Le strade dei pellegrini a Pistoia

L'Anno Santo jacopeo 2021 2022

La première pensée d'un étranger à Pistoia, est de visiter la place du Dòme, où sont réunis les plus beaux édifices de cette ville.

Charles Rohault de Fleury (1)

Quante strade percorrono PistoiaTante tante quante sono le strade dei pellegrini e del pellegrinaggio. Questa è una città di tesori nascosti, che va scoperta e assaporata lentamente, come lento e discreto è il turismo che la visita, cresciuto dopo la sua nomina a Capitale Italiana della Cultura 2017.

Il moderno Cammino di San Jacopo, emblema del suo legame con l’Apostolo sepolto a Compostela, tocca i comuni di Firenze, Sesto Fiorentino, Calenzano, Prato, Montemurlo, Montale, Pistoia, Serravalle Pistoiese, Pieve a Nievole, Monsummano Terme, Montecatini Terme, Massa e Cozzile, Buggiano, Uzzano, Pescia, Capannori e Lucca.

Per assistere i pellegrini, dopo la metà del secolo XII, si costituisce, presso la cattedrale e nell’adiacente Palazzo Vescovile, l’Opera di San Jacopo, un ente che aveva anche il compito di sovrintendere al culto del santo e di amministrare il “Tesoro di S. Jacopo”.

In città sorgono ospizi per pellegrini, poveri e viandanti, tra cui lo Spedale di S. Jacopo (alla metà del XII secolo) oltre al più noto Spedale del Ceppo (circa alla fine del XIII secolo) che, specializzatosi nella cura degli infermi, diventerà il nosocomio cittadino. Nella seconda metà del ‘300 viene fondato anche l’Ospizio e Spedale del Tau, dedicato alla cura del “fuoco di sant’Antonio”.

La cultura del pellegrinaggio è sempre rimasta viva a Pistoia, nel corso dei secoli, e ne troviamo testimonianza nei luoghi di culto e nelle tradizioni cittadine, in particolar modo quelle legate alla memoria ed ai festeggiamenti jacopei.

A fianco della piazza del Duomo è stato eretto un cippo che indica simbolicamente il percorso e le distanze da altri luoghi di culto e di pellegrinaggio.

Fondata dai Romani come accampamento militare nel II – I secolo a.C., Pistorium diventa subito un luogo di passaggio, sul tracciato della via Cassia, che allora passava per le attuali piazza del Duomo e via degli Orafi.

Nel Medioevo molti pellegrini passano di qui, camminando da nord a sud e da sud a nord. Anche senza automobili, ci doveva essere un importante traffico su quelle strade polverose, percorse da uomini e donne a piedi, con muli e cavalli per chi se li poteva permettere.

Un cammino del tutto particolare è quello che prende il nome dall'Apostolo Giacomo Maggiore, San Jacopo, che ha dato il suo nome a Santiago de Compostela. È a partire dal XII secolo che Pistoia diventa la “piccola Santiago”, grazie all'unica reliquia di San Giacomo riconosciuta dalla Chiesa al di fuori di Santiago.

Facciamo un passo indietro di nove secoli, per capire...

La reliquia. Di cosa si tratta e come e perché è arrivata a Pistoia?

Nel 1145 Atto, Vescovo vallombrosano di Pistoia dal 1133 al 1153, ottiene dal Vescovo di Santiago di Compostella (Diego Gelmirez) una reliquia dell'Apostolo Giacomo. Egli incarica due suoi vassalli, Mediovillano e Tebaldo, ad effettuare il trasporto sacro; la reliquia giunge a Pistoia fra grandi onori e festeggiamenti. Il Vescovo Atto fa costruire una Cappella di San Jacopo, protetta da una robusta cancellata che è andata perduta (che verrà smantellata, insieme alla Cappella, sotto il Vescovo giansenista Scipione de' Ricci, che lottava contro le superstizioni e le credenze religiose.

L'altare di San Jacopo, costruito in onore del santo, è stato descritto da Bernardino Vitoni: “Degno di osservazione è l'altare di questa cappella consacrato al S. Apostolo dal Vescovo Andrea Franchi l'anno 1399. Tutto d'argento massiccio e rilievo egregiamente lavorato dagli valenti professori” (2).

Nel Canto XXIV dell’Inferno Dante Alighieri colloca Vanni Fucci, uno dei pistoiesi che nel 1293 si rende responsabile di un furto sacrilego, “ladro nella sagrestia d’i belli arredi”.

Quest’opera complessa si potrebbe definire un atlante religioso che racconta la storia della salvezza, attraverso i suoi riquadri.

Davanti al grandioso altare argenteo ha trovato posto il Reliquiario di San Jacopo, attribuito a Lorenzo Ghiberti. L’oggetto sacro, in argento dorato, si compone di tre teche: quella più grande, in basso, custodisce diverse reliquie di santi non più identificabili per i danni ricevuti in occasione di un incendio del 1588; la teca al centro contiene un osso dell’anca della madre di Giacomo il Maggiore (Maria di Salome) che, giunta a Pistoia nel 1407, potrebbe aver suggerito la realizzazione dell’intero reliquiario. Il frammento osseo di San Giacomo Apostolo è invece conservato nella teca più alta a forma di tempietto rinascimentale realizzata all’inizio del XVII secolo.

Per quale motivo il Duomo di Pistoia è intitolato a San Zeno e non a San Giacomo (o a San Jacopo), suo Patrono?

Ce lo spiega Michelangelo Salvi, nella sua storia di Pistoia pubblicata nel 1656 (3).

Durante un periodo di eccezionali piogge “per la qual cosa i Pistoresi, vedendosi danneggiati ne' raccolti, ed impediti nel fare le loro faccende, con orationi, processioni, e digiuni solenni ricorsero a Dio, e considerando come anco la città di Verona ritrovandosi, nel passato anno, afflitta e spaventata da quel gran diluvio, che arrivarono fino alla chiesa di S. Zenone Martire, e Vescovo di essa, per l'intercessione di lui era stata liberata, pensarono che questo santo fosse stato favorito da Dio di qualche dono o speciale dominio sopra l'acque; per la qual cosa anco essi facendo con orationi e voti a lui ricorso, si aperse miracolosamente un piccol monte, denttro al quale l'acque erano trattenute, Allora i Pistoresi per eternare la memoria di tanta gratia , dove fino a qui avevano avuto come Patrono della loro Cattedrale S. Martino Vescovo e Confessore, in vece di lui S. Zenone elessero”.

La sua definitiva consacrazione a San Zeno è stata officiata dal Vescovo Donato de’ Medici l’11 giugno 1443.

La proclamazione di un Anno Santo Jacopeo si muove nell’alveo e nel rispetto di questa grande storia, che oggi viene riscoperta e raccontata. Tanti gli eventi che si sono già svolti e celebrati in città, laici e religiosi, che hanno visto il loro momento saliente nella giornata del 25 luglio, quando la cappella e l’altare vennero consacrati, ancora oggi festa dedicata al Patrono della città.

Dal 1° ottobre 2021 al 31 gennaio 2022, nella recuperata chiesa di San Leone, sarà aperta la mostra interattiva “Pistoia piccola Compostela – L’altare argenteo di San Jacopo” (dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18, sabato e domenica dalle 10 alle 18). Una serie di pannelli mostrano uno per uno i riquadri dell’Altare di San Jacopo e fanno percepire la grandezza di questo manufatto, al quale venne chiamato anche un giovane Brunelleschi, in qualità di orafo, fra il 1399 e il 1400. E così (non casualmente) l’ultimo giorno dell’ultimo anno del XIV secolo si stipula il contratto per completare questo capolavoro, mentre Pistoia attraversa una profonda crisi commerciale ed è flagellata dalla peste.

Dal 27 novembre prossimo al 8 maggio 2022 il Museo dell’Antico Palazzo dei Vescovi ospiterà la mostra “Medioevo a Pistoia. Crocevia di artisti fra Romanico e Gotico”, che si propone di illustrare, per la prima volta, lo straordinario panorama delle arti a Pistoia dal XII agli inizi del XV secolo. Attraverso una selezione di opere (dipinti, sculture, oreficerie e codici miniati, con prestiti importanti provenienti anche dall’estero) si svelerà il ruolo di primo piano assunto nel Medioevo dalla città nel campo delle arti figurative.

Intraprendere un cammino non è solo un’esperienza umana, laica o religiosa; è anche un modo intelligente e rispettoso per entrare “in punta di piedi” nella cultura e nelle tradizioni dei borghi che si incontrano lungo la strada, un modo nuovo di visitare i territori, con gesti e rituali centenari. Il tempo del covid è stato difficile per tutti: così, per la prima volta nella secolare storia di Santiago, di Pistoia e del Cammino, il Xacobeo 2021 (questo è il nome dell'Anno Santo che si celebra a Pistoia) è stato prolungato sino al 25 luglio 2022. In questo modo si vuole favorire l’accesso in città a quante più persone possibili, fedeli e turisti, interessati a visitare la “piccola Santiago”, per camminare in solitaria o in gruppo sulle orme di San Jacopo. Una pietra quadrata a ricordo di questo grande avvenimento è stata posta nel selciato della piazza, in corrispondenza della Porta Santa che rimarrà aperta per tutto l’Anno Santo.

Tante sono le strade del pellegrinaggio, attraverso e intorno a Pistoia… Il Cammino di San Jacopo propriamente detto; la Via Romea Strata; la Via Francesca della Sambuca; la Strada di Fontana Taona (che a sua volta si divide in due parti: il Cammino di San Bartolomeo e la Strada della Croce Brandelliana). Al turista e al pellegrino non resta che l’imbarazzo della scelta, con l’augurio di un buon viaggio a Pistoia!

 

Note al testo

(1) Charles Rohault de Fleury, La Toscane au Moyen Age, Paris, 1874

(2) Bernardino Vitoni, Guida del forestiere istruito in Pistoia (una guida in tre giornate, quante erano le cerchia della mura, per un turista di cultura, N.d.A.)

(3) Michelangelo Salvi, Delle historie di Pistoia e fazioni d'Italia, Roma, 1656 (questo erudito ecclesiastico sostenne che l’origine della città fosse da imputare a un pronipote di Noé, chiamato Pistio, N.d.A.)

Bibliografia

Il taccuino del viaggiatore – Appunti per una gita a Pistoia (di Marco Bazzini e Luca Fiaschi), Edizioni del Comune, Pistoia, 1997.

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Articolo pubblicato il 29/10/2021