VVV. Vita, Virus, Vaccini.

Qualche riflessione intorno alle modalità con cui la vita si propaga e svolge la sua missione senza curarsi di cosa se ne pensi in merito.

Organismi unicellulari, microbi, batteri e virus sono apparsi su questa terra ben prima dell’essere umano e ne hanno costituito contesto e presupposti per la sua esistenza.

Nell’intero sistema fisico dell’essere umano tali entità sono presenti in numero assai più grande del numero delle sue cellule e dei suoi organi e sono preposti a funzioni vitali indispensabili per il suo funzionamento; senza di essi funzioni come la digestione e l’assimilazione del cibo sarebbero impossibili.

(https://www.raicultura.it/scienza/articoli/2019/06/Da-dove-vengono-i-virus-9ad5361c-7b17-4ab8-bde1-a2983df35200.html)( https://www.nationalgeographic.it/scienza/2020/04/siamo-circondati-dai-virus-ma-solo-alcuni-virus-rappresentano-una-minaccia)( https://www.ilpost.it/2020/06/19/virus-evoluzione-terra/) .

 

Allo stato dell’arte si ritiene che risiedano nel nostro organismo almeno alcune decine di migliaia di tipi di virus utili o nocivi. Ma ciò che è meno noto, essendo ancora poco indagato o volutamente ignorato a livello filosofico e scientifico è che tale situazione, moltiplicata enne volte, si ritrova anche nei nostri aspetti energetici, emotivi e mentali.

 

Se ne può avere contezza degli effetti osservando i comportamenti, ossessivamente sclerotizzati e unidirezionali, dei vari convenuti nei talk show imperanti in ogni possibile anfratto della comunicazione massmediatica attuale.

 

Tuttavia anche se tutto ciò può costituire imbarazzo, desolazione e sofferenza, in ogni caso vi sono anche risvolti positivi che non vengono facilmente accettati come tali.

 

Infatti come alcuni virus (insieme agli altri microorganismi presenti nell’organismo) provvedono alla biologia della vita fisica, i loro analoghi più sconosciuti provvedono alla biologia della vita della coscienza.

 

In pratica attraverso tali entità (integrati o affiancati alle funzioni dei sistemi sanguigno, nervoso, endocrino) vengono veicolati informazioni ed ordini ai vari comparti funzionali dell’organismo, determinandone attivazione e/o disattivazione e producendone di conseguenza presupposti e condizioni di vita o di morte. Morte intesa come trasformazione di un tipo di aggregazione biologica in un’altra, attraverso meccanismi ancora praticamente del tutto ignoti anche ai meglio ferrati in materia.

 

È certo, infatti, che, finora, tutti i tentativi di comprendere i processi relativi a come la vita si introduca o abbandoni un aggregato, temporaneamente e potenzialmente adatto ad ospitarla, non abbiano ancora avuto esito positivo. Gli studi e ricerche si concentrano solo su quanto ne consegue e non su quanto li produca. In ogni caso si fa di tutto per allungare il periodo tra le due imperscrutabili certezze.

 

Ovviamente, alla luce di queste poche, insufficienti, ingenue informazioni e agli sforzi per combattere tutto quello che riteniamo negativo per tale istanza, con medicinali, vaccinazioni e altri artifici (significativo per esempio antibiotico = che combatte contro la vita), possono nascere interrogativi sulla effettiva utilità dei rimedi messi in atto. Non di certo per quanto riguarda la prosecuzione della vita, ma in relazione alla sua qualità. O almeno per evitare che si faccia sopravvivere una parvenza di essere umano ormai svuotato di ogni capacità ad esso relative e in concordanza con lo scopo principale ed essenziale della sua ragione di vita. Ovvero per evitare, quanto più possibile, che il rimedio possa risultare peggiore del male che si voleva curare.

 

Infatti il rischio evidente è che al crescere numerico della popolazione mondiale, artificialmente sostenuto con ogni mezzo, si accompagni una sempre maggiore percentuale di essa praticamente “morta vivente”, cioè interiormente morta anche se esteriormente capace di muoversi ed agire.

 

È evidente che sia estremamente necessario ed inderogabile farsi qualche domanda, a prescindere dalla competenza in materie specifiche, partendo dal fatto che ognuno di noi, prima ancora di specializzarsi in attività più o meno relative al comparto medico, sia evidentemente un essere umano e come tale abbia in sé, anche se solo potenzialmente, tutte le informazioni, gli strumenti e le capacità di comprendere cosa sia necessario per mantenere un sufficiente grado di salute per espletare le proprie funzioni in relazione allo scopo della propria vita.

 

Perché se così non fosse, tutti gli sforzi, di qualunque genere, sarebbero inutili o dannosi oltre misura. Un richiamo forte e chiaro alla nostra diretta responsabilità in materia, personale e collettiva, sulla base di principi originali e non distorti ideologicamente.

 

Un richiamo che rischia di andare disperso nella grande cacofonia generale generata dai tentativi di preservare la propria esistenza ad ogni costo senza metter in conto le conseguenze che prima o poi si faranno valere. Tuttavia e in conclusione senza dimenticare quanto comunque niente di ciò che accade è solo negativo o del tutto inutile, perché in fondo questo è e sarà sempre il mondo migliore che abbiamo saputo costruire per noi stessi.

 

Come disse qualcuno al di sopra di ogni sospetto: “sia fatto secondo la tua fede!”

 

grafica e testo

pietro cartella

 

 

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Articolo pubblicato il 30/10/2021