Perché mi impegno per Torino
Piero Bretto

Civico20News intervista il dottor Piero Bretto

Incontriamo il dottor Piero Bretto chirurgo vascolare e candidato alle elezioni comunali nella lista SI TAV, SI Lavoro.

- Dottor Bretto lei è stato uno dei pionieri dei trapianti di rene a Torino. Perché  ha deciso di presentarsi candidato al consiglio comunale?

 

“Perché ritengo che nella vita di ognuno di noi ci siano specifiche stagioni ed impegni. Lei ha citato la mia professione cui ho dedicato oltre 40 anni di studio, aggiornamento e lavoro, con non poche soddisfazioni. In questo contesto intendo dedicare le mie energie e portare le esperienze di vita a vantaggio dei miei concittadini”.

 

- Quale significato e finalità rivestono per lei, impegnare tempo ed energie per Torino?

 

“La mia generazione ha ricevuto molto dai sindaci e dagli amministratori del dopoguerra. Torino ricostruita dalla macerie della seconda guerra mondiale., l’apertura alle grandi comunicazioni ed ai trafori alpini, sviluppata in armonia tra il governo della città e le forze economiche del territorio. L’Università e la Facoltà di Medicina e Chirurgia, nella quale ho studiato ed ho maturato le prime esperienze, erano all’avanguardia, perché Torino cresceva ed era una piazza ambita anche sotto il profilo scientifico.

E noi cosa lasciamo ai nostri figli ed alle generazioni che ci seguiranno? Il degrado? Mi ribello, per cui mi impegno!

 

- Su quali tematiche focalizzerà l’incontro con i suoi potenziali elettori?

“I potenziali elettori, li sto  già ascoltando in questi giorni e mi concentro sui problemi basilari, in modo particolare  di chi abita e vive in situazioni svantaggiate. Le zone della città abbandonate al degrado, la mancanza di sicurezza, le molteplici carenze di servizi ed infrastrutture, dovute per certi versi all’ideologia nociva che ha impedito uno sviluppo armonico della città, un ordinato traffico automobilistico a vantaggio di incomprensibili  isole pedonali, tricicli e biciclette ovunque, atte a divenire pericoli potenziali per gli utenti”.

- In qualità di medico, come giudica i provvedimenti della sindaca Appendino in materia di piste ciclabili e isole pedonali? Ne trae vantaggio la salute dei torinesi?

“Per niente. Teniamo conto che prima degli infausti 5 anni di Chiara Appendino eravamo già la città d’Italia con le maggiori aree  di polmoni verdi, anche se purtroppo, mal curati e portatori di inside, in modo particolare per i bambini. La circolazione indiscriminata di biciclette e tricicli sta creando non solo disagio e pericoli per bambini ed anziani, ma sta provocando un incremento di traumi ortopedici per gli stessi utenti”.

- Sotto quali aspetti si identifica in modo particolare con il programma di Mino Giachino, leader del movimento SI TAV, SI lavoro?

“Mi indentifico con il suo messaggio di persona che ha avuto il coraggio di testimoniare il suo impegno. Dinanzi alle prese di posizioni demagogiche di Chiara Appendino, in una battaglia agli inizi solitaria, dal mese di novembre del 2018 ad oggi, ha coinvolto oltre  90000 a più riprese nelle piazze di Torino. Mino Giachino è un uomo che guarda al futuro e si batte contro l’isolamento e l’emarginazione della nostra città. Individua nel lavoro e nelle grandi comunicazioni, la chiave di volta per invertire la marcia alla decrescita infelice”.

- C’è un legame tra l’attenzione che lei ha riservato, non solamente a livello professionale, ai bambini e l’impegno a umanizzare Torino a prova di bambino?

“Nel corso degli anni mi sono anche occupato dei trapianti di rene ai bambini, contribuendo a salvare vite preziose.

Con il professor Abbruzzese ho avviato una feconda collaborazione, basata su comuni intenti, cioè a tutela della salute dei cittadini di domani. Costruire una città ove l’umanizzazione, la cura dei bambini e la creazione di asili nido e scuole d’infanzia nelle quali il bambino trovi un ambiente di crescita e formazione positivi, non è impegno di poco conto, anzi diventa una distinzione. Ho conosciuto mamme che a causa delle carenze qualitative e quantitative di scuole per l’infanzia, hanno dovuto rinunciare al posto di lavoro”

-Dottor Bretto, quale messaggio intende lanciare alla cittadinanza dalle colonne di Civico20News?

“In questi anni la sciagurata esperienza della sindaca Appendino, le numerose delocalizzazioni e buon ultimo il rallentamento dovuto al Covid, hanno ancor più aggravato la situazione di emarginazione di Torino, già iniziata nel post Olimpiadi. Oggi non è tempo di tergiversare. La situazione attuale è paragonabile  ad una spirale che coinvolge e trascina nel vortice, aziende che chiudono perchè il motore di sviluppo si è trasferito altrove, cittadini che non trovano o perdono lavoro e  giovani privi di speranza.

Facciamo riferimento e diamo fiducia a Paolo Damilano, candidato sindaco e imprenditore capace ad impegnarsi nel modo appropriato per segnare la differenza ed iniziare la svolta.

Poi c’è l’energia inesauribile di Mino Giachino a segnare il passo. Se i Torinesi capiranno l’importanza della svolta, potremo ben sperare. Altrimenti, non oso fare previsioni”.

 

Grazie dottor Bretto e auguri!

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Articolo pubblicato il 26/09/2021