Francesco Pastonchi e Riva Ligure

Ritorno alle atmosfere di un tempo

Se è vero che per capire il presente è necessario conoscere il passato, la vita e la letteratura di Francesco Pastonchi sono un ottimo esempio di esercizio a ritroso nel tempo. Con lui e grazie a lui possiamo immergerci nel clima e nella sociale e nella temperie culturale a cavallo di due secoli, 

 

Paese natale

Lungo l’unica strada strette case

saldate insieme, frustate dal vento

marino che sa d’alghe e di catrame,

e il mare è lì, frange alle soglie, arremba

in secco i gozzi all’orlo della piazza

getta barbagli nei fondachi bui,

di là campagna tra muretti d’orto

e il gelsomino sul pozzo e la pace

mistica dell’ulivo che inargenta.

Liguria aspra e soave, tu mi stai

nel cuore. Qui visse le sue veglie

di fanciulla mia madre, e qui posare

dall’errabonda vita sarà dolce.

La lapide è stata posta dal Comune, nel trentesimo anniversario della morte del poeta, sulla facciata della casa attigua alla chiesa parrocchiale (ex Palazzo Lombardi).

Francesco Pastonchi nasce a Riva Ligure, oggi in provincia di Imperia, il 31 dicembre 1874, da padre toscano e da madre ligure trasferiti negli anni Ottanta a Torino; qui frequenta l’Università, studia sotto Arturo Graf.

Pubblica le prime poesie sul periodico Il venerdì della contessa, sulla Gazzetta Letteraria e sul quotidiano La Gazzetta del Popolo della domenica.

Nel giugno 1903, insieme a Domenico Chiattone e Leonardo Bistolfi, fonda il periodico di storia, arte e letteratura Il Piemonte.

Lasciata questa rivista, crea il settimanale letterario Il Campo, una fugace esperienza letteraria che esce a Torino dal 20 novembre 1904 al 31 dicembre 1905.

Francesco Pastonchi ha l’arguzia che lo porta a soprannominare Gozzano “il terzo Guido”; innamorato del poeta canavesano, è il primo a evidenziare l’inadeguatezza e l’insufficienza della definizione crepuscolare della sua poesia.

Nel 1935 riceve l’incarico, «per chiara fama», di professore di lingua e letteratura italiana all’Università di Torino; dal 16 giugno 1939 è membro dell’Accademia d’Italia.

 

I suoi versi attraversano varie tendenze letterarie: parnassianesimo, estetismo, decadentismo.

Nel suo tempo ha goduto di larga fama; le sue migliori poesie, a detta dei critici, si ritrovano nelle ultime raccolte (I versetti e Endecasillabi) nelle quali, ormai in età matura, si lascia andare ad una sincera malinconia e allo stesso tempo mette in risalto, oltre alla consapevolezza della propria solitudine, gli aspetti semplici ed esaltanti della natura.

Muore a Torino il 29 dicembre 1953, nel suo appartamento di via Riccardo Sineo (1), con il desiderio di essere sepolto al paese natio.

Riva Ligure, dove ritornerà nel suo ultimo viaggio terreno.

 

Bisogna andarla a cercare, l’ultima dimora di questo poeta che ha voluto riposare qui per sempre.

Nessuna indicazione in paese, peraltro sprovvisto di ufficio del turismo.

Francesco Pastonchi è un esempio dell’eterno ritorno, la fine dove tutto ha avuto inizio.

Non è facile raggiungere la chiesetta; si va verso l’interno e si attraversa una zona di moderni caseggiati, condomini creati per essere seconde case, ospitare turisti sempre più frettolosi e fugaci, e rimanere chiusi per gran parte dell’anno, con le loro tristi tapparelle abbassate già a settembre.

La prima sorpresa che trovo è la “staccionata” in listelli di cemento a punta triangolare che divideva il paese dalla ex Ferrovia dei Cipressi.

Un casello è diventato abitazione privata, da lì inizia la Via del Santuario.

L’antica chiesa di San Maurizio è ora il Santuario della Madonna del Buon Consiglio. Questa chiesa è un simbolo ed un elemento storico nel quale si riconoscono gli abitanti. Già il primitivo nucleo abitato viene identificato in relazione a questa chiesa, vicina alla strada litoranea di origine romana.

La sua prima citazione risale ad un documento del 1205, riguardo al vicino fossato che scendeva da Pompeiana, detto “fossato di San Maurizio”. Nei pressi esisteva un mulino e l’intera zona era stata messa a coltura, soprattutto con vigne. Da San Maurizio si distaccherà nel 1443 la chiesa parrocchiale di Santo Stefano al Mare.

Pochi metri dopo l’ex casello appare la chiesa: il sole al tramonto la colpisce in pieno e fa risaltare la sua facciata. Il silenzio è oggi la nota dominante; a fine Ottocento, quando il piccolo Pastonchi muoveva i suoi primi passi, il contesto doveva essere ben diverso e fortemente animato. Penso a campi coltivati, qualche filare superstite, stradine sterrate fra muretti a secco e lo sbuffare dei primi treni (il poeta nasce quando la ferrovia è in funzione da appena due anni), lo sguardo stupito dei contadini e qualche dama a passeggio con cappello e veletta.

Addossata alla navata destra della chiesa è la tomba di Francesco Pastonchi, trasformata in un piccolo mausoleo.

Mi fermo in rispettoso silenzio al cospetto dell’uomo e della sua arte, perché la poesia nasce dal silenzio per parlare a tutti e scendere dentro i cuori.

@Ezio Marinoni

 

(1) Via Riccardo Sineo è situata nel quartiere Vanchiglia di Torino, a brevissima distanza dallo sferisterio che non c’è più, intitolato a Edmondo De Amicis, costruito nel 1895 e abbattuto nel 1967 per fare spazio ad anonimi condomini.

È un’altra storia che merita di essere raccontata...

 

Leggi qui il mio precedente articolo su Riva Ligure, “La Riviera dei Cipressi”.

 

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Articolo pubblicato il 31/10/2021