
Depositate 30 liste, 13 candidati sindaco. La documentazione al vaglio dell'ufficio elettorale
Il primo adempimento formale di rilevante importanza per le liste che intendono concorrere alle elezioni amministrative, si è concluso ieri alle 12, con il deposito all’ufficio elettorale del Comune, delle candidatura per le elezioni amministrative di Torino.
Sono 30 liste, a sostegno di 13 candidati sindaco (di cui 2 donne). Rimaniamo in attesa che l'ufficio elettorale completi gli accertamenti su tutte le liste, e precisamente, in ordine di presentazione:
Pd, Moderati, Sinistra Ecologista, Articolo 1, Lista Civica per Lo Russo, Torino Domani con candidato sindaco Stefano Lo Russo.
Torino Bellissima, Lega, Forza Italia, Popolo della Famiglia, Fratelli d'Italia Sì Tav Sì lavoro, Progresso Torino per la candidatura di Paolo Damilano,
M5s e Europa Verde a sostegno di Valentina Sganga.
Per Angelo D'orsi depositate le liste Potere al Popolo, Partico Comunista Italiano e Sinistra in Comune, che raggruppa Rifondazione Comunista, Sinistra Anticapitalista, DemA e Torino Ecosolidale, per Greta Giusi Di Cristina il Partito Comunista e Torino Città Futura, per Ugo Mattei Futura Torino., Mat - Movimento Ambientalista Torino che candida Roberto Salerno, Italexit e Noi Cittadini in appoggio a Ivano Verra e la lista 3V per la libertà vaccinale con Paolo Alonge. Infine, Lorenzo Varaldo con la lista Divieto di Licenziare, Emilio Mazza con Lista Torino Capitale d'Europa Basta Isee, Davide Betti Balducci per Partito Gay e Partito Animalista Italiano e Massimo Chiesi del Partito Comunista dei Lavoratori.
Nelle prossime ore la commissione dell’ufficio elettorale del comune esaminerà la documentazione , per verificare la regolarità di firme e documentazione depositata dalla singole liste, per poi stilare l'albo definitivo dei candidati e procedere al sorteggio delle posizioni nella scheda elettorale.
Si è trattato di un adempimento importante vissuto con attenzione da partiti e movimenti, dopo la vicenda delle presunte firme false raccolte dalla lista dei Pensionati a sostegno di Roberto Cota, alle elezioni regionali del 2010 che determinarono poi la decadenza della sua giunta e del consiglio regionale nel 2014.
Ora, la campagna elettorale, con le liste che verranno accettate, dovrebbe prosegue senza intoppi per circa un mese sino al fatidico 3 ottobre.
La novità rilevante di queste elezioni è rappresentata dalla presenza delle liste civiche nei due schieramenti di Centro destra e Centro sinistra, ove prevale competenza ed unità d’intenti con il candidato sindaco, al di fuori di sigle e scudi partitici.
Tralasciamo al momento le polemiche già insorte tra le due coalizioni principali di Centro destra e Centro sinistra per concentrarci, nei prossimi giorni, nell’analisi dei rispettivi programmi.
Altre liste minori, per la maggior parte espressione dell’estrema sinistra, al limite possono esprimere un pensiero politico su tematiche che poco hanno a che vedere con l’amministrazione ed i progetti sul futuro di Torino
La campagna elettorale, di fatto è già partita da oltre un mese. Abbiamo avuto sui social un assaggio di protagonismo da parte di candidati di ogni schieramento, senza troppo ancoraggi alla realtà e conoscenza di leggi, competenze e procedure.
Il dubbio che ci assale è se la discesa in campo di un numero non trascurabile di candidati sia dovuta alla lotta alla noia, l’espressione di lobby affaristiche , oltre a facezie inconfessabili, oppure l‘affermazione di una mission per giocarsi e sacrificarsi per il “Bene Comune”.
Il pensiero è istintivamente ritornato a due momenti storici di rilievo, alla rivoluzione francese ed all’immediato dopoguerra.
La viscontessa Marie-Jeanne Roland de la Platière, nata Manon Philipon, chiamata spesso Madame Roland o Manon Roland (Parigi, 17 marzo 1754 –Parigi, 8 novembre 1793), fu moglie e consigliera di Jean Marie Roland, visconte de la Platière (1734-1793), Ministro dell'interno di Luigi XVI. Animatrice culturale dei salotti girondini (era nota come "La Musa dei Girondini"), dopo la caduta dei girondini, venne arrestata e condannata a morte: condotta alla ghigliottina, passando dinanzi alla statua della Libertà, avrebbe pronunciato la celebre frase:”Oh Liberté, que de crimes on commet en ton nom!” (“O Libertà, quanti delitti si commettono in tuo nome!”).
Già quest’episodio rappresenta un monito da calare sul presente e di riflessione su come i valori della libertà e della democrazia, vilipesi da forze politiche di recente formazione siano invece beni preziosissimi da difendere, come li difesero i nostri padri e nonni quando nel 1946, dopo vent’anni di dittatura e di azzeramento dei consigli comunali sostituiti dal podestà, si tornò alla prime elezioni dei consigli comunali.
Oltre ai ricordi tramandati, sono stati scritti autorevoli testi e articoli di giornali in argomento.
Cosa emergeva allora? L’emozione e la selezione della maggior parte dei candidati. Alcuni reduci dai consigli comunali soppressi a cavalo del 1925/26, altri erano giovani esponenti dei rinati partiti politici che anelavano il ritorno della democrazia rappresentativa, dopo aver combattuto in guerra od aver sofferto angherie per aver manifestato i propri ideali politici.
L’atmosfera era sacra, come erano elevati i resoconti dei primi consigli comunali ove emergeva la serietà e la preparazione dei patres , impegnati nella ricostruzione delle città e paesi sulle macerie e distruzioni della guerra.
Oggi eccettuate lodevoli eccezioni su Liste e candidati, cosa ci tocca assistere?
All’esibizionismo smodato di candidati che entrano a gamba tesa su argomenti che non conoscono ed emettono sentenze su tutto, eruttano programmi ignorando che il programma su cui confrontarsi sarà quello del candidato sindaco, non di un singolo candidato, che forse non vedrà mai il consiglio comunale.
Si leggono ed ascoltano frasi confuse sulle competenze di parlamento, regioni e comuni. Insulsaggini e vaghezze, mentre le esigenze di Torino, sono oggettivamente ben distanti e via di questo passo. Non parliamo poi della propaganda spicciola dei candidati alle circoscrizioni. Lì si tocca il fondo veramente.
Il cittadino per bene, che per ovvii motivi non è addentro ai meccanismi elettorali, che ogni tanto cambiano, quale difesa potrà esercitare?
Le elezioni di sindaco, consiglio comunale e regionale, a differenza del Parlamento, consentono ancora all’elettore l’espressione del voto di preferenza. Così il cittadino avrà ancora il potere di esercitare il diritto – dovere del voto, nel selezionale i candidati confacenti ai suoi desiderata, esprimendo il voto di preferenza.
Non siamo qui per sostenere o denigrare uno o l’atro candidato. Siamo però convinti che dopo anni di incuria e di perseguimenti di mire fallaci, Torino necessiti di una guida autorevole e sicura.
Ma sarà già un risultato positivo, a prescindere dal sindaco prescelto, se sugli scranni del consiglio comunale siederanno neo consiglieri capaci e consapevoli del delicato compito che li attende.
Ogni deliberazione, anche quella che meno ci piace, se è decisa da persone consapevoli, avrà una sua logicità. Gli omuncoli e le ninfette della sindacatura testè conclusa hanno fatto macelli perchè erano incompetenti, visionari e teleguidati.
Se per i Torinesi la democrazia riveste ancora il significato che merita, la scelta accurata, da parte dell’elettore di candidati e liste elettorali all’altezza della situazione, rappresenterà già un dato di fatto positivo a vantaggio del” Comune”.
Se invece prevalessero l’ignoranza, il malaffare, il voto di scambio, il disturbo creato volutamente da liste farlocche o la propaganda cialtronesca, allora nulla di positivo potrà emergere.
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Articolo pubblicato il 05/09/2021