Raggiunte le 500.000 firme per il Referendum sulla cannabis legale

Intervista a Massimiliano Iervolino, Segretario Nazionale dei "Radicali Italiani", in visita a Cuneo.

Sabato 18 settembre scorso, in Piazza Virginio, a Cuneo si sarebbe dovuto tenere un momento di formazione sull’auto-coltivazione della cannabis. Così non è stato perché – come mi ha spiegato Barbara Bonvicini di “Meglio Legale” – la Questura di Cuneo ha vietato agli organizzatori di tenere il corso in quanto avrebbe potuto risultare come istigazione al reato di coltivazione di stupefacenti.

Il 3 settembre scorso vi parlai del fatto che Filippo Blengino, Segretario dei “Radicali” di Cuneo, era stato denunciato per istigazione all’uso di stupefacenti dalla D.I.G.O.S. della locale Questura proprio perché stava coltivando una pianta di cannabis in casa sua a scopo di dimostrazione politica e disobbedienza civile.

In quell’occasione Blengino ricevette la solidarietà e la vicinanza dei vertici del suo partito che promisero di sostenerlo ed affiancarlo nell’eventuale battaglia processuale.

Il 18 settembre in piazza Filippo Blengino non era solo. A dargli sostegno e vicinanza sono venuti, infatti, Massimiliano Iervolino e Igor Boni, rispettivamente Segretario e Presidente dei “Radicali Italiani”, e Barbara Bonvicini di “Meglio Legale”, associazione che da anni porta avanti una campagna pubblica per la legalizzazione della cannabis e la decriminalizzazione dell’uso delle altre sostanze.

Ho approfittato dell’occasione per intervistare Massimiliano Iervolino e farmi spiegare il suo punto di vista sulla vicenda. Con molta disponibilità il segretario radicale mi ha detto: “Credo che criminale sia la legge e non le persone che auto-coltivano o che incitano all’auto-coltivazione. Saremo come “Radicali Italiani” al fianco di Filippo in questa sua denuncia. Oggi abbiamo annunciato di aver raccolto le 500.000 firme necessarie per il Referendum sulla Legalizzazione: questa è per noi innanzitutto una battaglia di legalità contro le mafie. Da Cuneo mi sembra che la battaglia Radicale sull’anti-proibizionismo continui ed è un punto centrale per andare avanti su questa strada”.

Il punto Radicale è chiaro ed allora ho chiesto a Iervolino di dirmi il suo pensiero sull’accusa di “istigazione all’uso di sostanze stupefacenti” che la D.I.G.O.S. ha mosso nei confronti di Blengino. La sua risposta è stata concisa ma molto chiara: “A Filippo gli dovrebbero fare una statua perché più che incitazione all’uso è un’incitazione all’auto-coltivazione che – come ho più volte detto – è uno dei modi per togliere i soldi alla criminalità organizzata. Se tutti facessero così, molto probabilmente, le città italiane sarebbero molto più tranquille, molto più sicure perché – come diciamo da anni – la legalizzazione è l’unico modo per avere la sicurezza nelle città. Il proibizionismo non ha fatto altro che produrre quartieri insicuri, città insicure, uno stato insicuro. Credo che quello che ha fatto Filippo e quello che stiamo facendo noi come “Radicali Italiani” sia la miglior risposta alla camorra, alla mafia, alla ‘ndrangheta che non esistono solo in Campania, in Sicilia, in Calabria ma esistono anche nel nord-Italia”.

Prima di lasciare il Segretario dei “Radicali Italiani” ho voluto ancora porre una domanda sul peso che hanno le denunce penali per sostanze stupefacenti sulla macchina dei tribunali e della giustizia. Negli ultimi trent’anni, infatti, sono stati più di 1 milione e 400 mila gli Italiani denunciati per possesso, coltivazione, cessione gratuita, cessione finalizzata allo spaccio, … Anche su questo punto Iervolino è stato lapidario. “Vediamo quante persone sono in carcere per la questione delle droghe, vediamo quanti processi pendenti ci sono nei tribunali, proprio per la questione riguardante le droghe, quindi – come abbiamo più volte detto – la legalizzazione delle droghe, di tutte le droghe, è un modo per combattere le mafie ma è anche un modo per rilanciare l’economia e la giustizia. E’ una di quelle riforme strutturali di cui avrebbe tanto bisogno il nostro Paese”.

Al termine dell’intervista Iervolino ha raggiunto gli altri compagni di Partito e, megafono alla mano, ha spiegato al pubblico di giovani, intervenuto per la manifestazione, ciò che aveva poco prima detto a me.

A seguire il megafono è passato nelle mani di Filippo Blengino che, con la sua solita pacatezza, ha detto: “Siamo qui oggi per promuovere la legalizzazione della cannabis ed il Referendum che ha raggiunto oggi le 500.000 firme. Qui in Piazza Virginio distribuiamo anche semini perché riteniamo sia meglio che le persone si auto-coltivino le sostanze piuttosto che rivolgersi alla criminalità organizzata, alla mafia, finanziandola. Il proibizionismo ha fallito. L’onere della prova spetta a chi sostiene il proibizionismo e non a chi non lo sostiene”.

Prendendo parte, come cronista, alla manifestazione ho potuto sentire anche i commenti dei giovani che si sono dati appuntamento in Piazza Virginio per sentire e sostenere gli esponenti radicali. Mi ha fatto particolare effetto vedere una sessantina di giovani partecipanti ma pochissime persone al di sopra dei quarant’anni.

Dalla cronaca giudiziaria sappiamo che molto spesso i denunciati e gli arrestati sono cittadini over-40. Nelle scuole superiori il tema delle cosiddette “droghe leggere” viene trattato da diversi docenti. Negli ospedali e nei centri di terapia del dolore medici e infermieri postulano gli effetti benefici della cannabis per i sofferenti. Come mai, però, in piazza vi erano solo giovani e studenti? Dov’erano gli operatori sanitari, i docenti e quanti, con fierezza, dicono spesso di aver fatto il ’68?

L’argomento è spinoso e ciascuno ha le proprie idee in merito. Cuneo è una cittadina ancora molto legata all’ideologia democristiana della prima repubblica e al conservatorismo ideologico. Una cosa, però, deve far riflettere. In Italia la raccolta delle firme per i Referendum è sempre travagliata e spesso non si arriva al numero di firme necessario per poterli presentare. Su questo tema in una sola settimana si è raggiunto il quorum necessario per portare il testo alle Camere.

D’accordo con la legalizzazione o meno bisogna prendere atto che è un argomento che interessa gli italiani. La raccolta delle firme proseguirà fino al 30 settembre e, verosimilmente già in primavera, potrebbe esserci un pronunciamento del Parlamento sul Referendum.

Come sempre continueremo a seguire la vicenda e i suoi sviluppi perché un cittadino informato è un cittadino capace di prendere decisioni, formulare idee e migliorare il Paese.

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Articolo pubblicato il 20/09/2021