Affreschi jaqueriani e ville nobiliari nel video del canale Youtube "Piemonteis"
La cittadina di Pianezza (Pianëssa in piemontese), situata a nord-ovest di Torino sulla sponda sinistra della Dora Riparia, è citata per la prima volta in un documento del 985 in cui si fa menzione di una località identificata con l’espressione “loco et fundo Planicio”, ubicata lungo la via delle Gallie.
Luogo di passaggio per pellegrini, mercanti, eserciti, Pianezza fu presidio fortificato sotto il controllo dei vescovi di Torino, poi, con l’affermarsi della supremazia sabauda, venne infeudata ai potenti conti Provana.
Tra le consistenti testimonianze del periodo medievale, che impreziosiscono il ricco patrimonio culturale pianezzese, vi è la PIEVE DI SAN PIETRO che, già esistente con ogni probabilità in epoca longobarda e carolingia, appare oggi in forme romaniche del XII secolo, con aggiunte e rimaneggiamenti gotici, e custodisce uno straordinario ciclo di affreschi interni che vide l'intervento di JACOPO JAQUERIO, principale esponente del gotico internazionale in Piemonte.
Elevata alla dignità di marchesato nel 1578 e pervenuta in feudo alla famiglia SIMIANA, Pianezza si arricchì nel periodo barocco di belle chiese e, fino al primo Novecento, di numerose ed eleganti ville, frequentate per la villeggiatura estiva da famiglie nobiliari e facoltose di Torino (villa Leumann, villa Casalegno, villa Lydia, villa Lascaris).
Purtroppo, perduto è il possente CASTELLO, sulle cui vestigia sorge oggi villa Lascaris, passata in proprietà dal 1835 dell'Arcidiocesi di Torino. Il castello fu coinvolto nell'eroica impresa di MARIA BRICCA, che nel settembre 1706, durante il celebre assedio di Torino, guidò all'interno dell'edificio, passando per gallerie segrete, un drappello di granatieri di Brandeburgo consentendo loro di sorprendere e catturare un buon numero di ufficiali e soldati francesi.
Tra i luoghi sacri ricordiamo ancora il SANTUARIO DI SAN PANCRAZIO, meta di pellegrinaggi, e tra quelli d'interesse naturalistico la cosiddetta "Pera Mòra", grande masso erratico ormai inglobato nel tessuto urbano e intitolato alla memoria del geologo e archeologo Bartolomeo Gastaldi.
Fonte: Canale Youtube “Piemonteis”.
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Articolo pubblicato il 31/10/2021