Sanremo (IM) - Giuliana Tofani Rossi: lettera aperta al Presidente Sergio Mattarella

La legge che obbliga a farsi vaccinare non c'è

Riceviamo questo appello al Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella e diamo spazio alla nostra affezionata lettrice ed alle sue considerazioni che spaziano nell'ampio panorama costituzionale ripercorrendo itinerari più volte intrapresi senza ottenere, come ci ha più volte riferito, soddisfacenti risposte.

 

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Buongiorno Presidente Mattarella,        

 

mi chiamo Giuliana Tofani Rossi, sono pensionata, vivo a Sanremo. Trovo molto grave che Lei, Presidente della Repubblica, custode della Costituzione, all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Pavia, abbia negato ai cittadini il diritto alla libertà di non vaccinarsi.

 

La Costituzione stabilisce che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge che obbliga a farsi vaccinare non c'è.

Il Parlamento ormai è diventato la fiera dell'ipocrisia. Nell’estate 2019, dopo che il Presidente del Consiglio Conte rassegnò le dimissioni, Lei, signor Presidente, avrebbe dovuto sciogliere le Camere e dare la parola agli elettori.  I rappresentanti del popolo, per timore di non essere rieletti, e anche per maturare il vitalizio, non hanno fatto obiezione.  

 

Il vitalizio non è previsto dalla Costituzione ed è un privilegio che i politici si sono arrogati, sottobanco.

La Costituzione è stata scritta per dare diritti e doveri  ai cittadini e per difenderli dagli abusi dei politici. Infatti l'art.96 stabilisce che il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria. Anche il Presidente della Repubblica potrebbe essere messo in stato di accusa per alto tradimento o attentato alla Costituzione.

 

La  Carta Costituzionale stabilisce che la sovranità appartiene al popolo. Nella realtà,   invece, politici disonesti hanno trovato il modo di saccheggiare persino i contributi previdenziali accantonati all'INPS, in altre parole di rubare le pensioni dei lavoratori. Per ottenere questo scopo sono state emanate varie leggi.

 

Con l’art.31 dello Statuto Dei Lavoratori,  il diritto alla conservazione del posto di lavoro, o aspettativa, previsto dalla Costituzione per chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive,   è stato esteso, anche ai sindacalisti.

 

Ci sono state varie leggi e infine, l'art.3 del D.L. 16 settembre 1996, n. 564  ha  stabilito  che coloro  che sono posti in aspettativa non retribuita per funzioni pubbliche elettive o cariche sindacali, hanno diritto all’accreditamento della contribuzione figurativa dalla data del collocamento in aspettativa.

 

Non possiamo non mettere in relazione questi due  eventi:

negli anni 90 del secolo scorso,  sono  state fatte leggi per tagliare significativamente  le pensioni dei lavoratori; negli stessi anni, in silenzio, senza informare il popolo sovrano,  sono state fatte leggi per garantire pensioni d'oro ai parassiti politici e sindacalisti, con contributi figurativi sgraffignati  ai lavoratori.    

 

Si tratta di leggi fatte da governi  fieramente antifascisti, che, cantando "bella ciao" hanno  distrutto una delle grandi opere del fascismo: l'Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale.

 

Presidente Mattarella, il grosso problema dei  nostri giorni, è la mafia. So bene che Lei Signor Presidente ha subito un gravissimo lutto familiare inferto dalla mafia. Mi vorrà perdonare se sottolineo che, durante il fascismo, con il  Prefetto Mori, la mafia venne debellata.  Ora è la mafia che ha quasi debellato quelli che si adoperano per combatterla, come il Prefetto di Palermo C.A. Dalla Chiesa.

 

Attualmente    abbiamo    un  ex Prefetto, che regge il Ministero dell'Interno. Il compito del Ministro è di   contrastare   quella mafia che porta  in Italia   clandestini con i famosi barconi.  Non mi pare che la Signora Lamorgese ci riesca .

 

Anche io, in passato ero antifascista, ma vedendo le Grandi  Opere fatte dal Fascismo nel periodo 1922 – 1938 (prima dell’alleanza con la Germania) ho cambiato idea e sono diventata mussoliniana.

Ricordo alcune delle opere del Fascismo per lavoratori e famiglie:

 

Assicurazione invalidità e vecchiaia, Assicurazione contro la disoccupazione, Tutela del lavoro di donne e fanciulli, Settimana lavorativa di 40 ore, Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.), Assegni familiari, Colonie marine e montane,  I.N.A.M. (Istituto per l’Assistenza di malattia ai lavoratori, Istituto Autonomo Case Popolari, Opera Nazionale Dopolavoro, Opera nazionale maternità ed infanzia (O.N.M.I.) Carta del lavoro GIUSEPPE BOTTAI, Assistenza ospedaliera ai poveri.

 

Come si può  vedere dalle leggi adottate, il Fascismo ha fatto molto per i lavoratori, la Repubblica fondata sul lavoro, NO.

 

Un cordialissimo saluto

 

Giuliana Tofani Rossi

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Articolo pubblicato il 13/09/2021