, Renzi lo chiamò a far parte del suo governo e fu riconfermato da Gentiloni; alle elezioni politiche del 2018 fu ricompensato dalla Sinistra per i suoi servizi, con una candidatura “blindata” a Siena, dove ovviamente venne eletto.

Pochi anni e il banchiere sente il “richiamo” ed alla prima offerta importante lascia il seggio in Parlamento e va a ricoprire la carica di presidente del gruppo bancario Unicredit.

Ora si dà il caso che il Tesoro, dovendo alienare le partecipazioni di maggioranza assoluta nel Monte dei Paschi, oltre il 60%, abbia individuato nel gruppo Unicredit un soggetto solido che potrà farsi carico della banca senese, comunque depurata, per così dire, di molte attività per nulla redditizie.

Secondo gli analisti finanziari altra soluzione non sarebbe percorribile e , comunque, pare che nessun altro gruppo bancario si sia fatto avanti per il MPS; il fatto che dovrebbe fare riflettere i talebani del conflitto di interesse in servizio solo contro Berlusconi e le sue aziende, è che il ministro che ha acquistato per conto del Governo, salvandolo, il MPS pochi anni dopo è il presidente del gruppo bancario che lo compra a prezzo di saldo.

Non solo, ma è sui giornali del 20 agosto, Unicredit chiede allo Stato di mettere ulteriori 3 miliardi di euro nel Monte dei Paschi prima di concludere l’operazione.

Va detto che, da persona seria quale è, in CDA Padoan si è astenuto dalla decisione di acquisire MPS proprio perché in conflitto di interessi, e questo non può che confermare la sua serietà e professionalità.

Ma non risulta che di fronte ad un macroscopico esempio di conflitto di interesse come questo che riguarda una fusione bancaria multimiliardaria non siano giunti gli strilli dei vari Travaglio, di Repubblica e compagnia.

Proviamo a pensare con uno sforzo di fantasia che la crisi MPS fosse esplosa, ad esempio, qualche anno fa con Berlusconi al Governo; MPS nazionalizzata e comprata due anni dopo, sempre per ipotesi, da Mediolanum….

Riusciamo anche solo ad ipotizzare la guerra civile che Travaglio, Repubblica, Rai 3 e chi più ne ha più ne metta avrebbero scatenato?

Invece , a quanto pare, tutto tace, a parte qualche migliaio di dipendenti del MPS che verranno licenziati secondo il piano aziendale di Unicredit; ma tanto l’alta finanza de sininstra  lo farà “con classe” e quindi andrà tutto bene.

 

Luigi Cabrino

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Articolo pubblicato il 22/08/2021