Il ritrovo dei notabili – La Loggia dei Cavalieri di Treviso
La Loggia ritratta nel 2019

di Alessandro Mella

Passeggiando per Treviso, voltato un angolo, il turista potrà trovarsi di fronte una curiosa struttura che ricorda alcuni mercati coperti assai diffusi nelle città dell’alta Italia. Ed in effetti, per qualche tempo, l’edificio ebbe anche questo scopo. In particolare, per i libri, un impiego un poco diverso da quello per cui fu concepito.

Esso ha forma quadrata, con tre lati aperti e luminosi, con cinque archi a tutto sesto ciascuno, poggianti su pilastri collocati su muretti di pietra d’Istria e mattoni e con tetto sporgente sotto il quale si trova un soppalco in legno. Tracce ancora percettibili rivelarono due serie di diversi affreschi e decori risalenti in periodi diversi.

Ancora oggi il complesso sorge all’incrocio tra via Martiri della Libertà e via Indipendenza che, anticamente, ebbe il nome di via Re Umberto I.

Tale crocevia aveva già importanza notevole in epoca romana e nel periodo medievale assunse il nome di Strada Regia. E fu proprio attorno al XIII secolo che la Loggia fu costruita nel tempo della podesteria di Giacomo o Andrea da Perugia.

Pur tuttavia lo storico Bartolomeo Zuccato ne indicò la costruzione nell’anno 1194. L’interpretazione di una scritta rinvenuta a suo tempo sul cornicione sembra però suggerirne la collocazione tra il 1276 ed il 1277. Ma su questo ancora le opinioni non sono del tutto concordi. Alcuni ritengono che l’iscrizione si riferissi solo al ciclo di decori, altri all’intera edificazione.

In stile romanico veneto bizantino, essa doveva fungere da luogo di ritrovo per i notabili, la nobiltà ed i cavalieri, appunto, della città. Un po’ a guisa degli antichi fori in voga ai tempi del defunto Impero Romano. Qui le persone più importanti di Treviso si trovavano per discutere, giocare a scacchi, confrontarsi sulle questioni di prima importanza per la comunità.

Tuttavia, con la fine dell’autorità locale e l’imporsi di quella veneziana, nel XV secolo, l’edificio venne parzialmente murato tramite la chiusura delle sue arcate e trasformato in un magazzino per uso e scopi commerciali. Di questo impiego esiste abbondante traccia documentale.

Già nell’Ottocento la Loggia fu esposta al pericolo di essere abbattuta nel quadro di un fantomatico progetto, per fortuna naufragato, d’un Palazzo per la Borsa. (1) Proposta che si ripropose più volte nel tempo a causa delle cattive condizioni dello stabile che fu sottoposto ad un primo restauro solo tra il 1910 ed il 1911.

Altra sventura la Loggia visse nel 1944 al tempo della Seconda Guerra Mondiale. In quella fase il nome della via era mutato.

Con la Repubblica Sociale Italiana, infatti, la demonizzazione di Casa Savoia e della monarchia divenne una costante per cui si ritenne intollerabile che la strada mantenesse il nome del sovrano assassinato dal Bresci.

Il paradosso, assai grottesco e forse un poco ipocrita, fu che le autorità fasciste repubblicane la soprannominarono Via della Libertà. E questo nei mesi in cui le Brigate Nere e le SS arrestavano, seviziavano e deportavano in Germania e nei famigerati campi dell’Europa occupata.

Comunque, la disastrosa incursione aerea americana del 14 maggio 1944, nel devastare il centro di Treviso, sconvolse anche l’antica loggia con danni evidentissimi. (2)

Sui quali, occorre aggiungere, la propaganda fascista non si risparmiò.

Nel 2013, dopo anni difficoltosi di decadimento, la Loggia fu nuovamente restaurata e restituita al suo antico splendore ed al godimento della popolazione e dei cultori di queste materie.

Oggi essa, oltre a costituire un’affascinante testimonianza dell’antica storia di Treviso, viene utilizzata per mercatini, incontri musicali ed altre iniziative culturali. Per il turista in visita in questa bella città veneta una visita è altamente consigliata.

Alessandro Mella

NOTE

1) Parte di queste notizie sono tratte dal pannello esplicativo posto in prossimità dell’edificio.

2) I liberatori su Treviso, Pier Maria Branchin, Industrie Poligrafiche Longo e Zoppelli, Treviso, 1944.

 

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Articolo pubblicato il 01/12/2021