Il galantuomo di Asti - Memoria del sindaco Giuseppe Bocca

di Alessandro Mella

Negli anni vivacissimi dell’età giolittiana molte persone concorsero, in diversa misura, al consolidamento delle istituzioni ed al rinnovamento del neonato stato italiano.

Il loro contributo non si manifestò solo e soltanto nei ministeri e nelle aule parlamentari ma anche nei consigli provinciali e nelle centinaia di comuni italiani. Vera ossatura del paese ed estensione dello stato sul territorio. Il ruolo dei sindaci, nella storia unitaria del nostro paese, non si dovrebbe mai dimenticare ed è spesso oggetto di dimenticanze.

Giuseppe Bocca nacque ad Asti il 5 settembre del 1856, in una nota famiglia locale, pochi mesi dopo l’avventura del Regno di Sardegna in Crimea.

Le buone condizioni della famiglia gli permisero di frequentare la Regia Università di Torino e qui di laurearsi in giurisprudenza nel 1879.

A quel tempo era cosa comune che le persone colte della media borghesia si interessassero di politica ed il nostro si fece eleggere consigliere comunale ad Asti nel 1886 per poi assumere il ruolo di assessore dal 1890 al 1898. Frattanto, animato da sincero spirito filantropico, gli riuscì di creare l’asilo Regina Margherita nel 1891 grazie a fondi personali.

Fu, tuttavia, nel 1900 che iniziò l’esperienza che maggiormente condizionò la sua vita e che in sostanza si protrasse fino al 1913 e cioè quella di sindaco della sua città natia.

Qui si impegnò con tutte le sue forze per l’ammodernamento e l’espansione, anche industriale, della città non senza trovarsi in situazioni difficili e con contestazioni anche assai vivaci in Consiglio Comunale. Tuttavia, si preoccupò anche di potenziare i corsi di studio in ambito agricolo e di ridare vita a sagre ed eventi capaci di vivacizzare il territorio come la Fiera Equina del 1902.

L’impulso dato agli studi di Enologia ed Agraria gli valsero la Medaglia d’Argento ai Benemeriti dell’Istruzione Popolare nel 1892 e quella d’Oro al Merito Agricolo nel 1908. (1)

Notevole, poi, fu l’impegno profuso in favore delle commemorazioni per il centenario della scomparsa di Vittorio Alfieri.

L’opera politica ed istituzionale gli valse numerosi riconoscimenti. La Real Casa di Savoia lo volle Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia e poi Commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Ma anche dall’estero non gli mancarono le onorificenze come le insegne di Cavaliere dell’Ordine di Sant’Anna, dell’Ordine di Leopoldo II del Regno del Belgio e dell’Ordine Turco di Mej?diyye. Dall’Impero d’Austria ebbe la Gran Croce dell’Ordine Imperiale di Francesco Giuseppe e dal Regno del Portogallo quelle di Cavaliere del Real Ordine di Nostra Signora di Vila Vicosa. Quest’ultimo è ancor oggi patrimonio dinastico della Real Casa del Portogallo con gran maestro il Capo della Real Casa del Portogallo, Dom Pedro Duca di Braganza e di Loulè e come cancelliere Dom Nuno Cabral da Camara Pereira Marchese di Castel Rodrigo e Connestabile del Portogallo. È questo un ordine molto prestigioso che molte volte ha ornato (ed orna) il petto di numerosi italiani.

Sebbene impegnato anche in ambito provinciale, piuttosto affaticato, decise di lasciare la politica nel 1920 alla vigilia della grande crisi dello stato liberale e nel pieno delle tensioni sociali legate al famigerato Biennio Rosso:

 

II Comm. Bocca si ritira dalla vita politica. Il Comm. Avv. Bocca, che per anni guidò il timone della barca cittadina, ha diramato una lettera ai suoi vecchi elettori annunciando il suo ritiro dalla vita politica ed amministrativa. Dalla lettera stralciamo il seguente brano: “Perciò siccome per la lotta attuale occorrono uomini che siano nel pieno vigore delle loro forze, io, che ho avuto l’onore di rappresentarvi per trent’anni, credo mio dovere di ritirarmi, per assumere solo più la parte di gregario, onde possiate scegliere chi sappia meglio di me, difendere il patrimonio di questi Enti che è patrimonio vostro. Nel separarmi da Voi pierò, credo pure mio dovere esortarvi ad unirvi tutti e stringervi insieme quanti siete amanti di libertà e, civile progresso; non spinti ad inconsulti mutamenti ma non ritrosi ai segni dei tempi che incessantemente si evolvono in nuove forme di ordini sociali. Abbandonate le inimicizie ed i rancori personali. ascoltate soltanto il consiglio che vi viene dall’affetto per la nostra Città. E la vittoria sarà con Voi “. Asti, 25 Settembre 1920. Avv. Giuseppe Bocca (2)

 

Poco tempo dopo la salute iniziò a dare i primi segni di cedimento e, nella speranza di trovare ristoro dall’aria di mare, l’avv. Bocca si trasferì per qualche tempo a San Remo. Vano tentativo perché il male lo avviò lentamente verso la fine. Rientrato nella sua amata Asti vi si spense il 29 settembre 1924:

 

La morte del comm. Bocca ex sindaco di Asti. Asti, i7 notte È morto stanotte il gr. uff. avv. Giuseppe Bocca. Aveva 68 anni. Dal 1886 al 1913 ininterrottamente, si avvicendò nelle cariche di consigliere, assessore, sindaco dei Comune di Asti.

Sin dal 1892 fu eletto membro del Consiglio provinciale di Alessandria e nel 1911 venne chiamato a partecipare all'ufficio di presidenza del Consiglio stesso. La sua competenza in materia amministrativa fu riconosciuta anche fuori della provincia, tanto che prima della guerra venne innalzato all'alta carica di vice presidente dell'Associazione dei Comuni italiani.

Ricordiamo che l'ufficio di presidenza, del quale allora facevano pure parte don Sturzo e l'avvocato Caldara, divenuto poi sindaco di Milano e deputato, si riunì in quel tempo per l'appunto anche in Asti, e precisamente nello studio del comm. Bocca, che era stimatissimo da tutti i membri dell'Associazione e che, come vice presidente di questa, ebbe campo di farsi apprezzare presso lo alte sfere politiche della capitale.

In Asti, particolarmente nel periodo dal 1910 al 1913, sostenne nella sua qualità di sindaco, lotte asprissime, che ebbero larga eco in tutta la stampa italiana per gli avvenimenti clamorosi che ad esse si collegarono. I suoi avversari più fieri non poterono però non riconoscere in lui un umore intenso, non mai smentito, per la sua città, che cercò di abbellire e di portare ad un sempre più alto grado di sviluppo. (3)

La morte del Grand’Uff. Avv. Giuseppe Bocca. Il 27 corr. alle ore 7 del mattino si spegneva, confortato dai santi sacramenti il Grand’Uff. G. Bocca, che per molti lustri guidò attraverso molte difficoltà, la navicella dell’azienda pubblica della nostra città. Nacque in Asti il 5 Sett. 1856, si laureò a Torino il 21 Giugno 1879 e fu nominato per la prima volta consigliere comunale nel 1886. Per lungo tempo copri la carica di Sindaco e fu membro attivo di parecchi Istituti cittadini. Nel 1892 entrò a far parte del Consiglio Provinciale.

Rimise nel 1902 in vigore la fiera equina e organizzò feste solennissime per il primo Centenario di Vittorio Alfieri. Nel ramo della beneficenza fu generoso e ricco di lodevoli iniziative. Come professionista godeva stima di profondo legale. Era un esperto amministratore. Militante nel partito liberale rispettò i sentimenti religiosi e nei suoi ultimi anni più volte anche nella morsa del suo morbo, manifestò pubblicamente le sue credenze.

A S. Remo, ove s’era trasferito nel 1923, per respirare aure più miti, ed ultimamente nella nostra città, si dichiarava assai lieto quando poteva intrattenersi di cose religiose con Sacerdoti di sua fiducia, e le ultime sue ore furono soavemente confortate dal Ministro di Dio accorso al suo capezzale. Il suo tramonto, che si effettua su uno sfondo politico incerto, ricorda la rapidità e la volubilità delle cose umane.

Gli eventi s’incalzano e gli uomini passano celermente. Sulla bara di questo uomo, che tanto lottò per la sua città, noi deponiamo il saluto e la prece di tutti gli animi riconoscenti, invocando in pari tempo da Dio, clemente e misericordioso, la pace dei giusti.

I funerali riuscirono imponentissimi per l’intervento delle Autorità, delle Associazioni con bandiere, delle Compagnie e della cittadinanza. Al Cimitero furono pronunziati molti discorsi e, tra la commozione generale, la Salma fu tumulata nella tomba di Famiglia. (4)

 

Il ricordo del probo ed attento amministratore rimase nella memoria della collettività che non mancò di onorarne la memoria:

 

Onoranze a Bocca. Martedì, 3 Maggio p. v., alle ore 8 ,30, per iniziativa di apposito Comitato d'accordo coll’Autorità Municipale e coll’intervento di tutte le Autorità Cittadine e della Provincia, avrà luogo nei pubblici giardini di Asti la inaugurazione di un ricordo in bronzo alla memoria del Grand' Uff. Avv. Giuseppe Bocca, opera dello scultore torinese prof. Gaetano Cellini. La commemorazione dell’insigne con cittadino sarà pronunziata da S. E. l’On. Marchese Luigi Borsarelli di Rifreddo, Senatore del Regno. (5)

 

La città di Asti gli ha dedicato una via centrale ed ancora oggi, nel Parco della Resistenza, sorge un busto bronzeo che, dal suo marmoreo piedistallo, scruta i turisti ed i passeggiatori un poco disattenti. Forse sperando che qualcuno, leggendo quel suo nome, possa ricordare quel sindaco così lontano nel tempo ma dall’esempio così attuale e moderno.

Alessandro Mella

 

NOTE

1) L’Unione dei Maestri Elementari d’Italia, 40, Anno XXXIII, 30 giugno 1892, p. 318.

2) Gazzetta d’Asti, 41, Anno XII, 9 ottobre 1920, p. 2.

3) La Stampa, 233, Anno LVIII, 28 settembre 1924, p. 2.

4) Gazzetta d’Asti, 40, Anno XXVI, 4 ottobre 1924, p. 2.

5) Ibid., 18, Anno XXIX, 30 aprile 1927, p. 3.

 

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Articolo pubblicato il 25/10/2021