Torino. Chi si preoccupa della rilevanza degli anziani non autosufficienti. Quali terapie per farvi fronte?

Un allarme che dovrebbe preoccupare anche i nostri candidati sindaci

Paolo Damilano e Stefano Lo Russo stanno scaldando i motori in vista del fatidico ballottaggio. L’obiettivo comune è rivolto a convincere la maggioranza dei non elettori a recarsi il 17 e 18 ottobre, alle sezioni elettorali e scegliere.

Si fanno ipotesi e si affilano le armi per cercare d’individuare l’argomento o gli argomenti per convincere gli indecisi.

Intanto dalle liste a sinistra del PD e da parte di alcuni esponenti del M5S arrivano gli appelli a favore di Lo Russo, per cui il suo programma sarà ancor più orientato verso le aspettative propugnate in campagna elettorale dai nuovi supporti.

Damilano si sta giocando la partita in sintonia con gli uomini di punta a lui più vicini, da Pino Iannò a Mino Giachino ed i candidati SITAV SI Lavoro, quali espressioni delle liste civiche, che ritornano nelle piazze e sui social per evidenziare le occasioni perse da Torino, negli ultimi vent’anni, ove il PD ha compiuto le scelte perdenti.

Parlano delle necessità reali ed emergenti che interferiscono alla vita del cittadino ed invitano gli elettori a fare la differenza votando Damilano.

Lo Russo tace sui risultati conseguiti dalle giunte espresse dal PD, mentre i suoi supporter dissertano sulla divisioni tra uomini e donne nei seggi elettorali(grave vulnus alle libertà!). Il candidato sindaco del PD, traendo spunto da un ringraziamento con toni nostalgici pubblicato su un social da parte di un oscuro neoeletto consigliere di circoscrizione di FdI, denuncia il pericolo dei ritorno al fascismo e le sue enunciazioni si fermano lì.

Corre voce che all’inizio della prossima settimana i tre big del centrodestra potrebbero arrivare Torino per l’appello finale.

In tal caso, nell’interesse della coalizione, tenuto conto anche del risultato non entusiasmante conseguito dai partiti romani, c’è da supporre che riversino sulla città le diatribe e gli slogan nazionali, invece di concentrarsi sul degrado e le carenze della nostra città e marcare  la differenza che la vittoria di Damilano potrebbe significare, dopo gli oltre vent’anni delle sindacature  del PD e grillini.

Ci sono tematiche che seppur evidenziate a livello nazionale, dovrebbero figurare nelle agende dei due candidati. Ne approfittiamo per porre l’interrogativo, caso mai almeno uno dei due volesse intervenire.

Quanto sono gli anziani dipendenti rispetto ad adulti in età lavorativa?

Le proiezioni pubblicate nei giorni scorsi da Eurostat sono implacabili: a gennaio 2020 c’erano meno di tre adulti in età lavorativa a fronte di un dipendente con più di 65 anni (34,8%). Le percentuali maggiori coinvolgono oltre all’Italia, ovviamente Torino.

Nel 2050 gli adulti lavoratori diventeranno meno di due (56,7%), e l’Italia contribuirà alla media con una percentuale tra il 63,4 e il 70,1.
L’aumento del numero di persone anziane, dall’essere sanitariamente un fatto positivo (si vive di più), se non supportato da adeguate politiche di coinvolgimento di questi anziani, sembra che si stia trasformando in una iattura. Perché all’aumento degli anziani corrisponde anche l’aumento di coloro, tra questi che sono dipendenti.
La domanda è conseguenziale: ce la faranno gli adulti in età lavorativa a mantenere gli anziani dipendenti?

E, considerando anche che essere adulto in età lavorativa non significa necessariamente essere un lavoratore e contribuire all’Erario, sarà necessario uno Stato sociale maggiore di quello odierno in grado di farvi fronte?

Ergo: ci sono politiche per maggiori entrate fiscali per farvi fronte?

Politiche che non siano di aumento della pressione fiscale  ma della quantità di soggetti che contribuiscano al Fisco?

Politiche che, considerando il maggiore vigore degli oltre 65enni, possano anche far lavorare gli stessi in un’età che oggi è considerata non-lavorativa?
Domande a cui occorrerà darsi risposte a breve termine, anche perché l’Italia non è come i Paesi scandinavi che, in merito, hanno molto da insegnare a tutti.

Occorrer riconoscere che l’Europa ci sta provando (il Next Generation Eu è anche in questo senso), ma ci domandiamo se, a fronte dei questi dati Eurostat, si riesca a percepire l’urgenza non solo di essere buoni e seri spenditori dei contributi Ue, ma anche generatori di politiche locali e nazionali in merito.

Molti candidati si sono riempiti la bocca parlando di green e terziario, ma c’è almeno la consapevolezza di cosa potrebbe comportare per la città, il poter incrementare posti di lavoro duraturi, remunerati e non basati sull’effimero? Quali scelte propedeutiche e conseguenti necessitano?

Sembra un paradosso, ma è una realtà: in genere siamo abituati a chiedere e ad avere politiche per i giovani… occorrerà metter mano anche a quelle per gli anziani. Non solo assistenziali, ma anche e soprattutto lavorative.

E’ pleonastico dire che si tratta di un’urgenza rivolta allo Stato per la creazione di norme ad hoc, e ai privati per le opportunità. Cioé: non si pensi ad un maggiore Stato sociale o Stato imprenditore ma ad un libero mercato più semplice e accessibile.

Cosa ci risponderanno, in proposito Damilano e Lo Russo?

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Articolo pubblicato il 09/10/2021