15 ottobre - Da Trieste in giù: Italia nel caos?

Viminale ai prefetti: "Imprese valutino test gratis a portuali", ma forse non basta più

Le ultime cronache dai palazzi romani sono sconcertanti. Dopo quel che sabato è successo a Roma, ieri la ministra Lamorgese ha letto con la sua voce post umana, due paginette in burocratese davanti alla Camera dei Deputati, minimizzando  i comportamenti, le gravi minacce messe in atto dai rivoltosi di Forza Nuova, le lacune inspiegabili delle forze dell’ordine e di tutto il fallimentare assetto poliziesco a difesa della capitale, sorvolando su prospettive e conseguenze. Sono rimasti attoniti i parlamentari e confusa l’opinione pubblica pensante.

L’altra sera il governo ha varato il perentorio DPCM che da venerdì  istituisce sanzioni e sospensioni onerose per i  lavoratori senza green pass, ma, prima ancora che gli umili, pur con qualche brontolio, adeguassero il loro iter per continuare a lavorare e produrre, si è  scoperto che nelle stesse ore, noncurante anche di coloro che si sono vaccinati,  Luciana Lamorgese si è, ancora una volta  comportata in modo irresponsabile e non  privo di conseguenze.

È partita dal capo di gabinetto del ministero dell'Interno, Bruno Frattasi, la circolare che ieri ha scatenato un putiferio. Nel documento, inviato a tutti i prefetti e per conoscenza al dipartimento di pubblica sicurezza, si lancia un vero e proprio allarme sugli effetti che i lasciapassare obbligatorio potrebbe avere su alcuni «ambiti lavorativi, pubblici o privati, di peculiare delicatezza, come ad esempio, nel settore dei servizi essenziali e, in special modo, in quello dei trasporti».

Nel mirino, in particolare, ci sono i portuali. La cui attività è talmente importante da spingere la presidenza del Consiglio dei ministri a tenere una riunione apposita per avviare un immediato monitoraggio dei dipendenti sprovvisti del certificato. Ed i timori della ministra e pare del governo come si sono manifestati?

Nell’approntare «un quadro valutativo sulla possibile incidenza di eventuali defezioni suscettibile di determinare una grave compromissione dell'operatività degli scali». Insomma, i porti si possono bloccare. Ed ecco l'idea. «Sollecitare le imprese affinché valutino di mettere a disposizione del personale sprovvisto di green pass, test molecolari o antigenici rapidi gratuiti».

Mentre il governo sta orchestrando una spaccatura tra i lavoratori italiani di serie A e B, qual è la risposta dei portuali di Trieste, dove pare partirà la rivolta senza se e senza ma?

"L'unica apertura che possono avere nei nostri confronti - ha detto Stefano Puzzer, il portavoce dei portuali di Trieste - è togliere la certificazione". Puzzer ha anche aggiunto che "il blocco del 15 ottobre è confermato, non si fermerà solo il porto di Trieste. Quasi tutti i porti si fermeranno".

Al momento il governo tace, i portuali paiono irremovibili e chiedono perentoriamente che sia abolito il green pass e di tamponi gratis non ne voglio neppure sentire parlare. Il Governo, nonostante le enunciazioni dei mesi precedenti, sta derubricando un presunto rischio sanitario sull’altare dell’ordine pubblico, e solo per qualcuno. Per stabilire un po’ di lucidità, prende posizione la Federlogistica: "Sui porti lo Stato si piega a un ricatto" - Il presidente di Federlogistica Luigi Merlo replica: "Affrontare e trattare la vicenda dei portuali di Trieste come un problema di ordine pubblico rappresenta un errore clamoroso. Inoltre sono stati puntualmente e costantemente negati i confronti che avevamo richiesto con un solo risultato: lo Stato ora si piega a un ricatto inaccettabile". Per Merlo si conferma politicamente un "commissariamento" di fatto del ministero delle Infrastrutture.

Esprime la sua preoccupazione anche Massimiliano Fedriga: "Rischiamo un danno enorme" - Il presidente del Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga auspica che "con il buon senso si possa arrivare a un equilibrio", altrimenti "rischiamo di fare un danno enorme, non soltanto all'economia della città ma anche a tutti quei lavoratori che con l'indotto del porto lavorano, e non solo nel porto".

E precisa di "non intervenire come Regione sulle realtà produttive perché ho profondo rispetto delle istituzioni che le governano". Propone inoltre dal 15 ottobre "tamponi nasali meno fastidiosi e fai-da-te da effettuare con la supervisione responsabile d'ufficio". 

Parole fritte! Nel pomeriggio di ieri circolava voce che oltre che a Trieste e a Monfalcone, le protesta ed il conseguente blocco dei porti e degli approvvigionamenti si sarebbe esteso anche a Genova ed a Gioia Tauro.

A Genova alcuni terminalisti del porto pagheranno i tamponi ai dipendenti senza Green pass, fa sapere il presidente dell'associazione di settore di Confindustria Beppe Costa dopo una riunione in prefettura. "La decisione è di ogni azienda - spiega -, alcune hanno dato la disponibilità e altre sono libere di scegliere. Come Confindustria ribadiamo che le norme dicono che il tampone lo paghi il lavoratore".

Tra i portuali genovesi non sono vaccinati 20 su 100, mentre a Trieste la percentuale di non vaccinati  oscilla tra il 30 e il 40%.

Chi rischia di pagare le conseguenze più pesanti? Il Paese.

Risulta che i camionisti stranieri stiano già disertando le nostre strade per timore di rimanere bloccati. All’orizzonte tra le conseguenze a cascata su tutti i settori merceologici, agricoltura in testa, l’immediata sarà quella di tagliare fuori i porti italiani dal lucroso business di trasporti mondiali, per cui un settore oggi fiorente, entrerà in crisi.

Poi le altre vittime privilegiate saranno gli italiani diligentemente vaccinati che otterranno il blocco degli approvvigionamenti alimentari ed energetici, oltre a subire l’impennata dei prezzi. E se da Triste la fiamma della rivolta contro la illogicità si estendesse a ben altri comparti?

Oggi sarà la giornata decisiva per il governo, la credibilità delle nostre istituzioni, con le nubi che minano l’orizzonte della tanto auspicata crescita del Paese.

Se come al momento pare certo, si mobiliteranno ad oltranza gli oltre 1500 lavoratori che gravitano sul porto d Trieste, verrà meno anche il principio della delega della rappresentanza in campo sindacale, con lo svilimento ancor più evidente delle già lacere organizzazioni sindacali. Ed il tutto, perché? A qual pro?

Evidenziamo la tabella sul riepilogo di obblighi e politiche per fronteggiare la pandemia a livello europeo e la nostra ostinazione ci pare un tantino lunare.

Forse il governo sta giocando con il fuoco, ma gli inadeguati ministri di Draghi, neppure se ne accorgono.

 

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Articolo pubblicato il 14/10/2021