Torino Bellissima, civile e ricca di valori
Giuseppe (Pino) Iannò

Civico20News intervista Giuseppe Iannò

Il candidato sindaco civico Paolo Damilano ha da pochi giorni firmato la sua candidatura e depositato ufficialmente la Lista Torino Bellissima. Tra i candidati in lista, abbiamo incontrato Giuseppe (Pino) Iannò, 54 anni, funzionario regionale, non casualmente, ma per un perché.

Iannò a fianco del candidato sindaco è portatore di un progetto forte che risponde innanzitutto ad un principio di civiltà che ben si sposa ad un città che tende a divenire Bellissima, funzionale e solidale.

-Iannò, in cosa consiste?

La mia candidatura è nata per il desiderio di dar voce ai miei concittadini che si sono sentiti a lungo inascoltati. Veniamo da un periodo di chiusura, di distanza, di crisi e tutto quello che desideriamo è riprendere in mano la nostra città, farla rifiorire, riportarla allo splendore del dopo Olimpiadi. Se sapremo utilizzare queste risorse umane di persone desiderose di rimettersi in attività e risorse economiche che dovrebbero arrivare sul territorio potremmo portare Torino a nuovi sviluppi e nuovi livelli di crescita. Parliamo di una Torino Bellissima per esprimere l'orgoglio di noi Torinesi, l'amore che vogliamo concretizzare in questa città e che vogliamo trasmettere a chi ancora non la conosce.

-Il suo incontro con Damilano su quali presupposti è avvenuto?

Paolo conosce il mio impegno in politica che ormai dura da parecchi anni ed è riuscito a convincermi che questo è il momento giusto per mettermi in gioco. Condividiamo una visione pragmatica della politica, una visione che parte sì da un progetto ma che deve necessariamente valutare la fattibilità e l'impatto sulla vita di Torino. Io non credo negli ideali a prescindere, io credo nella qualità della vita e nell'ascolto dei miei concittadini, nessuno meglio di loro conosce la città.

-La portata del suo progetto, che non ricordo sia stano presentato in passato, quali reazioni ha suscitato tra coloro che potremo definire “gli addetti al lavori”?

Coloro che tu giustamente definisci addetti ai lavori comprendono perfettamente che lo sviluppo dei progetti di miglioramento e di sviluppo dei servizi diventano possibili solo grazie ad una precisa e lucida volontà politica. Credo di aver trasferito nel progetto la mia esperienza di disabilità che ormai dura da più di 30 anni e che lo rende particolarmente concreto. Esatto, concreto è il l’aggettivo che più mi è stato associato.

-Come e in che tempi, sostenuto dal suo “fiato sul collo” Il candidato sindaco potrà sviluppare il suo progetto?

Non vorrei fare promesse incaute e proclami elettorali, vorrei semplicemente garantire che il fiato sul collo non lo risparmierei a nessuno, visto che questa sarebbe per me l’unica possibilità di rendere il mio mondo più vivibile

-Il Governo ha recentemente introdotto norme draconiane verso coloro che, senza averne diritto, occupano abusivamente posteggi assegnati e riservati ad alcune categorie, tra cui le donne incinte, i genitori di bambini piccoli e i portatori di disabilità. Cosa ne pensa?

Innanzitutto credo sia spiacevole dover arrivare a delle misure così forti per richiedere dei comportamenti che sarebbe giusto ogni cittadino tenesse secondo i principi di buona cittadinanza. È anche vero che dare un segnare così forte vuole significare l'importanza della questione e la necessità di proteggere chi ha maggiori difficoltà in un particolare momento della propria vita

-Come si presenta oggi Torino agli occhi di coloro che sono diversamente abili?

È veramente difficile da descrivere, consiglierei a tutti di provare anche solo a condurre una carrozzina per le strade della città: solo così ci si rende conto dei mille ostacoli e dei mille pericoli. Potremmo parlare di gimkana? Senza il lato ludico però...

-Ha avuto modo di comparare, in tale ambito, Torino con altre città in Italia ed in Europa?

Ovviamente ho avuto modo di vedere come altre città stanno affrontando la tematica dell'accessibilità - le infrastrutture, i trasporti ma anche l’accesso all’informazione. E’ estremamente complesso fare paragoni e dare giudizi imparziali, tanto che anche l'Unione Europea utilizza una serie di parametri di valutazione individuati per questo scopo. Risulta un quadro ancora in evoluzione con alcune eccellenze e molti traguardi da raggiungere; Torino non risulta purtroppo tra le città virtuose.

-In sintesi come si potrebbe configurare il suo impegno globale per la città?

In sintesi il mio progetto è caratterizzato dalla concretezza, dal desiderio di crescita e di benessere che vogliamo tornare a respirare a Torino; per me una città Bellissima lo deve essere per tutti, non per pochi privilegiati che vivono in centro e non affrontano gli ostacoli e le durezze di ogni giorno.

-Il suo motto?

Citando Robert Hensel voglio credere che le mie abilità siano più forti della mia disabilità.

Grazie Pino Iannò. Il 3 ottobre si avvicina!

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 09/09/2021