Canzone fuori dal coro
Foto G.Guerreri

Considerazioni diversamente canoniche sugli effetti della pandemia

Cosa è cambiato nella vita di tutti i giorni?   

Siamo sempre gli stessi?...

Quello che osserviamo camminando per le strade delle città sembra dimostrare l'esatto opposto! 

Rispondo alla seconda domanda: noi non siamo più gli stessi, la cosiddetta pandemia ha creato degli esseri che hanno modificato radicalmente il proprio atteggiamento nei confronti della vita.

La paura, considerata da sempre come espressione di fragilità e di debolezza, è diventata per molti di noi un alimento essenziale, un nutrimento dell'Anima del quale non si potrà più fare a meno.

La paura protegge contro il pericolo nascosto, nutre nel profondo ogni Essere, creando quei recinti mentali entro i quali abbiamo imparato a vivere serenamente. La paura difende dal morbo e aiuta a sopravvivere.

La paura ha assunto una valenza oltremodo positiva, riesce anche a paralizzare il cervello impedendo che idee moleste e sovversive possano farsi avanti, rischiando d'infrangere i cristalli delle certezze imposte dall'esterno.

La Paura è assurta al ruolo salvifico di divinità. Nella mitologia greca Phobos, figlio di Ares, dio della guerra, e di Afrodite, dea della bellezza, era la divinizzazione della paura (da φοβIα, fobia) e fratelllo di Deimos, il terrore causato dalla guerra. 

Il vocabolario si è arricchito di neologismi che snoccioliamo come le perle di un rosario durante una cerimonia funebre… distanziamento, lockdown, trovarsi in presenza, mascherine… tutti termini che non avremmo mai pensato di usare con l'attuale frequenza, espressioni che non dimenticheremo più e che resteranno impresse nella nostra memoria, come lutti impossibili da elaborare.

Sebbene sia stato abrogato l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi aperti, oggi ho notato che circa il 40% delle persone che ho incontrato passeggiando per il centro di Torino aveva il viso coperto, gli occhi bassi e trasmetteva una palpabile tristezza.

Alla paura dobbiamo aggiungere l’abitudine e il relativo condizionamento psicologico.

Il condizionamento è quanto di più grave ci possa capitare.

La nostra Libertà, il bene più grande per il quale sono morti milioni di uomini e donne viene gettata alle ortiche, insieme ai valori che l’accompagnano da sempre.

Tutto viene accettato con la massima rassegnazione, tutto perde di significato, i valori si stravolgono e le imposizioni, vendute come necessarie, entrano a far parte della nostra vita trasformandosi prima in passiva approvazione quindi in autentica necessità.

Esiste una nuova tipologia di comportamento che sembra divertire tutti: alzare il gomito ha acquisito un nuovo significato, ora è un patetico saluto che ha stravolto la classica stretta di mano; un tempo era un modo di dire che evocava situazioni ben più divertenti.

Peggio ancora il saluto con il pugno. Forse non tutti sanno che stringersi la mano significava mostrare all’altro che non si era armati, che non si stava nascondendo un pugnale… ora la gente si tocca con il pugno chiuso … per la paura che il contatto costituisca un pericolo letale.

Vogliamo aggiungere che non vi sia nulla di meno amichevole che mostrare i pugni?

Troverei meno ipocrita e offensivo salutarsi con un cenno senza la necessità di entrare in contatto fisico…

L’Italia è l’unico Paese che ha obbligato i lavoratori a munirsi di Green Pass per accedere al posto di lavoro. Chiediamoci perché?

Che bisogno c’era di dare il buon esempio per entrare in un conflitto senza pari, proprio con quelle forze che con il lavoro dovrebbero sostenere il Paese?

Le piazze stanno donando segnali molto chiari, con forme di protesta civilissime e pacifiche. Come risposta vediamo che le Forze dell’Ordine schierano i propri uomini in assetto da combattimento, utilizzando idranti e lacrimogeni.

E’ proprio legale e necessario?

Molti sono convinti del contrario e concordano nel denunciare tali reazioni con grida di condanna e disapprovazione.

Ci chiediamo perché quando altre categorie di oppositori si sono riversate nelle piazze per manifestare si sono tenuti atteggiamenti molto più tolleranti, limitandosi al contenimento dei cortei…

La popolazione inizia a porre domande che non trovano risposte che non siano le solite considerazioni demagogiche, ma quando le domande se le pongono in troppi le risposte devono essere fornite.

Non sono sufficienti atteggiamenti autoritari al limite della violenza gratuita, in un regime che si definisca Democratico non bastano le pacche sulle spalle o le risposte fornite da giornalisti di regime che si arrogano il diritto di far tacere medici e specialisti dissidenti… in un regime che si definisca Democratico il dialogo non può essere negato e la libertà di esprimere pareri deve essere sempre rispettata.

Quale futuro dovremo attenderci?

Nessuno possiede la sfera di cristallo ma quando osserviamo che i Principi fondamentali della Democrazia: Principio di eguaglianza e rispetto dei diritti delle minoranze, vengono calpestati… veniamo colti da un lugubre senso di smarrimento che ci impedisce, per dirla con Battiato, ...... di trovare l’alba dentro l’imbrunire.

 

Phobos, la paura: Di Carole Raddato from FRANKFURT, Germany - 4th century AD Mosaic with mask of Phobos (Fear) within a radiating petal design, from Halicanassus (Asia Minor), British Museum, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37881157

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 23/10/2021