Gli amici fanno ingrassare

I virtuosismi della psiche

Saranno in molti a ricordare il film-cult di Marco Ferreri La grande abbuffata: una pellicola del 1973, tragica, tristissima che narra la storia di un gruppo di amici decisi a farla finita strafogandosi all’inverosimile. Al di là dei significati metaforici e delle ricadute sul piano psicoanalitico, anche chi tra noi non ha competenze sui virtuosismi della psiche e neppure sull’estetica del film, oggi, davanti a una recente ricerca americana, non può fare a meno di ripensare a La grande abbuffata. Infatti, gli autori della ricerca assicurano che avere tanti amici conduce all'obesità…

Possibile?

Ovviamente la questione va impostata aggirando il concetto primario: infatti non è la presenza di un elevato numero di amici a determinare il sovrappeso, ma l’attività conviviale che spesso è parte integrante dei rapporti amichevoli.

Pensiamo ad alcune affermazioni tipiche: “Vediamoci, andiamo a farci una pizza!”, oppure: “Allora quando andiamo a cena?”, per non dimenticare un classico: “È tanto che non facciamo due parole: andiamo a prenderci una birra una di queste sere”… Birra che in genere non è mai sola, spesso è nfatti accompagnata da “qualcosa da mettere sotto i denti”, ecc. ecc.

Così lo spettro dell’obesità ha diretto i suoi tentacoli anche in direzione di un’isola che credevamo felice e indenne dagli attacchi delle paure (qualche volta delle fobie) di questa nostra esistenza dominata dal mito della forma fisica.

E allora sarebbe quindi provato scientificamente che andarsene in giro con gli amici indirettamente produca calorie, grassi, facendo aumentare colesterolo e glicemia: ovviamente artefici dell’aggressione sono le pizze, la pasta, gli intingoli, le patatine fritte, i dolci e i gelati, vino, birra e naturalmente i superalcolici: tutta roba che spesso è il collante di rimpatriate, momento per rimembrare i vecchi tempi, occasione per sottrarsi alla solitudine.

Oltre alla qualità e alla tipologia di quei guastatori delle arterie, contribuisce a rendere l’amicizia un pericolo per il sovrappeso, soprattutto il modo in cui cibi e bevande vengono assimilati. Infatti, la mangiata, ma anche il semplice spuntino, non osservano un orario canonico, ma hanno il loro momento clou in ore pericolose. In fondo non è novità che a mangiare tardi, spesso di notte, determini un aumento della massa grassa, non perché si sia mangiato di più, ma perché l’alterata produzione dell’insulina ha cambiato il processo metabolico.

Detto in parole semplici, il problema è strettamente legato all’orario? Per certi aspetti si, anche perché il momento in cui ci si trova con gli amici è quasi sempre la sera e visto che non tutti hanno la fortuna di disporre di un orario di lavoro che ti manda a casa nel pomeriggio, va a finire che per mettere tutti d’accordo, prima delle nove e mezza di sera non si raggiunge il quorum. A quel punto, prima di avere le gambe sotto il tavolo trascorre almeno un’oretta. Nella migliore delle ipotesi. Infatti bisogna considerare un altro aspetto importante: il momento conviviale può essere la ciliegina sulla torta a fine serata. In questi casi mangiare intorno a mezzanotte diventa un fatto normale.

Insomma per evitare di ingrassare per colpa degli amici le possibilità sono: ritrovarsi ma non mangiare e/o bere; ritrovarsi alle sette di sera e mangiare entro le nove; mangiare a casa e poi incontrarsi con gli altri; non avere amici.

Esclusa a priori la quarta possibilità, la prima possibilità è francamente troppo radicale, la seconda è pura utopia, la terza è rischiosa: infatti ci sarà quello che non ha fatto in tempo a mangiare a casa e quindi ci trascinerà in una birreria, dove tutti potranno bersi una birretta, mentre lui si ingozzerà di patatine, tramezzini succulenti e altre tentazioni.

Tentazioni che nel giro di pochi minuti coinvolgeranno anche gli altri…

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Articolo pubblicato il 11/09/2021