4 settembre 1796: nasce a Vienna il pittore Peter Fendi

Uno degli esponenti più importanti del movimento artistico Biedermeier, oggi noto per quaranta litografie erotiche che quasi sicuramente non ha mai eseguito

Peter Fendi, pittore e illustratore, nasce a Vienna, il 4 settembre 1796. Il padre Joseph è insegnante di scuola, della madre conosciamo soltanto il nome, Elizabeth. Peter da piccolo cade dal fasciatoio e questo incidente domestico gli causa danni irreparabili alla colonna vertebrale. Questo non gli impedisce di dare prova sin dall’infanzia di un grande talento per il disegno. Nel 1810, all’età di 13 anni, viene ammesso all’Accademia di Belle Arti di Vienna dove studia per tre anni sotto la direzione di Johann Martin Fischer, Hubert Maurer e Giovanni Battista Lampi.

La svolta favorevole nella sua carriera artistica viene dall’incontro con il medico Joseph Barth, collezionista d’arte e oculista personale dell’Imperatore Giuseppe II d’Asburgo-Lorena (Vienna, 1741-1790).

Grazie alle influenti conoscenze di Barth nell’ambiente artistico, nel 1818 Fendi viene assunto come illustratore ed incisore presso la Galleria Imperiale di Monete e Antichità. A questo impiego, Fendi associa l’attività di insegnante di disegno e pittura presso famiglie nobili e borghesi, che negli ultimi anni della sua vita, diviene prevalente. Tra i suoi allievi figurano Carl Schindler e Johann Friedrich Treml.

Nel 1821 riceve una medaglia d’oro per la sua pittura ad olio intitolata “Vilenica” che raffigura la suggestiva grotta carsica di Jama Vilenica, oggi in Slovenia nel comune di Sesana, la prima grotta del Carso accessibile alle visite del pubblico.

Nel 1836 viene eletto componente dell’Accademia di Belle Arti di Vienna.

Nel 1841 viene emessa una serie cinque di banconote austriache incise da Fendi.

Il Nostro dipinge a olio e acquerello, lavora con l’acquaforte, la litografia e l’intaglio del legno. Le sue stampe multicolori sono considerate pionieristiche nel campo della litografia.

Le sue scene di genere appaiono influenzate da pittori olandesi come Adriaen Brouwer, Adriaen van Ostade e Rembrandt. Altre influenze gli vengono dalle opere di italiani come Giovanni Bellini, Tintoretto, Tiziano e Paolo Veronese, che ha visto durante un viaggio a Venezia nel 1821.

È anche noto per i suoi ritratti a esponenti dell’aristocrazia.

Viene considerato uno degli esponenti più importanti del movimento artistico Biedermeier che si sviluppa nell’Europa centrale nel periodo tra il 1815, al termine delle guerre napoleoniche e col Congresso di Vienna, e il 1848, inizio delle Rivoluzioni.

Il Biedermeier, molto in voga nella borghesia tedesca e austriaca, spesso definito come genere “romantico”, nasce dal fatto che a seguito dello sviluppo progressivo della classe media, le arti fanno appello alla sensibilità comune. Così questo stile artistico, oltre che nelle arti visive, fiorisce anche nella letteratura, nella musica e nell’arredo di interni.

Fendi ci mostra servette che giocano al Lotto, che portano le letterine della padrona, che origliano curiose, la povera vedova di un ufficiale dell’Esercito caduto in guerra, una famiglia preoccupata per un uragano, svariati interni borghesi, scene di vita quotidiana, un sequestro giudiziario, bambini di disparate condizioni economiche che giocano, contadini in abiti tradizionali, una famiglia benestante che recita le preghiere serali, un battesimo rurale, gruppi di famiglie altolocate coi componenti in pompa magna…

Personalmente per Fendi ho una venerazione: grazie alle sue opere ho “visto” a colori la vita quotidiana delle persone comuni dell’Ottocento, sia pure riferita a un’area geografica diversa dal Piemonte.

Per la nostra regione il mio riferimento è Casimiro Teja ma questi è autore soprattutto di litografie in bianco e nero.

Quando vedo gruppi di rievocatori che propongono improbabili abbigliamenti borghesi maschili e femminili, penso ai quadri di Fendi e alla mancanza di un analogo artista piemontese che avrebbe potuto rappresentare non soltanto il modo di vestire, ma anche il contesto della vita di tutti i giorni dei personaggi suoi contemporanei.

Peter Fendi muore a Vienna il 28 agosto 1842.

La fama odierna del Nostro non è certamente legata ai suoi deliziosi quadri.

È noto essenzialmente per quaranta acquerelli a contenuto erotico piuttosto spinto, pubblicate a Vienna nel 1910 col titolo «Vierzig erotische Aquarelle in Faksimilereproduktion», tradizionalmente attribuiti a lui.

Queste litografie sono apparse quasi settant’anni dopo la sua morte, senza che si conoscessero altre sue opere analoghe, quando il tempo trascorso non poteva più permettere un’indagine approfondita delle loro vere origini, mentre il nome di Fendi era ancora ricordato.

Certamente, il pensare che l’autore di quadri con bambini che pregano e con famiglie schierate potesse raffigurare atti sessuali nelle più svariate posizioni e situazioni, acrobatiche, di gruppo, in interno e all’aperto, rendeva questa attribuzione particolarmente intrigante per lo stridente contrasto.

Qualche commentatore le ritiene opera di Fendi e ha voluto vederci una visione ironica, la rappresentazione di personaggi burattineschi in preda alle pulsioni erotiche…

La maggior parte dei siti specializzati concorda però che questa serie di litografie erotiche, molto ben realizzata in uno stile che ricorda quello di Fendi, gli sia stata erroneamente attribuita.

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Articolo pubblicato il 04/09/2021