Green Pass obbligatorio, partita la raccolta firme per referendum abrogativo.

Le adesioni online preoccupano il governo

Dopo le manifestazioni e le tensioni di piazza, arriva la raccolta firme per indire un referendum abrogativo per cancellare le norme del Green Pass obbligatorio. Tra i promotori dell’iniziativa ci sono anche nomi di spicco della cultura italiana come avvocati, docenti e professori universitari. Tutti contro l’estensione del Green Pass obbligatorio.

I promotori della raccolta firma, come si legge nelle comunicazioni ufficiali, ritengono che la certificazione verde rappresenti uno strumento discriminatorio e contrario ai principi dell’ordinamento giuridico italiano. Questo perché le norme in vigore sul Green Pass escludono dalla vita sociale ed economica le persone che hanno idee ed opinioni diverse da quelle del governo.

La raccolta firma mira ad un referendum abrogativo per la cancellazione delle disposizioni legislative sulla certificazione verde. Un colpo di spugna che cancellerebbe il lavoro fatto dal governo negli ultimi mesi.

La Costituzione prevede che per poter proporre un referendum abrogativo, si devono raccogliere 500.000 firme o 5 Consigli regionali. Sono vietati referendum abrogativi su temi di leggi tributarie e di bilancio, sull’amnistia, sull’indulto e su temi relativi a trattati internazionali.

Raccolte le firme, il dossier passa alla Corte Costituzionale, chiamata a validare la richiesta. Nel caso in cui venissero considerati legittimi i requisiti si fisserebbero le date per il referendum.

Ma come si firma? E qui troviamo informazioni che evidentemente preoccupano il governo. Infatti è possibile firmare sia fisicamente, quindi ai tavoli dove si trovano i volontari, che online. E proprio grazie alla possibilità di firmare online gli organizzatori pensano che possa essere raggiunto il traguardo delle 500.000 firme. Si tratta del numero minimo necessario per richiedere un referendum abrogativo. Lo scopo è quello di raccogliere il numero minimo di firme entro la fine del mese di settembre nella speranza di andare a votare in primavera.

La raccolta firme in questione riapre la discussione sulla possibilità di votare online.

Una possibilità che è riconosciuta da poche settimane e che secondo molti politici deve essere migliorata. Fu proprio Matteo Renzi, evidenziando i limiti del voto online, ad ipotizzare una raccolta firme contro il Green Pass. Raggiungere le 500.000 adesioni sfruttando il voto da remoto sarebbe troppo semplice, diceva il leader di Italia Viva.

E non sbagliava.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 25/09/2021